Ultime recensioni

sabato 30 gennaio 2016

Nuove uscite Newton Compton Febbraio!

Buon sabato! Oggi vi presento le nuove uscite della Newton Compton per il mese di Febbraio!




Pagine: 352
Prezzo: € 12,00 

Trama


Meg Michaels, giovane proprietaria di una libreria, si sta leccando ancora le ferite per aver chiuso, una dopo l’altra, due storie con due uomini sbagliati. Durante una festa a casa di amici conosce Theo Taylor, un medico dell’esercito in congedo, che per puro caso scopre il suo segreto: Meg è incinta. Theo è stato ferito in guerra e sembra un tipo scontroso e orgoglioso, ma nasconde in realtà un lato dolce, discreto e premuroso. Tra i due, giorno dopo giorno, nasce un legame strano, fatto di dettagli e confessioni, di comprensione… e di una straordinaria attrazione fisica che coglie entrambi di sorpresa. Tra uno scaffale da riordinare, una pila di bestseller da spolverare e una vita che nasce, Meg sarà capace di darsi di nuovo la possibilità di essere felice?




Pagine: 224
Prezzo: € 10,00 

Trama

Tutti sanno che Alice è andata a letto con due ragazzi nella stessa sera, a una festa. E quando Brandon Fitzsimmons – il quarterback della scuola, bello e famoso – muore in un incidente d’auto, viene fuori che mentre guidava stava chattando al cellulare con Alice: lei gli stava mandando messaggi ad alto tasso erotico. A scuola già si diceva che Alice fosse una ragazza facile, una poco di buono, ma dopo la morte di Brandon, la macchina del fango impazzisce. C’è chi sostiene che abbia abortito, chi dice che sia disposta a tutto per un aiuto in matematica, il bagno delle ragazze è costellato di insulti anonimi a lettere cubitali e indelebili. Ma la vita di Alice è davvero quella che tutti pensano di conoscere? Oppure molti proiettano su di lei i loro più torbidi segreti?
Jennifer Mathieu riesce a raccontare con dissacrante realismo la vita di una ragazza qualunque, senza aggrapparsi a stereotipi o vecchi clichè.




Pagine: 384
Prezzo: 12,00

Trama


Dal giorno in cui aveva riconsegnato il distintivo, Frank Rath pensava che non si sarebbe più occupato di un omicidio: l’idea era quella di diventare un detective privato e dedicarsi a sua nipote rimasta orfana. Ma il dipartimento della remota contea di Canaan ritrova una Chevrolet Monte Carlo dell’89 abbandonata al lato della strada, e la sua proprietaria, una bella ragazza poco più che adolescente, risulta sparita senza aver lasciato dietro di sé neanche una traccia… Rath tornerà così, suo malgrado, a occuparsi di un caso di cronaca nera, affrontando i peggiori abomini dell’animo umano. Non solo le conseguenze del suo violento e doloroso passato verranno a tormentarlo, ma Frank scoprirà che perfino nella più sperduta e quieta cittadina degli Stati Uniti può annidarsi il male. Il tempo stringe e Frank ne ha pochissimo per capire chi si nasconde dietro la scomparsa di altre povere ragazze…




Pagine: 384
Prezzo: 10,00

Trama

Al calar del sole sul regno di Khalid, spiet at o califf o diciot t enne del Khorasan, la mort e f a visit a a una f amiglia della zona. Ogni notte, infatti, il giovane tiranno si unisce in matrimonio con una ragazza del luogo e poi la fa uccidere dopo aver consumato le nozze, prima che arrivi il nuovo giorno. Ecco perché tutti restano sorpresi quando la sedicenne Shahrzad si offre volontaria per andare in sposa a Khalid. In realtà, ha un astuto piano per spezzare quest’angosciosa catena di terrore, restando in vita e vendicando la morte della sua migliore amica e di tante altre fanciulle sacrificate ai capricci del califfo. La sua intelligenza e forza di volontà la porteranno a superare la notte, ma pian piano anche lei cadrà in trappola: finirà per innamorarsi proprio di Khalid, che in realtà è molto diverso da come appare ai suoi sudditi. E Shahrzad scoprirà anche che la tragica sorte delle ragazze non è stata voluta dal principe. Per lei ora è fondamentale svelare la vera ragione del loro assurdo sacrificio per interrompere una volta per tutte questo ciclo che sembra inarrestabile.

venerdì 29 gennaio 2016

Come un'eclissi solare di David Valentini

Buon venerdì! Oggi vi parlo del secondo romanzo di David Valentini, intitolato Come un’eclissi solare edito da Epsil. Un romanzo di formazione in cui è la memoria e i ricordi a risalire i piani della narrazione fino al raggiungimento di nuove consapevolezze.



