Buon venerdì cari lettori! Alle porte di questo nuovo weekend vi lascio
la recensione di Donne, un’antologia
di brevi racconti pubblicata dalla scrittrice e poetessa Alessandra
Bucci. Sette storie che inscenano
l’universo femminile in tutta la sua interezza e complessità, con coraggio e
fragilità, attraverso la penna e lo stile delicato e premuroso dell’autrice.
Una lettura che vi consiglio di fare perché non solo in essa potrete
riconoscervi ma vi infonderà consapevolezza e perché no, speranza.
Titolo: Donne
Autore: Alessandra Bucci
Editore:Intermedia
Pagine: 120
Genere: Racconti
Prezzo: € 12,00
Uscita: 2015
TRAMA
Sette racconti, un'unica storia. Ogni racconto ha una donna come
protagonista e affronta un tema scottante e delicato del nostro tempo: la
depressione, l'omosessualità femminile, la crisi di valori, il risveglio dopo
il coma, la sterilità, il tradimento. Ogni storia è collegata alla successiva e
l'ultima si ricollega alla prima come a chiudere un cerchio ideale e perfetto.
Anche il numero sette non è stato scelto a caso, esso rappresenta la
completezza, l'universalità, la mediazione tra cielo e terra.
Alessandra Bucci è nata a San Benedetto del Tronto (AP) il 24 aprile
1972. Vive a Martinsicuro lungo la costa adriatica, con la sua famiglia. Ha due
figli e una gatta e insegna lettere presso la scuola secondaria di I grado del
suo paese. Ama qualsiasi forma di arte e nel tempo libero dipinge, scrive
poesie e fa lunghe corse sulla spiaggia. Le sue emozioni si trasformano in
immagini e parole e, a volte, prima realizza un quadro e poi da esso trae
ispirazione per scrivere poesie.
Un splendida poesia scritta da Alessandra
Bucci e dedicata alle donne, introduce il lettore all’interno di questo
piccolo mondo al femminile che si pone sin da subito come un luogo a tratti
incantato, altri estremamente tragico e crudele, nel quale sono assolutamente
le donne, uniche grandi protagoniste di una serie di racconti scritti con
delicatezza e rispetto.
Donne è un’antologia di brevi scritti, ognuno dei quali ha un personaggio
femminile che occupa il ruolo centrale all’interno di un palcoscenico, che
nonostante sia realizzato con l’immaginazione e la vena creativa dell’autrice,
è pieno di realismo, di vita e di un esistenzialismo fondato sulla ragione ma
anche sulla passione e sull’istinto.
Le donne, anima dell’universo,
madri, mogli, amanti dell’umanità, appaiono nella loro grandiosa essenza, piene
di forza ma anche di innegabile fragilità. Uniche vere signore di un castello a
volte distrutto, altre lezioso, lussureggiante, pieno di luce e di folgore,
dame e schiave, contadine e streghe, tanti volti, immagini, visioni di un unico
ed acuto impressionismo femminile che incide l’animo di chi legge per la sua
sincerità e prontezza.
“Cibo assai prelibato per l’insaziabile
uomo, colonna di pietra dalle morbide forme, sorregge i pesi e attutisce i
colpi. Figlia, amante e madre e tanto
ancor di più, crede nelle favole e di notte in notte riflette nella luna la
faccia ch’ha da mostrar.”
Ho amato questi versi che in poche e
ravvedute parole esprimono con pienezza e passione l’essenza della donna in
tutta la sua qualità intrinseca di colei che possiede e che è posseduta.
La donna è generatrice di vita, in
essa scorrono qualità divine ma nello stesso tempo è preda di debolezze e di
presunte inferiorità che nel corso dei secoli hanno segnato il suo cammino
verso quella libertà.
Ma Alessandra Bucci è qui per
raccogliere i cocci di quella ribellione e di quel desiderio di affermazione. E’
qui per risanare le ferite delle delusioni e degli abbandoni raccontandoci
storie di donne nelle quali oltre ad esserci la verità della vita, c’è anche il
sapore dolce della speranza.
