Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Carocci, oggi vi parlo di Simone Weil di Michela Nacci.
simone weil di Michela Nacci Editore: Carocci Pagine: 108 GENERE: Saggio Prezzo: 13,00€ Formato: Cartaceo Data d'uscita: 2024 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟
Trama:
Di destra o di sinistra? Rivoluzionaria o reazionaria? Operaista o teorica delle radici? Femminista sans le dire o antimoderna? Impegnata o mistica? Difficile capire qual è la vera Simone Weil. La sua vita breve e intensa rischia di oscurare l'originalità della sua riflessione politica: il lavoro, la libertà, la critica dei totalitarismi e del collettivo sono i suoi temi costanti. Il pensiero di Weil si ispira a Trockij, riprende le idee di Proudhon, Sorel, Péguy, ma la sintesi a cui dà luogo è unica. Michela Nacci ci guida attraverso la vita di questa intellettuale senza mezze misure e ne ricostruisce l'ideologia sociale e politica.
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RECENSIONE
Simone Weil fu criticata e amata in vita, molti furono i suoi oppositori, ma dopo la sua morte, venne ferocemente studiata, ammirata, persino apprezzata per i suoi comportamenti controversi, per il suo modo di opporsi e per la sua incommensurabile esperienza che l’ha portata a vivere mille vite in una sola.
Muore nel 1943, poco più che trentenne, stanca e provata dalla malattia, mai soddisfatta di se stessa e di quell’eterna ricerca che l’ha resa, oggi, una delle pensatrici più influenti dell’epoca moderna.
In un mondo completamente e assolutamente maschilista, la sua voce tuona come un lampo incandescente nella foresta più nera. Non è un grido che sconquassa le orecchie, uno di quelli che senti, che ti spaventano, ma non vedi l’ora finiscano; al contrario è un urlo reazionario e rivoluzionario, capace di incarnare il suono soffocato della libertà e di quel femminismo, allora, più prorompente che mai.
Simone Weil è un’autrice politica, parla di politica anche a chi di politica non ne capisce niente; ma parla anche di società e di religione. Attinge ai suoi predecessori ma crea un sistema di pensiero che è totalmente nuovo.
Ciò che questo libro analizza è come si comportava a partire dalla scelta dell’abbigliamento. Può sembrare una riflessione banale, invece a partire da esso, è possibile riconoscere il suo carattere ribelle, furente, arrabbiato.
Simone, mi è parsa, attraverso queste pagine, come una donna che vive tra le fiamme, quelle della lotta politica, sociale; sul punto di essere arsa dalla sua stessa volontà di lottare contro l’ingiustizia e l’oppressione. Una ragazzina che tutti descrivevano come geniale, allegra, sempre pronta a dire la sua, ma che con il tempo ha cominciato a mascolinizzare il suo abbigliamento, usando berretto e mantella perché non voleva che di lei emergessero quei lati femminili che potessero condurla a una sensualità non dovuta.
Lei che cercava l’assoluto amore della giustizia, quell’amore folle nella sua totale indilcriminazione, puro e in pieno equilibrio davanti a tutti, si ritirava di fronte all’amore umano, percependolo come qualcosa di disequilibrato, rischioso, pericoloso tanto quanto lo sono le emozioni.
Una donna che i genitori consideravano come un secondo figlio, che non ha mai nascosto la sua avversione per l’amore perché temeva la potesse allontanare dal vero scopo della sua eterna ricerca. Una donna che non ha mai fatto nulla per difendere la sua fisicità di femmina, anzi. È sempre stata consapevole della sua salute cagionevole, delle emicranie invalidanti e ha cercato, in vari momenti, di affrontare tutto ciò con goffa ironia.
La mancanza di radici è la causa di molte delle crisi individuali e sociali. Gli esseri umani hanno bisogno di un senso di appartenenza a una comunità, una cultura e una tradizione. Per lei era fondamentale recuperare la connessione con la terra, la storia e i valori universali.
La giustizia deve essere basata sulla compassione e sul riconoscimento della dignità umana universale. Critica il potere e l'autoritarismo come cause di oppressione e sofferenza. L'attenzione ai più vulnerabili è essenziale per una vera giustizia.
Il lavoro dovrebbe essere una fonte di dignità, non di oppressione. Il capitalismo e il marxismo riducono l'uomo a un ingranaggio economico. Ciò a cui Simone aspira è promuovere un lavoro significativo che rispetti l'essere umano come creatura spirituale. È attratta dal cristianesimo, ma mantiene una posizione autonoma. Secondo la sua filosofia Dio si ritira dal mondo per lasciare spazio alla libertà umana; questo ritiro è un atto d’amore. La vera preghiera consiste nell’attenzione totale verso Dio e gli altri.
La forza è un principio distruttivo che domina la storia umana. Di conseguenza la violenza trasforma sia l'oppressore che l'oppresso in strumenti, negando la loro umanità. Ho trovato molto interessante l’idea del progresso: la fede nel progresso illimitato è una forma di idolatria moderna. La scelta migliore è un ritorno a valori semplici e permanenti, lontani dall’effimero e dal materiale.
“Viviamo in un’epoca priva di avvenire. L’attesa di quello che verrà non è più speranza ma angoscia.”
Ma queste non sono solo idee campate in aria, Simone ha lavorato come operaia per capire la condizione dei lavoratori e ha partecipato brevemente alla guerra civile spagnola per opporsi al fascismo.
Il suo pensiero politico e sociale ha influenzato il pensiero contemporaneo su giustizia sociale, etica e spiritualità. Le sue idee intrecciano filosofia, teologia, politica ed esperienza personale.
Simone Weil era dotata di un’intelligenza straordinaria e di una curiosità inesauribile. Era sempre alla ricerca di risposte ultime a domande esistenziali, sociali e spirituali.
Non accettava dogmi o compromessi, rifiutando di aderire completamente a ideologie o religioni specifiche, pur traendo ispirazione da esse.
La sua capacità di vedere oltre le convenzioni sociali e politiche del suo tempo l'ha resa una pensatrice molto avanti rispetto alla sua epoca. Era estremamente sensibile alle sofferenze altrui, sentendosi quasi fisicamente coinvolta dal dolore umano. Questa sensibilità la rendeva fragile sul piano emotivo e fisico, contribuendo alla sua salute cagionevole e alla tendenza a sacrificarsi. Adottava uno stile di vita austero, quasi ascetico, per solidarizzare con i poveri e i lavoratori. Era disposta a mettere in secondo piano il proprio benessere fisico e mentale per aderire ai suoi ideali di giustizia e verità.
“Gli esseri umani soffrono e hanno molte esigenze, ma il bisogno di verità è più sacro e più necessario di ogni altro.”
Simone Weil era una persona unica, capace di combinare una straordinaria intelligenza con un senso quasi radicale di compassione e giustizia. Tuttavia, il suo carattere rigido, il rifiuto del compromesso e la sua intensità emotiva la rendevano spesso difficile da avvicinare, portandola a vivere un’esistenza in parte isolata ma profondamente significativa. Era talmente testarda che una volta deciso un obiettivo, si dedicava completamente a esso, anche a costo di ignorare i propri limiti fisici o sociali. È proprio leggendo la sua storia in questo libro che ho capito cosa significa davvero il termine “idealismo.”
Simone Weil credeva profondamente nella possibilità di un mondo più giusto e spirituale, anche se ciò significava lottare contro forze apparentemente insormontabili.
Però lei ci lottava.
Talmente che ci lottava che è morta a 34 anni.
Chi di noi, oggi, farebbe lo stesso?
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