Titolo: Come un'eclissi solare
Autore: David Valentini
Editore: Epsil
Pagine: 95
Genere:  Romanzo di formazione
Prezzo: € 10,00
Uscita:  2016


TRAMA


Un giovane ricercatore emigrato a Londra torna a Roma per le vacanze di Natale: vuole solo rivedere i genitori, la sorella, i nipoti. La moglie Rachel lo raggiungerà a breve insieme alla piccola Elisabeth. Ma nello stesso bar dove sta gustando una cioccolata calda siede Alberto, l’unica persona in grado di sconvolgergli l’esistenza. Una giacca, un paio di mocassini, un portachiavi, e il passato sepolto con fatica riemerge dalle profondità della memoria. Quanto a lungo si può evitare di fare i conti con la propria coscienza?


Image and video hosting by TinyPic


Come un’eclissi solare racconta in prima persona un effluvio sconcertante di ricordi che appartengono all’uno narrativo, al protagonista sconosciuto, che miracolosamente diventano, passo dopo passo, le memorie di tutti. Una visione spesso contorta di un mondo dal quale si fugge per mancate gioie ed improbabili conquiste, per andare in un laddove lontano, poetico ed entusiasmante pur  di non soffrire la gabbia familiare.

Così il protagonista fugge dalla sua città natale, Roma, per maturare e realizzarsi lavorativamente e personalmente a Londra. Ma un giorno come tanti, la sua figura appena accennata e poco delineata mette piede nuovamente nella sua patria abbandonata e da questo banale incontro che nascerà uno scontro con la propria coscienza e tutto ciò che di vero e di importante è riuscito a creare fino a quel momento, un momento che possiamo chiamare anche resa dei conti.

Sì, quella resa dei conti alla quale prima o poi giungiamo tutti e che, per qualche motivo apparentemente strano e inspiegabile, ci riporta a confrontarci con il nostro essere più meditabondo, quello nascosto, quello persino perduto, che ha scelto una strada piuttosto che un’altra mettendo da parte qualsiasi conseguenza.

Così il nostro eroe adesso sembra essere felice con una figlia ed una moglie ma in questo ritorno prestabilito incrocerà la vita di un amico, compagno della sua vita passata che ha lasciato un segno indelebile nella sua esistenza. Alberto, mio, come lui lo ama definire, un mio che risalta, spacca la pagina perché sottintende il legame, l’affetto, quella simbiosi, armonia d’intenti e di intenzioni che legava i due uomini prima di diventare tali.

Ricordi che nascono e appassiscono furtivamente. Una stazione che diventa un non luogo di sperduti pensieri e fantasie ormai lontane, un pozzo nero con un fondo dal quale far risalire tutte le azioni, i tradimenti, le evocazioni, gli amori e gli scenari che hanno resa piena una vita che ora, più che mai, chiede il conto.

Di tutto ciò registro solo che sì, quello è lui, il mio Alberto, eppure quella voce non è la sua. E’ matura, calma, riflessiva.

La narrazione procede scorrevole e s’insinua a volte anche con forza tra le pieghe della memoria per tirare fuori tutto ciò che il destino ha voluto dimenticare. Alberto è il compagno di avventura, delle risate, degli amori e delle prime conquiste, l’altra faccia della luna, colui con il quale condividere la passione più grande in una gioventù ancora troppo sbandata: i libri e quella smisurata fame di cultura.

Lo stile dell’autore è molto descrittivo, poetico, incisivo. Alcune scene come la tazzina associata alla visione di Alberto vengono gustate come fossero in slow motion, a metà tra un dipinto che ne tratteggia finemente l’immaginario e la scrittura carica di colori ed odori che travalicano la pagina e s’insinuano direttamente nei sensi a prova di memoria.

Il braccio aveva fatto uno scatto, colpendo la porcellana della tazzina. Un atavico riflesso accompagnato a uno schizzo cardiaco. Il corpo si era preparato alla fuga, pur senza pericolo.

Uno stile metaforico, che padroneggia l’uso dell’italiano e che narra con passione e meticolosità i procedimenti mentali, le scoperte e quelle epifanie che comportano l’incontro con Alberto capaci di affondare in processi filosofici di spiccato senso esistenziale, dimostrando l’amore dell’autore verso tale materia e tutta la letteratura in generale.

I pensieri si susseguono come turbini impazziti, ricordi a volte troppo forti, altri deboli e stanchi. Passati dolori che perdono forma per poi riacquistarla nel momento in cui ci si rende conto di una nuova consapevolezza. La rottura di un’amicizia e la sconfitta di quella vita dalla quale il protagonista tenta di fuggire lasciando appesa la propria solitudine. 