Sette sono i racconti perché sette
sono i significati che si celano all’interno del nostro universo, le
improbabili interpretazioni e soprattutto perché sette unisce il quaternario
terreno con il ternario divino. Sette perché unisce terra e cielo e la donna è come una dea che
percorre a piedi nudi la terra.
Sette sono le donne che raccontano
le loro esperienze, i momenti tristi e quelli felici, il destino legato ai loro
nomi e l’inevitabile lotta che contraddistingue la loro insperata
sopravvivenza. Dolores è la più
debole, colei che abbraccia il suicidio e vorrebbe salvarsi perdendo se stessa.
E’ con lei che inizia un percorso
leggero ma non per questo superficiale attraverso altre sei voci, a tratti
voraci, altre posate, molte concentrate sulla possibilità di venire fuori dall’incubo
dell’insoddisfazione. Nel mentre viaggiamo a braccetto con quelle storie, non
mancano momenti di profonde riflessioni e di piccoli consigli che appaiono come
visioni ben incastrate tra l’immaginazione e la realtà.
“Qualcuno è condannato a trascinare
un grosso macigno, qualcun altro ha solo qualche sassolino da portare con sé.
Chi lo fa con fatica, chi con dignità ed eleganza contrapponendo al peso del
dolore un fagotto di scampoli di gioia raccolti lungo la strada per restare in equilibrio
e non cadere sotto il penso dei propri crucci, delle proprie ansie, dei propri
pensieri.”
Nelle parole del’autrice sentiamo
premura, dolcezza, intimità. Ella conosce il mondo che sta raccontando, nasce
dalla sua stessa esperienza a contatto con donne che conosce. Il suo linguaggio
è premuroso, compassionevole, delicato, mai irriverente, sempre giusto e
misurato. Elegante, preciso, affabulatorio, cadenzato, capace di donare piccoli
momenti di angoscia ma anche di presa di coscienza necessaria per andare avanti
e per affrontare persino il più terribile degli ostacoli.
Le donne raccontate sono molto
diverse tra loro ed è proprio per questo che è sicuro come la morte che ognuna
di voi si riconoscerà in una di esse.
Dolores ha bisogno di aiuto, Giulia ha bisogno di una strada. Ella
rappresenta il lato forte della vita, il successo, la caparbietà, la sicurezza,
l’intraprendenza, mentre Livia coglie
l’aspetto più sensibile e anche deleterio dell’esistenza. Quello che consuma e
che stordisce. E’ una sensitiva che nonostante abbia un marito e un figlio, s’innamora
di una donna, rappresentando così la parte più selvaggia e indolente dell’animo
femminile.
Il passato è uno scoglio pesante da
superare e ogni racconto, ogni storia è diretta verso una rivelazione, una
sorta di epifania che accompagna tutte le vicende, concludendosi poi come un
cerchio nel momento finale. Tutto è percorso da una volontà di consapevolezza,
da una sorta di scoperta necessaria per procedere e per non fermarsi davanti a
nulla. Ogni donna legata ad un’altra donna è un modo per riannodarsi alla vita,
uno scambio di sensazioni, di dolori, di crescita che comporta una
riconciliazione con l’esistenza e soprattutto con il proprio essere.
“Giulia, quella famosa sera, aveva
dovuto svoltare a sinistra anziché a destra, come faceva abitualmente, per
ristabilire contatti con il suo passato, per sciogliere nodi che ostacolavano
la sua crescita personale, il suo equilibrio.”
Lo stile di Alessandra Bucci è
semplice ma coraggioso, vicino all’animo femminile, capace di sondarlo, di
mostrarlo senza ferirlo, di raccontarlo senza denudarlo maliziosamente,
evidenziando le tempeste e i momenti di quiete che lo rendono interessante e
condivisibile.
La donna in tutte le sue sfumature
con ombre ed oscurità. Rigore ed emozione, regole e desideri, ammissioni e
colpe. Le voci diventano un unico afflato. Un flauto incantato di sogni e
melodie non privo di angolazioni e di spigoli che lasciano intravedere la
morte.
