Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Fazi, oggi vi parlo di Sull'orlo del baratro di Robbie Morrison.
sull'orlo del baratro di Robbie Morrison Editore: Fazi Pagine: 464 GENERE: Thriller storico/Poliziesco Prezzo: 9,99€ - 19,00€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2025 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
Un serial killer che non si ferma.
Un detective che non si arrende.
1932. La città di Glasgow, in piena Depressione, è lacerata da tensioni sociali e religiose, infestata dalla corruzione e ostaggio di feroci gang armate di mazze e rasoi che dettano legge nei quartieri e scatenano violente risse per strada. La polizia cerca di mantenere l’ordine come può, guidata dal nuovo capo Percy Sillitoe, inglese tutto d’un pezzo fermamente deciso a contrastare la criminalità con pugno di ferro. Quando il genero di uno dei costruttori navali più ricchi della città viene trovato nelle acque del fiume Clyde con la gola tagliata, il caso viene affidato a Jimmy Dreghorn, primo detective cattolico in forza alla polizia di Glasgow, e al suo partner Archie McDaid, corpulento e serafico uomo delle Highlands. Le indagini si riveleranno più pericolose del previsto e Dreghorn dovrà fare i conti con un passato che credeva di essersi lasciato alle spalle e che torna a bussare prepotentemente alla sua porta... Due detective affiatati, dai metodi spicci e pronti a menare le mani all’occorrenza, un cadavere che svelerà crimini agghiaccianti e un assassino spietato che non si ferma davanti a nulla: un sordido viaggio che ci trascina nel cuore marcio e sofferente di Glasgow, dove la fame e l’ingiustizia la fanno da padrone. Tra inseguimenti, pestaggi e rasoiate, Dreghorn e McDaid scopriranno il volto più sanguinoso della città.
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RECENSIONE
Sull'orlo del baratro di Robbie Morrison è un noir storico ambientato nella Glasgow del 1932, in un’epoca in cui i fantasmi della Grande Guerra ancora aleggiano su ogni strada, su ogni volto, su ogni silenzio che si fa troppo lungo.
Una storia che ti afferra per la gola e ti costringe a guardare dritto negli occhi la ferocia della miseria, l’odio settario, la violenza patriarcale e l’ipocrisia della classe dirigente.
Eppure, nella tenebra, l'autore, tra la fuliggine, il fumo, la cenere, la pioggia che sporca qualsiasi cosa tocchi, sa trovare bagliori di struggente umanità. E la bellezza seppure mutilata di chi lotta per restare integro.
Jimmy Dreghorn è un ex soldato, sopravvissuto alle trincee della Somme, oggi poliziotto in una città che non ha pietà per chi porta le cicatrici dell’onestà. La sua moralità è incrollabile, eppure è tutto fuorché un eroe senza macchia. È tormentato, colpevole, ferito. I suoi ricordi di guerra tornano come visioni oniriche e dolorose, tanto vivide da confondersi con il presente. Lo vediamo chinarsi su un bambino assassinato dal padre e comprendere che la brutalità non finisce mai, cambia solo scenario.
Jimmy è uno che ha visto l’inferno in guerra, e ora lo rivede in casa. È il filo teso tra la coscienza e il compromesso. Non vuole essere un eroe, ma lo diventa proprio per la sua riluttanza. La sua forza sta nel non scendere mai a patti con l’indifferenza. E questa è forse la cosa più rivoluzionaria che possa fare in un mondo come il suo.
È prigioniero di un passato che non lo lascia andare. Ogni cadavere è anche un ritorno, ogni indagine una nuova trincea. È un uomo che cerca redenzione, non per un peccato preciso, ma per l’intero peso della storia che lo attraversa.
Archie McDaid, la sua spalla, è un gigante buono, un ossimoro vivente. Fisicamente imponente, ha una sensibilità che si coglie nei gesti piccoli. Rappresenta il bisogno disperato di umanità in un corpo forgiato dalla brutalità.
Billy Hunter, capo dei Billy Boys, è il volto del carisma tossico. Antico amico di Jimmy, è ciò che Jimmy avrebbe potuto diventare, se avesse scelto la via del potere anziché quella della giustizia. Hunter è seduttivo e orribile, il male che indossa il sorriso.
Lizzie Logan, la testimone, è la voce silenziata, la madre che vede troppo e non può parlare, l’amica impotente.
Glasgow è protagonista tanto quanto i suoi abitanti. L'autore la descrive come un corpo vivo e malato: pulsante, frantumato, bellissimo nella sua rovina. Le gang dominano le strade, i cattolici e i protestanti si massacrano non solo per fede ma per appartenenza, identità, sopravvivenza.
La povertà è totalizzante. I vicoli, la fame, le punizioni, i padri violenti: tutto concorre a costruire un mondo dove la violenza è l’unica lingua madre. La classe operaia è ridotta all’osso da disoccupazione, guerra, sfruttamento. Eppure, nei frammenti, si intravede ancora un'umanità che non si lascia del tutto piegare. Come nei piccoli gesti di Lizzie, o nei silenzi di Archie.
Sull'orlo del baratro parla di giustizia, che spesso è solo apparenza. Il sistema è corrotto: la polizia è divisa tra chi protegge i potenti e chi cerca la verità. I crimini dei ricchi vengono nascosti, quelli dei poveri esibiti come monito. Jimmy si muove in questo labirinto morale con l’ostinazione di chi sa di combattere una battaglia già persa, ma la combatte lo stesso. Perché arrendersi significherebbe diventare come quelli che odia.
La colpa, in questo romanzo, non è mai solo individuale. È storica, sociale, ereditaria. I figli pagano per i peccati dei padri, e le donne per i silenzi della società. La guerra ha lasciato un trauma profondo in ogni angolo della città, e il presente è un susseguirsi di tentativi falliti di dimenticare.
Sull'orlo del baratro è un romanzo cupo, sì.
Spietato.
Ma anche profondamente empatico.
Robbie Morrison riesce a scrivere con la precisione di un chirurgo e l’anima di un poeta.
Ogni pagina è una discesa negli inferi, ma anche un grido di bellezza lanciato nel buio.
Quando si riesce a coglierlo, ci si sente meglio, dopo una lettura che mette a dura prova tutte le nostre emozioni.
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