Alberto è un motivo, una scarica di adrenalina, un tocco magico che apre le porte all’immaginario vissuto dentro il recondito spazio di una mente che tenta l’abbandono. Alberto è affetto, vergogna, consapevolezza, distacco, certezza, è lo specchio rotto nel quale ci si riflette comunque, seppur a pezzi, anche dopo tanto tempo.

Anche all’epoca, spesso, rifuggivo i suoi sguardi come una vergine vittoriana durante la prima notte di nozze. E oggi probabilmente scapperei via.

Ma l’eclissi del titolo sopraggiunge e le due anime tanto unite da non distinguersi, arrivano a separarsi senza lotta e senza dignità.

Così come si erano avvicinati, i nostri astri si sono separati, andando ognuno per la propria strada.

Questo romanzo è la storia di una separazione, un momento lungo e articolato in cui l’io narrante inchioda se stesso alla verità e alla lucidità. Un passaggio forzato e improvvisato verso l’appropriazione della propria esistenza passando per la solitudine.

Albero è un interlocutore muto, un altro se stesso, che media una presa di coscienza che scotta ma è necessaria. Disquisizioni filosofiche, psicologiche e profonde lanciano spunti di lettura e di comprensione. Vita e morte ma soprattutto dimenticanza, perché questo romanzo è per tutti noi, per noi che ricordiamo e che dimentichiamo, per noi che lottiamo e che abbiamo bisogno di affrontare i demoni delle nostre scelte e dei nostri significati. La parola, fedele vestale di questo mondo personale ed intimo, è una dea nel riportare in vita anche ciò che è andato. Perché questo è un riscatto, un ritorno, un riappropriarsi di ciò che è sfuggito e dargli finalmente il senso meritato.

giovedì 28 gennaio 2016

Nuova uscita BookMe: A Tor Bella Monica non piove mai di Marco Bocci!

Una nuova uscita BookMe, marchio editoriale della DeAgostini, ci presenta l’attore famosissimo Marco Bocci, con il suo primo romanzo! Siete curiosi? Tutte le info per voi!


Marco Bocci

A TOR BELLA MONACA

NON PIOVE MAI


In libreria dal 26 gennaio 2016




Pagine: 224
Prezzo: 12,90 Euro


Trama 

Cattivi si nasce o si diventa? Mauro Borri sta per scoprirlo a sue spese. Da quando l'ex fidanzata Samantha - bella e sensuale come nessuna - l'ha lasciato per un dottore, Mauro non si dà pace: deve trovare un’alternativa alla sequela di lavoretti senza prospettive, una via d'uscita che gli consenta di riconquistarla e di andare incontro al futuro a testa alta. Ma tra i casermoni di Tor Bella Monaca, dove Mauro è nato e cresciuto sempre giocando secondo le regole e aspettando l'opportunità giusta, la vita è una corsa a ostacoli e un lavoro vero un miraggio. Così, quando gli amici Fabio e Domenico si mettono in testa di rapinare niente meno che la mafia cinese, la tentazione di lasciarsi coinvolgere è troppo forte. Ma improvvisarsi cattivi non è cosa da poco: lo sa bene Romolo, fratello di Mauro, ex delinquente pentito che da anni lotta per conquistare una seconda occasione. E mentre la famiglia Borri, alle prese con un inquilino moroso e le mille ingiustizie dell'Italia di oggi, fa di tutto per restare unita e non soccombere, un destino crudele si prepara a giocare l’ennesimo tiro a Mauro e compagni… Ironico, sfacciato e grottesco come l’umanità che racconta A Tor Bella Monaca non piove mai è un atto d’amore nei confronti di un mondo, quello della periferia più aspra e degradata, pieno di storie, di rabbia e di vita. 

Autore

Attore di teatro, cinema e televisione, Marco Bocci si è diplomato in recitazione presso il Conservatorio Teatrale d’Arte Drammatica “La Scaletta” di Roma di Giovanni Battista Diotajuti ed è stato allievo di Luca Ronconi, che lo ha diretto in diversi spettacoli di successo. Ha recitato nei lungometraggi I cavalieri che fecero l’impresa, Los Borgia, C'è chi dice no, Scusate se esisto!, Io Rom romantica, Italo e L’esigenza di unirmi ogni volta con te. In TV è stato, tra gli altri, Walter Bonatti nella mini serie K2, il Commissario Scialoja in Romanzo criminale - La serie, e Domenico Calcaterra in Squadra antimafia - Palermo oggi. A Gennaio 2016 interpreterà Amedeo Modigliani nella commedia teatrale Modigliani e le sue donne, diretta da Angelo Longoni.