La storia di Ottavia è quella che mi ha colpito di più. Intensa, deliberata,
passionale e fugace così come può essere l’amore. Ma quello verso non coglie
limite, non permette isolamenti. Una bellissima storia che insegna a non
smettere di sperare ma soprattutto a non permettere che un atteggiamento
sbagliato verso la vita, di pessimismo e di abbattimento, possa impedire di
apprezzare e di cercare ancora una possibilità vera di amare.
“L’amore vero lo leggi negli occhi
di chi l’ha trovato ed è contagioso. Produce un’energia vorticosa che travolge
anche chi ne vede solo il riflesso. Una speranza crebbe improvvisamente in lei.
Anche lei lo avrebbe trovato. O, per lo meno, ci avrebbe provato.”
La storia di Carmen è invece rischiosa, vissuta di cuore, di pancia, avvolta nel
bozzolo della sensualità e delle emozioni. Mostra il lato diretto della vita,
quello che davanti ad un bivio, ti spinge a scegliere la strada che non hai
ancora percorso, quella che non conosci, quella che però ti incita a vivere.
Poi ci sono Irma ed Emma che a loro
volta mostrano come sia possibile dopo un evento drammatico cambiare
prospettiva sulla vita e come da donna sia forte il desiderio di diventare
madre, prendendo in esame qualsiasi possibilità di procreare fino all’adozione.
Alessandra Bucci non tralascia nulla
e dipinge con maestria e giudizio i volti delle donne con affondi perfetti
nella loro riconoscibilità che non lascia indifferenti proprio per la preziosità
delle riflessioni che emergono e per la magia che ogni storia ti lascia
addosso.
I racconti sono tasselli di un
cerchio che nelle ultime pagine è portato a compimento come un disegno maturato
e realizzato al fine di rappresentare un importante insegnamento.
La donna come un cristallo che
riflette le sue infinite sfaccettature, come un diamante prezioso ed
indimenticabile.
Donne che cercano aiuto, che danno
aiuto, cura, contatto. Tutte le protagoniste hanno bisogno di sentire e di
sentirsi parte di qualcosa.
Un libro che è come una custodia che
protegge i sentimenti puri e le emozioni fragili. Qui non ci sono filtri di
sorta, non ci sono giri di parole né virtuosisimi per impressionare i più
creduloni, qui c’è solo la semplicità di un’autrice che parla con il cuore
spoglio da qualsiasi protezione. Lo sguardo aperto e pulito, le mani che
offrono amore.
Dopo aver letto senti addosso una
strana sensazione di accoglienza e di calore. Come se avessi trovato un bel
posto in cui stare, in cui poter stare, senza dare spiegazioni, senza bisogno
di presentazioni. Intravedi le tue stesse paure, le ciglia tremanti e le labbra
socchiuse, un po’ felice e un po’ impaurita comprendi che da sole non si va da
nessuna parte, che bisogna trovare il punto d’incontro per risanare tutte le
nostre brutture ed incertezze. Risanare, riconciliare, abbracciare.
Ecco,
questo libro sembra un unico grande abbraccio rivolto a tutte le donne da una
donna capace di curare con le parole, come un’amica. Cara e vicina. Ed io sono
qui per ricambiarlo quell’abbraccio.
Sembrano davvero belli questi racconti. Grazie per la recensione e buon weekend! :-)
RispondiEliminaLeggili! Buon weekend anche a te! ^^
EliminaNon lo conoscevo, mi hai messo curiosità! ^^
RispondiEliminaNe sono felice, se puoi leggili! :-)
EliminaGrazie Antonietta! Mi hai fatto commuovere!
RispondiEliminaGrazie a te! Un abbraccio! <3
EliminaBellissima recensione, un libro che leggerò
RispondiEliminaGrazie Laura, ci conto! ^_^
EliminaOttima recensione, ho letto questo libro ed è davvero commuovente
RispondiEliminaGrazie!
EliminaMolto interessante mi hai fatto venire voglia di leggerlo
RispondiEliminaNe sono felice! ^_^
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