Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Giulio Perrone, oggi vi parlo di In Messico con Frida Kahlo di Paola Zoppi.
In messico con frida kahlo di Paola Zoppi Editore: Giulio Perrone Pagine: 150 GENERE: Narrativa Prezzo: 16,00€ Formato: Cartaceo Data d'uscita: 2024 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟
Trama:
Paola Zoppi immagina una cartografia essenziale nella quale far convergere case, città e strade, nelle quali la vita dell'artista messicana ha preso forma; e una mappa astrale che delinea il profilo di Frida al momento della sua venuta al mondo e prima che il mondo stesso entrasse in lei. Tuttavia una storia non può essere solo lo svolgersi cronologico di fatti e non può limitarsi a ciò che già conosciamo. Frida va ricercata nelle parti del suo corpo che, una volta fratturate, sono divenute genesi e spazio della sua arte; nelle parole diventate luogo di passione: disintegrazione, nascita, doppio. In quella cultura materiale che si alimenta del suo volto, lo stesso che l'artista ha disegnato ossessivamente per prima.
|
RECENSIONE
In Messico con Frida Kahlo è un itinerario bastato sulla sua esistenza e sui luoghi che ha visitato e hanno accompagnato le esperienze fondamentali dalla nascita alla fine della sua vita.
Frida Kahlo era una pittrice straordinaria che ha saputo trasformare il suo dolore in una forma artistica assolutamente originale e incapace di poter essere paragonata a qualunque altra. Oggi la sua figura è più popolare che mai, soprattutto in tempi di femminismo e di lotta per l’emancipazione della donna. – "La fridolatria finisce per essere esattamente questo: uno strumento di traduzione della figura di Frida Kahlo, variabile e mescolabile a seconda del pubblico al quale ci si rivolge. Un'ossessione quasi per un volto riprodotto ovunque, sfuggendo ai rigidi controlli di chi detiene i diritti d'immagine dell'artista messicana, tanto da trasformarla in icona per la propria personale battaglia, che sia l'appartenenza politica, l'emancipazione sociale, l'avversione alle regole."
Lei, una figura ai suoi tempi controversa e con un carattere a dir poco particolare, dotata di una resilienza fuori dal comune, è considerata una delle prime donne a combattere per se stesse, contro gli ostacoli della vita, contro le malattie, contro i tradimenti e persino contro l’amore. Frida Kahlo ha amato molti uomini, ma il suo unico grande amore si chiamava Diego Rivera. Un artista che l’ha fatta soffrire, che spesso l’ha messa al di sotto delle altre, che l’ha tradita pur sapendo che Frida lo amava più di se stessa, ma non è bastato a fermarlo. – “Verranno i tradimenti, le delusioni dolorose, verranno i viaggi, l'arte, la discesa verso se stessi, la solitudine. Verrà un inspiegabile eterno ritorno l'uno verso l'altro, inspiegabile se l'essere umano non fosse fatto di luce e di ombra.“
E dalla tragedia è nata una donna forte e determinata che è riuscita a raccontare attraverso i suoi quadri cosa significa subire tanti torti nel corpo e nella mente. Un incidente le ha sconvolto l’esistenza, l’ha resa, apparentemente, inferiore a tutte le altre donne per bellezza e prontezza, ma Frida era dotata di un'intelligenza fuori dal comune. Ed è stato proprio durante quelle giornate passate a letto a causa della sua malattia che ha scoperto la pittura, un mondo fatto di immagini e di segni, di colori e di parole silenziose che ha usato per trasmettere agli altri tutto quello che aveva dentro se stessa.
La tematica della sofferenza l’ha sempre accompagnata, così come una sensazione di ineluttabile fine. Frida ha vissuto senza negarsi nulla e dalle parole di Paola Zoppi conosciamo meglio quei luoghi che l’hanno aiutata a diventare ciò che è sempre stata: un simbolo, una metafora, un modello per tutte quelle persone che colpite dalle avversità, dimostrano di possedere coraggio e capacità di meravigliarsi, nonostante tutte le brutture, ancora una volta, davanti al mondo.
Frida pur con dolore, non ha mai smesso di vivere, di fare arte, di mostrarsi per quello che era, anche quando ha perso il suo unico amore, persino quando ha creduto di aver perso tutto.
– “Vita e morte appartengono alla dualità e la rappresentazione della morte, per Frida, è quel dialogo mai interrotto con se stessa, con quella parte di lei svanita per sempre nel 1925. Data per morta, sopravvissuta senza spiegazioni plausibili. Consapevole di ciò che credevano le civiltà precolombiane, disegna accanto a sé teschi, scheletri e ossa sapendo che il confine tra vita e morte è inesistente.“
Frida ha fatto del suo corpo che lentamente si è disgregato a causa della malattia, la fonte di ispirazione più alta, è stato sempre concreto e reattivo, perché con lui ha percepito la consapevolezza, minuto dopo minuto, di perdere la sua integrità e l’arte è stata la dimostrazione di questa perdita rendendola magica ed eterna.
Un libro che racconta ancora tanto di questa artista con rispetto e dolcezza, pur andando in profondità, senza celare quella malinconia che inevitabilmente faceva parte di lei e fa un po’ parte anche della vita di Paola Zoppi che si è interessata al suo mondo dopo aver vissuto un momento difficile.
Frida l’ha incuriosita, in particolare un quadro, perché l’autrice si è ritrovata nella stessa situazione e si è chiesta come ha fatto, quella donna a superare un evento così doloroso e in apparenza impossibile da dimenticare.
Frida dimostra ancora una volta che nella vita non dimentichiamo nulla, soprattutto le cose brutte, e lei ne ha vissute tante, ma è riuscita a trasformarle in qualcosa di memorabile, capovolgendo anche i finali più banali donandogli un guizzo di imprevisto.
L’arte è stata per lei la prova della sua esistenza, un modo per aggrapparsi con le unghie e con i denti a quella vita che sembrava non volerne sapere di vederla vivere come tutti gli altri, ma Frida è stata una creatura eccezionale.
Un essere speciale che ci ha lasciato davvero tanto e sarebbe bello che tutti conoscessero la sua storia che non è solo una forma d’arte ma è un’adorazione demistificata dell’esistenza, un profondo amore per la vita che seppur l’abbia fatta a pezzi, l’ha tenuta in piedi perché arrivasse fino a noi, dimostrandoci quanto siamo stupidi, a volte, nel lamentarci di tutto e quanto invece dovremmo a imparare a resistere a tutto, perché resilienti non si nasce, si diventa.
Nessun commento:
Posta un commento