Malerva di Enza Emira Festa Recensione

Buon giovedi! Il romanzo di cui voglio parlarvi oggi riguarda la mia città e le sue storie. Quando ho letto dell’uscita di Malerva per Piemme, non potevo non leggerlo. Scritto da Enza Emira Festa, giornalista e scrittrice per vocazione come lei stessa dice, è la storia di Imma, una giovanissima protagonista napoletana alle prese con il Sistema e con i suoi sogni d’amore e di ricchezza.




Titolo: Malerva
Autore: Enza Emira Festa
Editore: Piemme
Genere: Romanzo
Pagine: 151
Uscita: 2016
Prezzo: € 16,00


TRAMA


Imma vive a Napoli, in uno di quei quartieri tutti casermoni scrostati e rifiuti, dove la Camorra fa paura ma è anche un'aspirazione sociale. La sua vita è come quella di tante ragazze: scuola (poca), famiglia (complessa), amici (e nemici)... Finché un giorno, sulla via di casa, non viene notata dal fratello maggiore di un suo compagno, che oltre a essere più grande e bellissimo, è anche il figlio maggiore del boss della zona. Inaspettatamente inizia il corteggiamento, e dopo qualche tempo Imma diventa la sua fidanzata ufficiale. Le tocca crescere rapidamente, acquisendo una serie di privilegi ma anche di doveri. Così, quando il padre di Imma viene catturato durante una retata e comincia a parlare, lei non ha dubbi: rinnega la famiglia di origine e si rifugia a casa del boss. Ma ogni favola ha un prezzo...


Image and video hosting by TinyPic


Malerva è un romanzo sulla vita difficile in certi quartieri, sul senso di rispetto e di paura, sul concetto di onestà e di malavita ma anche sull’ambizione e persino sull’amore, seppure questo sembri essere soltanto una proiezione di un sentimento ben più radicato dentro l’animo che è quello di non sottostare, di innalzarsi, di migliorare anche a costo di pagare il prezzo più terribile che possa esistere: la morte.

Imma è una ragazzina di 14 anni che vive nel quartiere 167 di Secondigliano, a Napoli. Un luogo sporco e pieno di droga, un luogo oppresso che opprime, un luogo dove anche se sei pulito ti porti l’alone della sporcizia addosso, ovunque vai. Perché chi nasce in certi posti conserva quell’odore nelle narici, nella testa, memorie e ricordi che non ti abbandonano mai.

E lei le unghie se le stava affilando da tempo, per essere pronta quando sarebbe toccato a lei graffiare e risalire la china. Lei ci voleva arrivare ai piani alti.

Ma non per Imma, lei non ci sta. Non vuole fuggire ma vuole restare ad una condizione: diventare ricca e potente. Innalzarsi dai bassifondi putridi e chiassosi nei quali sono condannati a vivere i più poveri, quelli miserabili, quelli come Tonio, che si drogano dalla mattina alla sera e vagano come corpi morti alla ricerca di un sollievo che non esiste.

Imma vuole diventare importante. E’ bella, fresca, giovane, la pelle candida, - quella pelle di porcellana era la cosa più bella che possedesse -, la bocca rossa e appena sbocciata, le forme sinuose e accennate, il profumo di donna che sta per nascere.

E come si fa a non notarla? Il primo a farlo è Pasquale, figlio secondogenito della più importante famiglia del Sistema, i Fabbro. La sfotte, le tira i capelli, tutti i giorni le fa le moine sotto forma di spiccioli insulti tanto per attirare l’attenzione di lei. Lui che è superiore, che sfotte chiunque, beffeggia sornione, fa il capetto della situazione, picchia persino il fratello di Imma, Gennaro, considerato un secchione. 

Eppure il suo comportamento nasconde l’interesse genuino per la giovane ragazza che di lui, pare, non ne voglia sapere. Ma quando incontrerà per puro caso, il fratello di Pasquale, Pepè, dall’aspetto spettacolare, le mani belle e il fare di un uomo ormai importante, capitoleranno tutte le sue innocenti intenzioni e la giovane fanciulla ancora in erba si trasformerà in una sensuale bambina intrigata fin nella carne più profonda da quel ragazzo che con un solo sguardo le ha rapito tutti i sogni, nessuno escluso.
Soprattutto quello di diventare una principessa, ricca e ammirata da tutti. Una donna che arriva finalmente ai piani alti e che corona i suoi sogni più incantati.

L’ambientazione è reale e veritiera, aspetti tipici di quei contesti saltano all’occhio con immediatezza e semplicità, come dati di fatto, usi e costumi tradizionali ampiamente radicati in quei luoghi di mezzo tra l’umanità e la Camorra.

