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venerdì 25 aprile 2025

Recensione: MILK AND HONEY di Rupi Kaur

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Tre60, oggi vi parlo di Milk and honey di Rupi Kaur.

Milk and honey

di Rupi Kaur
Editore: Tre60
Pagine: 320
GENERE: Poesia
Prezzo: 24,00
Formato: Cartaceo
Data d'uscita: 2025
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Questo volume rende omaggio allo straordinario viaggio cominciato nel 2014 da Rupi Kaur conmilk & honey, in un'edizione speciale che raccoglie: una sezione di poesie inedite; un'Introduzione concepita appositamente per questa edizione; fotografie del “dietro le quinte” mai pubblicate; pagine del diario personale di Rupi; riflessioni scritte a mano da Rupi e voci note del panorama culturale contemporaneo. Un'edizione preziosa che celebra il decimo anniversario del libro di poesie più letto del XXI secolo.

RECENSIONE

Milk and honey di Rupi Kaur è una raccolta poetica divisa in quattro movimenti – il ferire, l’amare, lo spezzare, il guarire – che più che sezioni sembrano stagioni interiori. 
È un viaggio nell’intimità più cruda e autentica dell’essere donna, una lenta discesa negli abissi dell’esperienza umana, l’abuso, la violenza, il silenzio, l’amore, la perdita, la rinascita e un’altrettanto potente risalita verso la luce, la cura, la dignità, l’amore per sé. 

Leggere il primo capitolo è come essere spettatori muti del momento in cui una bambina perde l’innocenza. Non ci sono filtri. Non c’è bellezza poetica nel senso classico del termine. C’è verità, e la verità è spesso cruda. Rupi Kaur racconta di essere stata ferita da mani sbagliate, da parole sbagliate, da padri assenti, da uomini predatori. Ma lo fa con un coraggio disarmante. Non cerca di abbellire il trauma: lo mostra per quello che è, nella sua nudità, nel suo sgomento. E nella sua terribile familiarità per troppe donne. Questo capitolo è fondamentale perché rompe il silenzio, perché dice a chi ha vissuto esperienze simili: “Non sei sola. Non sei sbagliata. Non è colpa tua.”
E già solo questo, per molte, è inizio di guarigione. 

Se il ferire ti lascia senza fiato, l’amare ti fa sospirare. Ma non è un sospiro leggero: è il respiro profondo di chi si tuffa in un amore totale, spesso sbilanciato, spesso confuso con il bisogno. Rupi racconta l’amore carnale, sensuale, tenero, a tratti idealizzato e a tratti devastante. Descrive il desiderio di essere amata per intero, l’ebbrezza del primo sguardo, la dolcezza di mani che ti sfiorano come fossero preghiera. Ma anche la pericolosa tendenza a confondere l’amore con l’approvazione, con l’annullamento di sé. C'è un brano che recita:
"Non voglio averti per riempire i vuoti in me. Voglio essere piena già di mio."
Ecco la forza di questo capitolo. Amare senza perdersi. Amare senza svuotarsi. 

Lo spezzare è un lutto. Non c’è altro modo per dirlo. È la morte di un’illusione, l’implosione di un legame. È quella voce che sussurra: “Avresti potuto amarmi meglio. Ma hai scelto di non farlo.” In queste pagine c’è il dolore straziante della delusione, dell’essere lasciate, dimenticate, sostituite. C’è l’orgoglio ferito, la voce rotta dal pianto, ma anche la lucida presa di coscienza: “Non sei tu a dover farti volere. Sono loro a dover volerti.” Rupi Kaur tocca corde che vibrano in tutte noi. Perché tutte, almeno una volta, ci siamo sentite così: “troppo” o “non abbastanza” per qualcuno che non ci ha capite. Questo capitolo, così cupo e sincero, è necessario perché ci spinge a guardare il dolore in faccia, a non fuggire da esso, ma ad abitarlo, a riconoscerlo. E poi, pian piano, a lasciarlo andare. Ed ecco la luce. La voce che tremava si fa canto.


Nel quarto capitolo, la scrittura di Rupi Kaur cambia ritmo. Da sussurro diventa grido, da confessione diventa manifesto. Qui l’autrice parla dell’importanza di scegliere se stesse, di coltivare relazioni sane, di amare il proprio corpo – con peli, smagliature, cicatrici. Celebra le donne come dee, sorelle, guerriere. Scrive per tutte quelle che hanno creduto di valere poco, e le innalza. "Tu sei la tua anima gemella."
È un verso potentissimo. Leggendolo ti senti piena, completa. Come se all’improvviso ti fosse concesso il permesso di essere intera da sola. 

Rupi Kaur è una giovane poetessa indo-canadese, nata in Punjab e cresciuta in Canada. Ha iniziato a pubblicare i suoi testi su Instagram, rivoluzionando il modo in cui si consuma poesia nel nostro tempo. Con uno stile minimalista, senza punteggiatura e con parole semplici ma colme di significato, ha creato un linguaggio nuovo, diretto, inclusivo, accessibile. La sua forza sta nell’intimità collettiva: parla di sé, ma ogni lettore si ritrova nelle sue parole. È una voce che rappresenta le ferite di una generazione intera, ma anche il suo desiderio di riscatto, di amore autentico, di libertà. 

Perché questo libro è bello ed è importante? 
Perché non ha paura di raccontare il dolore.

Perché ti dice che non c’è vergogna nella ferita.

Perché dà nome alle cose taciute.

Perché ti fa sentire meno sola, meno sbagliata, meno invisibile.

Perché ti insegna che spezzarsi non significa finire, ma cominciare di nuovo.

Perché è una carezza e uno schiaffo, una ferita che si rimargina, un urlo d’amore lanciato nel buio. 

Milk and honey è un libro che ti accompagna nei momenti più difficili, che ti dà parole quando le hai perse, che ti aiuta a capire che anche la tua voce può essere poesia. 
Può aiutarti in tanti modi. Ti consola. Ti fa piangere e ti fa sentire legittimata a farlo. Ti spinge a guardarti allo specchio con amore. Ti ricorda che sei abbastanza. Così come sei. Ti insegna a chiedere rispetto, a mettere confini, a scegliere l’amore che non spezza ma sostiene. 

Ma è anche una lettura per chi ha avuto il cuore spezzato almeno una volta, ha dubitato di valere qualcosa, si è sentita sola, troppo, o dimenticata, vuole imparare a ricamarsi addosso la dignità, vuole tornare a credere che il dolore può diventare arte, e l’arte può diventare guarigione. 

Milk and honey non è solo un libro.
È una mano che ti stringe. È una voce che sussurra:
“Guarda quanto hai amato. E guarda: sei ancora qui.”

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