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mercoledì 10 settembre 2025

Recensione: MIMICA di Sebastian Fitzek

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Fazi, oggi vi parlo di Mimica di Sebastian Fitzek.

MIMICA

di Sebastian Fitzek
Editore: Fazi
Pagine: 348
GENERE: Thriller psicologico
Prezzo: 10,99€ - 19,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2025
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Un leggero tic all’angolo della bocca, il minimo movimento della palpebra, un involontario gesto della mano sono sufficienti a farle intravedere la vera essenza di una persona: Hannah Herbst è la più nota esperta tedesca di mimica facciale, una sorta di macchina della verità umana specializzata nei segreti del linguaggio del corpo. Vive a Berlino insieme al marito e ai figli e, in quanto consulente della polizia, ha già fatto condannare diversi criminali violenti. Un giorno, però, Hannah si risveglia in una stanza d’albergo, con le mani legate, senza alcun ricordo; ha subito un’operazione chirurgica che le ha causato la perdita della memoria, e si ritrova alla mercé di un uomo sospettato di essere un pericoloso killer... Ma il caso che dovrà risolvere è un altro, e sarà il più difficile della sua carriera. Una donna ha confessato di aver ucciso la propria famiglia in modo brutale. Solo il figlio più piccolo, Paul, è sopravvissuto. Una vicenda scioccante, che ha sconvolto la Germania intera. Dopo la confessione, la madre è riuscita a fuggire dal carcere. Sta forse cercando il figlio per completare la sua sanguinaria missione? Hannah Herbst ha a disposizione soltanto il breve video della confessione per incastrare la madre e salvare Paul. C’è soltanto un problema: l’assassina del video è Hannah stessa! Sebastian Fitzek, il più importante giallista tedesco, ha colpito ancora: Mimica, bestseller da un milione e mezzo di copie vendute in Germania, è un vero e proprio thriller da maestro, capace di manipolare il lettore dalla prima all’ultima pagina.

RECENSIONE

Dimenticate i thriller che avete letto finora. Cancellate l'idea di un mistero da risolvere comodamente seduti in poltrona. Sebastian Fitzek, con Mimica, non vi porge un puzzle; vi frantuma lo specchio dell'identità e vi chiede di ricomporre la vostra immagine usando schegge insanguinate. È un bisturi che incide le certezze, una vertigine che vi risucchia in un abisso dove il mostro più terrificante ha il vostro stesso volto. 

La protagonista, Hannah Herbst, non è semplicemente un'eroina. È un'eco, un guscio vuoto che il lettore è costretto a indossare. La sua amnesia non è un espediente narrativo, ma la tela su cui Fitzek dipinge il terrore assoluto: quello di non potersi fidare di sé stessi. La sua maestria nella "mimica facciale", la capacità di leggere la verità sui volti altrui, diventa la sua condanna più crudele. Come può decifrare il mondo se non può decifrare la donna che la fissa da un video di confessione, una donna che è lei ma al tempo stesso un'estranea mostruosa? 

Accanto a lei, Lutz Blankenthal, "il Chirurgo", non è un semplice carceriere. È un catalizzatore di caos, un aguzzino che si trasforma in un improbabile compagno di viaggio nell'incubo. Ogni sua azione, ogni sua parola, è calcolata per smantellare le residue sicurezze di Hannah – e le vostre. 

Ma è scavando più a fondo che Fitzek sferra il colpo mortale. I temi di questo libro sono lame affilate. Si parla della fragilità dell'identità, certo, ma si va oltre. Si esplora la natura stessa del male, non come un'entità astratta, ma come un seme che può germogliare nel terreno più fertile e insospettabile. Il caso del "Pescatore" non è solo uno sfondo, è una tesi agghiacciante sull'idea di poter estirpare la malvagità prima che fiorisca, un delirio di onnipotenza che infetta la narrazione. 

L'autore ci costringe a porci la domanda più scomoda: e se l'orrore non fosse fuori, nel buio, ma dentro, seduto al nostro tavolo, con il sorriso più innocente? L'apice del terrore si raggiunge quando la logica si inverte, quando la vittima diventa carnefice, e il salvatore diventa il vero pericolo. Lo stile di Fitzek è implacabile. Capitoli brevi come pugnalate, un ritmo che non è incalzante, è asfissiante. 

Ogni pagina chiusa è un respiro che non sapevate di aver trattenuto. L'autore non vi guida per mano; vi spinge giù dalle scale, vi chiude in stanze buie e vi costringe a guardare. Usa la narrazione come un'arma psicologica, confondendo sogno e realtà, memoria e menzogna, finché anche voi, lettori, vi chiederete se ciò che avete letto sia davvero accaduto. 

Questa volta non voglio parlavi troppo della storia nè dei personaggi, e sì, non voglio nemmeno travolgervi con le mie emozioni che terrò un po' più per me. Perchè? Ho deciso che questo libro merita di essere letto in tutta la sua interezza senza sapere molto prima di affrontarlo. Non dovete sapere nulla e scoprire piano piano cosa l'autore è riuscito a creare intorno a voi, come una gabbia, una fitta ragnatela che arriva quasi a soffocarvi. La rivelazione finale per me è stata allucinante. Una doccia fredda, un pugno in faccia che mi ha cambiato i connotati.
Ecco, non vi dirò altro.
Sono solo tanto ma tanto curiosa di vedere la vostra faccia quando chiuderete il libro e direte: OH. CAZZO.
Perchè so che così andrà a finire.

Mimica è un capolavoro di ingegneria della paura. È un'iniezione di adrenalina e paranoia pura che continuerà a scorrervi nelle vene molto tempo dopo aver letto l'ultima, devastante parola. 
Non leggetelo se cercate una semplice distrazione. 
Leggetelo se avete il coraggio di affrontare la possibilità che la verità più spaventosa sia quella che il vostro corpo urla in silenzio, mentre la vostra bocca sorride. 
A dir poco: IMPERDIBILE.

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