Poi lo so che c’è un altro mondo dove le cose davvero funzionano come ce le racconta la prof, ma bisogna fare i bagagli e andarci a vivere, abbandonare questo schifo di quartiere e spostarsi vero la civiltà.

Temi di cui si parla tanto come il bullismo, l’onestà, il senso del futuro e le numerose vie di fuga da realtà che ti  tolgono il respiro. Realtà come questa che non stupisce più, tanto è radicata in noi la certezza che storie come questa si ripetano, sono esistite ed esisteranno sempre dentro e fuori quelle quattro mura con un numero che non è soltanto un numero ma una Storia.

Tante volte le ho spiegato che se non ci salviamo da soli nessuno lo farà al posto nostro.

Imma e Gennaro, fratelli di sangue, figli di una famiglia povera in cui una madre cerca di arrangiarsi con il lavoro di sarta ed un padre quasi inesistente, ridicolo, timoroso, “fesso” senza un lavoro, rappresentano un contrasto molto forte che non puoi fingere di non vedere anche perché l’autrice te lo pone continuamente sotto agli occhi. Il contrasto tra l’onestà e il sistema, tra il non riuscire a fare finta di niente di fronte agli imbrogli, la corruzione, le morti e la droga, e il desiderio di affermazione, quell’ambizione malata e solitaria che ti porta ad arrivare ovunque purchè tu sia soddisfatta.

Gennaro, che ripete -  spacciano la morte -,  rappresenta l’altra faccia di questa storia piena di echi e di sottintesi. Un quadro che esplode di colori ma anche di tristezza, di malinconia, di solitudine. Il Sistema idolatrato come colui che aiuta, che benedice, che permette alla gente di sopravvivere. 

La famiglia Fabbro è generosa, piena di benevolenza ma anche categorica nei confronti di chi la tradisce. Imma non ha occhi che per Pepè e non le par vero che il suo sogno stia sul punto di realizzarsi. Il ragazzo si è invaghito pazzamente di lei, la riempie di regali e vuole addirittura sposarla. Ma Imma è piccola, Imma è una Pupa, come la chiamano tutti, tanto bella quanto ingenua. Pensano di poterla muovere come vogliono e i fatti dimostreranno che hanno ragione. Ma c’è un prezzo da pagare per ogni scelta, soprattutto quando la scelta che fai ti avvelena il sangue.

Lo stile dell’autrice è fluido, i capitoli sono brevi, la lettura scivola senza ostacoli e senza richiedere eccessivo impegno, soprattutto perchè è la curiosità di sapere cosa accadrà alla principessa della 167 che spinge a continuare la scoperta.

Imma è piccola e all’apparenza fragile eppure ha le idee chiare: vuole bellezza e ricchezza e nonostante gli ostacoli, le dicerie, quell’essere chiamata puttana da qualcuno, non si fermerà davanti a niente, nemmeno a ciò che ha di più caro perché il suo destino è scritto altrove. Il suo è il coronamento di un sogno a cui non intende rinunciare per niente al mondo.

I valori sinceri ed onesti sono completamente ribaltati e Imma è l’emblema di una gioventù  che si spara i desideri di affermazione nelle vene e si assuefa alla droga dell’ambizione. Per lei esiste solo l’alto, quel regno dei cieli che porta il nome della famiglia Fabbro. Malerva, per dire malerba, ossia cattiva erba, è una storia sulla vita di tutti i giorni, su ciò che ci accade accanto e che conosciamo fin troppo bene. Sono fatti consumati e unti di  maldicenze e consapevolezze, di giri di parole ed offese ma è ciò che accade nella sua miseria e nella sua dannazione.

Il tono della scrittura rimane inalterato, dolce quando si parla d’amore e realistico quando si tratta di raccontare quella vita spezzata ed oltraggiata che si affronta in quelle strade contorte e spesso anche disumane. La  voce della sopravvivenza e dell’accettazione che si scontra contro quella di chi non ci sta, di chi gli occhi non li vuole chiudere, di chi vuole ribellarsi e parlare. Ed è allora che i toni si caricano di drammaticità e di tragedia, quella tragedia pulsante ed irriverente che ci macchia la pelle di sangue. Anche se non lo vediamo, siamo tutti parte del Sistema. Tutti nella parola come nel silenzio.

Malerva è una favola sporca e imbrattata. Una favola bianca come la droga e rossa come la morte. Ma anche nera, così nera come il colore della vergogna di chi rinnegando il proprio sangue, rinnega se stessa. 


mercoledì 27 gennaio 2016

Urla nel silenzio di Angela Marsons Recensione

Buon mercoledì! Urla nel silenzio di Angela Marsons, un thriller edito da Newton Compton è la lettura che vi propongo oggi. Una storia ricca di colpi di scena che vi terrà col fiato sospeso per tutto il tempo.




Titolo: Urla nel silenzio
Autore: Angela Marsons
Editore: Newton Compton
Pagine: 365
Genere:  Thriller
Prezzo: € 12,00
Uscita:  2016


TRAMA


Cinque persone si trovano intorno a una fossa. A turno, ognuna di loro è costretta a scavare per dare sepoltura a un cadavere. Ma si tratta di una buca piccola: il corpo non è quello di un adulto. Una vita innocente è stata sacrificata per siglare un oscuro patto di sangue. E il segreto che lega i presenti è destinato a essere sepolto sotto terra. Anni dopo, la direttrice di una scuola viene brutalmente assassinata: è solo il primo di una serie di agghiaccianti delitti che terrorizzano la regione della Black Country, in Inghilterra. Il compito di seguire e fermare questa orribile scia di sangue viene affidato alla detective Kim Stone. Quando però nel corso delle indagini tornano alla luce anche i...



Image and video hosting by TinyPic



Urla nel silenzio è il thriller d’esordio di Angela Marsons, una storia agghiacciante e terribile che coinvolge un numero molto alto di personaggi e di vicende capaci di affondare nel passato di ciascun coinvolto e di essere contemporaneamente ingabbiata nel presente.

Kim Stone è la protagonista, una donna detective dal carattere duro e preciso, ma non per questo privo di umanità. In molti momenti della lettura mi sono sorpresa perché mi aspettavo reazioni diverse da questo personaggio credendo di averlo inquadrato in un determinato modo e invece l’autrice, matura e caparbia, mi ha continuamente sorpreso, rendendo la storia e chi la vive difficilmente prevedibili.

E’ così ho scoperto che la Stone non è completamente all’oscuro e al di fuori degli omicidi che stanno divorando la tranquillità e la pace della cittadina di Black Country, in Inghilterra. Non è esente dal dolore e dalla sofferenza di un passato di abbandono e di demoni che l’hanno perseguitata a lungo e che le hanno impresso addosso e sulla pelle quel carattere che all’apparenza sembra difficile ma che in fondo è capace di provare grande trasporto, coinvolgimento e soprattutto empatia nei confronti dell'orrore e della tragedia che si troverà di fronte.

Lei lo fissò per un minuto buono. Se c’era un cadavere sepolto là sotto, non avrebbe permesso che ci rimanesse un secondo più del necessario. Annuì, rivolta al professore. «Cominciate a scavare»

Il passato ferreo ed intransigente ma soprattutto dannatamente macchiato di sangue coinvolge cinque personaggi uniti da un patto infernale che ha pericolose ripercussioni fino al presente, fino a cogliere le debolezze e le crepe della vita di chi appare persino il più insospettabile.

Lo stile è fluido, la lettura semplice, non ci sono lunghe elucubrazioni né espressioni o descrizioni che ne rallentano l’apprendimento. Il romanzo è strutturato molto bene come un thriller navigato, gli indizi sono ragionevolmente sparsi in modo equo ma mai eclatante, lasciando sempre in bocca al lettore il gusto eccitante della scoperta.

La storia è intricata e coinvolge numerosi personaggi ma la bravura dell’autrice consiste soprattutto nell’aver curato in modo particolare l’aspetto psicologico, rendendo la storia molto più che un semplice fatto di morte e di omicidio.

Alcune scene sono cruente, torbide, cattive, soprattutto quando la voce narrante è quella dell’assassino, in quel caso la vicenda scende di tono, s’incupisce, si sporca dell’immondo e della tragedia senza però mai perdere la sua forza attrattiva ed il potere del mistero, fiore all’occhiello di tutto il romanzo.

Quella ragazza era sempre stata così ansiosa di aiutare, di essere utile a qualcuno, di avere uno scopo. Adesso ce l’aveva. Appiattii l’erba e mi fermai a guardare. Poi la ringraziai per aver mantenuto il mio segreto. Finalmente era riuscita a fare qualcosa di buono.

La presenza di un orfanotrofio e gli improbabili cadaveri trovati nelle vicinanze sono motivo di riflessioni sia per quanto riguarda la storia personale di Kim sia per dare avvio ad una serie di considerazioni che riguardano l’aspetto più umano della vicenda, quello più vicino a ciascuno di noi. L’abbandono, la giustizia, il senso morale, la protezione e la difesa dei diritti di ciascun essere umano sono argomenti che anche se non sono  centrali, emergono in tutta la loro schiettezza e verità.

Urla nel silenzio, primo di una serie di tre romanzi, è un vero e proprio thriller senza alcun dubbio. Gli ingredienti ci sono tutti, e soprattutto c’è la suspense, elemento fondamentale per arrivare al capitolo finale con l’ansia di scoprire cosa sia realmente accaduto e cosa ci è stato celato fino a quel momento.

L’atmosfera è nebbiosa e avvolgente. Lo stile dell’autrice è in grado di creare con minuzia e partecipazione il clima perfetto per questo genere di vicende. La sensazione di sospensione e di qualcosa di vago che si muove come un'ombra di morte continuamente in movimento, accompagna la lettura per tutto il tempo, dando sempre la sensazione che ci sia altro di maledetto e di infinitamente peggiore che ancora deve mostrarsi.

Una menzione speciale è doveroso farla nei confronti del finale. Senza rivelare troppo posso affermare che la Marsons ha dimostrato di aver scritto una storia davvero particolare con un finale estremamente originale. Infatti quando tutto ormai sembra essere andato a posto non fidatevi delle apparenze, perché il colpo di scena è ancora alle porte.



martedì 26 gennaio 2016

La sarta di Dachau di Mary Chamberlain Recensione

Buongiorno cari lettori! Ringrazio la Garzanti per la copia e oggi, in prossimità della giornata della memoria, vi parlo di un romanzo che narra le vicende di una giovane donna con un grande sogno. Ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e con il racconto della vita nei campi di concentramento, La sarta di Dachau di Mary Chamberlain è una storia di coraggio, di ambizione, di affermazione e di sofferenza. Un velo di pacata tristezza accompagna tutta la lettura. C’è la Memoria.




Titolo: La sarta di Dachau
Autore: Mary Chamberlain
Editore: Garzanti
Genere: Romanzo
Pagine: 320
Uscita: 2016
Prezzo: € 16,90


TRAMA


Londra, 1939. Ada Vaughan non ha ancora compiuto diciotto anni quando capisce che basta un sogno per disegnare il proprio destino. E il suo è quello di diventare una sarta famosa, aprire una casa di moda, realizzare abiti per le donne più eleganti della sua città. Ha da poco cominciato a lavorare presso una sartoria in Dover Street e la vita sembra sorriderle. Un viaggio imprevisto a Parigi le fa toccare con mano i confini del suo sogno: stoffe preziose, tagli raffinati, ricami dorati. Ma la guerra allunga la sua ombra senza pietà. Ada è intrappolata in Francia, senza la possibilità di ritornare a casa. Senza soldi, senza un rifugio. Ada non ha colpe, se non quella di ritrovarsi nel posto sbagliato. Ma i soldati nazisti non si fermano davanti a niente. Viene deportata nel campo di concentramento di Dachau. Lì, dove il freddo si insinua senza scampo fino in fondo alle ossa, circondata da occhi vuoti per la fame e la disperazione, Ada si aggrappa all'unica cosa che le rimane, il suo sogno. L'unica cosa che la tiene in vita. La sua abilità con ago e filo le permette di lavorare per la moglie del comandante del campo. Gli abiti prodotti da Ada nei lunghi anni di prigionia sono sempre più ricercati, nonostante le ristrettezza belliche. La sua fama travalica le mura di Dachau e arriva fino alle più alte gerarchie naziste. Le viene commissionato un abito che dovrà essere il più bello che abbia mai confezionato. Un vestito da sera nero con una rosa rossa. Ma Ada non sa che quello che le sue mani stanno creando non è un abito qualsiasi.  Sarà l'abito da sposa di Eva Braun, l'amante del Führer..


Image and video hosting by TinyPic



La sarta di Dachau è una storia complessa, raccontata con dolcezza ma anche forza e consistenza come specchio necessario per la qualità delle situazioni evocate che hanno un valore immenso come è grande il valore della memoria.

Nonostante la trama sia incentrata su Ada, una giovanissima donna che vuole diventare una sarta brava e famosa negli anni 40, il contorno che spicca in modo incandescente e dilaniante è la guerra e i campi di concentramento come quello di Dachau, nel quale la giovanissima protagonista viene condotta.

Ma andiamo per gradi e conosciamo meglio la nostra eroina. Ada è fragile, delicata ma anche ambiziosa con un sogno che rende brillante qualsiasi cosa faccia: diventare una grande sarta. Le basi sono altamente consistenti, infatti la ragazza lavora in quell’ambiente ed è già inserita molto bene in quel contesto così perfetto e squillante che le fa immaginare grandi cose per se stessa e per il suo futuro. Londra, dunque, è il luogo dal quale partono i suoi inarrestabili sogni, le sue fantasie ma soprattutto questo posto così accogliente nel cullare le sue sicurezze e magie, diventa anche il punto di svolta, quello che le riserverà il più grande cambiamento della sua vita.

Un incontro. Un fortuito e all’apparenza innocuo incontro con un uomo, la porterà a rivalutare completamente la sua vita e ad essere travolta da quello che si rivelerà un incubo, senza alcuna possibilità di fuga.

Stanislaus, uomo elegante, raffinato, che le promette gentilezza ed amore eterno, la conquista conducendola in Francia, precisamente a Parigi, che diventerà la nuova patria per il suo sogno ancora in fasce. Ada desidera aprire un atelier tutto suo. Nelle sue fantasie di ragazzina intelligente ma ancora eccessivamente ingenua, c’è la proiezione della fama e del luminoso e fiammeggiante successo di Coco Chanel ed è a lei, a quell’incredibile icona di stile, eleganza e incanto che Ada si ispira, nutrendo il proprio cuore e la propria anima di passione, intenzione, coraggio e determinazione. Ma tutto questo potrà bastare?

Era un complimento e Ada arrossì, travolta da un’ondata di felicità. Nessuno l’aveva lodata, non così, da donna a donna. Si vergognò, stentava a riconoscersi: una stupida creatura assetata di approvazione.

La giovane eroina verrà messa alla prova da un destino crudele e beffardo che le tirerà due brutti scherzi, di quelli pesanti e capaci di farti sanguinare a lungo fino a quando non troverai la forza di rialzarti. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale vede una Ada all’improvviso completamente sola in un paese  che non conosce. Stanislaus scompare senza motivo, lasciandola in preda all’angoscia più assoluta ma come se non bastasse un altro straziante evento segna irrimediabilmente la sua vita: la deportazione a Dachau da parte dei soldati nazisti.

Non riusciva sempre a ricordarsi di Stanislaus. A volte pensava che la memoria la ingannasse, o che lui fosse una sua invenzione. Non era certa che lo avrebbe riconosciuto, ora come ora.

Da questo momento la vita di Ada cambia in modo totale e bruciante. Tra fame, sete, morte, solitudine e dimenticanza, l’unico modo per sopravvivere diventa cucire e lavorare. Inizialmente cuce abiti per i nazisti ma poi la sua fama e la sua bravura si diffondono talmente da ricevere un incarico molto particolare. Creare un abito da sera nero con una rosa rossa che sarà indossato dalla futura moglie del Fuhrer.

Una storia molto intricata, ambientata in un'epoca che ancora ci portiamo addosso e il cui peso non riusciamo a scrollarci. Una storia tutta al femminile, con uno stile leggero e scorrevole e soprattutto tanta premura nel raccontare una vicenda che ha come protagonista una donna coraggiosa, fedele a se stessa e al proprio sogno ma sicuramente troppo ingenua.

Sono molti gli errori che Ada compie eppure questo errare umano e disastrato non le impedirà di fidarsi nuovamente delle persone e di cacciarsi ancora in situazioni spiacevoli.
Soprattutto il rapporto con gli uomini è quello maggiormente sotto processo. Dopo la prima disillusione ricevuta dall’allontanamento di Stanislaus  a cui aveva dato tutta se stessa, la donna compie di nuovo lo stesso errore anni dopo, come se nulla fosse accaduto.

Una visione realistica e mai alterata di ciò che succedeva in quel periodo, la voglia di sopravvivere, il senso di abbandono, di angoscia di non farcela, il vuoto, la solitudine eppur il calore smisurato e tuonante di quella passione che ti cova dentro e che devi nutrire giorno dopo giorno, passo dopo passo, perché se si spegne, ti spegni anche tu.

Indipendente, era la parola che aveva usato. E’ questo che mi piace di te, Ava. E anche che sei ambiziosa, che vuoi farti strada nel mondo.

La sarta di Dachau è una storia carezzevole, molto femminile, con un potere molto forte che è quello di dare voce ai sogni. Ambientato in un momento storico in cui tutto veniva strappato, qualsiasi legame non bastava a mantenere intatto il respiro vitale, la stessa fiducia, persino la dignità umana, ciò che accade ad Ada è un vento di speranza, di accoglienza, di accettazione e di lotta.
Un ulteriore voce che ci spinge a credere, a non abbandonare ciò che fa parte della nostra stessa carne, a crederci finchè potremo lottare. Tanto un sogno non si può cancellare finchè lo vogliamo, finchè lo facciamo esistere.

L’autrice coinvolge e appassiona, rende commovente una storia non facile, in balia di tormenti e inquietudini, di scelte e sbagli. Una vita, quella raccontata, che assorbe tutte le energie della protagonista per rinascere dalle sue stesse ceneri. L’atmosfera è permeata dalla lotta e inevitabilmente dalla tristezza,  eppure nonostante il finale, non è un romanzo che lascia un senso di sconfitta ma di verità.