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giovedì 24 marzo 2022

Recensione: ROMA CALIBRO ZERO di Mauro Marcialis

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice SEM, oggi vi parlo dell'ultimo romanzo Thriller di Mauro Marcialis, dal titolo Roma Calibro Zero.

roma calibro zero

di Mauro Marcialis
Editore: SEM
Pagine: 210
GENERE: Thriller
Prezzo: 8,99€ - 17,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2022
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
A Roma, una soffiata porta il commissario Gianni Giunti e l’assistente Flavio Fiore a irrompere in uno stabile fatiscente nel quartiere San Lorenzo, dove trovano tre tossicodipendenti in stato confusionale e il cadavere di una ragazza violentata. Il caso sembra risolto in partenza, ma niente è come appare: lo stupro è avvenuto post mortem e la ragazza è deceduta in un luogo diverso dall’edificio in cui è stata ritrovata, mentre era in compagnia di una persona appartenente all’élite della Roma bene, un uomo che una consorteria criminale ha l’incarico di proteggere. Ben presto è chiaro a tutti che una serie di insospettabili hanno interesse a depistare le indagini, così come è chiaro che anche all’interno della polizia c’è qualcuno che, per motivi di forza maggiore, è stato costretto a sporcarsi le mani. Da un autore tra i più interessanti degli ultimi anni, un romanzo avvincente, dal ritmo serrato e dai risvolti profondamente umani, che racconta gli angoli di una città dove sembra che non si salvi nessuno. Una storia di affari loschi e conflitti tra gang, tradimenti e vendette, omicidi ed estorsioni, in una Roma sempre più allucinata, una città dove il degrado delle borgate si contrappone all’opulenza delle feste più esclusive.

RECENSIONE

Roma Calibro Zero è un thriller ambientato in una delle città più belle ma al contempo disgraziate. Flavio Fiore fa parte della Full Roma, il gruppo di poliziotti che insieme al capo, soprannominato Gannico, si occupa di tenere sotto controllo la criminalità della città. 

Ma un giorno, per caso, una soffiata li conduce nel quartiere San Lorenzo, dove in una baracca fatiscente, ci sono tre extracomunitari drogati e sfatti. Tutto nella norma, se nella stanza a fianco, non ci fosse anche un cadavere. 
Lorena Giacchetti. 
Quindici anni. 
Drogata.
Violentata e uccisa. 

Sembra tutto molto semplice. 
I tre neri vengono subito accusati e portati in centrale. Strafatti, drogati, immischiati fin dentro le viscere nel commercio della droga, sono i colpevoli ideali per chiudere subito la faccenda. 
Ma qualcosa non torna. 

Si scopre quasi subito che Lorena è stata uccisa da un’altra parte e poi portata in quella baracca. E soprattutto, è stata abusata dopo la sua morte. 
Un fatto scatena il dubbio di tutti: il suo cellulare sembra scomparso. 

All’apparenza, questa storia somiglia a tante altre. Da un lato ci sono i poliziotti buoni e dall’altro i cattivi. Beh, non è così. Flavio, Gannico e gli altri del gruppo, non sono affatto buoni. Le descrizioni che l’autore fa di come provano a estorcere notizie maggiori ai neri catturati, sono da cinema horror.

Eppure non è solo questo. 
Flavio ha una famiglia complicata alle spalle. Lui vive per il suo lavoro, è diventato l’ombra di Gannico, che per lui è il gladiatore per eccellenza, quello da seguire, e all’occorrenza, da imitare, con la consapevolezza di non poterlo raggiungere mai. – Io che, senza di lui, sarei forse stato solo uno sbirro di condominio. 

Flavio ha una moglie con cui non va più d’accordo. E un figlio che, a causa di un incidente, è diventato tetraplegico. Non ci sono i soldi per curarlo. L’esistenza di Flavio è un incubo e il lavoro diventa l’unica valvola di sfogo in una vita che vuole inghiottirlo. 
Ama la moglie, ama il figlio, ma molto spesso fugge perchè non ha la forza e il coraggio di affrontare l’evidente declino. Non riesce a mantenere viva la speranza che suo figlio possa guarire. – Prima c’era il desiderio, ora la compassione. Prima il trucco significava una serata romantica, ora il trucco è tentare di resistere fino a domani. 

E se un giorno, qualcuno venisse da te e ti dicesse che puoi avere la possibilità di salvare tuo figlio, ma in cambio devi sporcarti le mani? 
È quello che succede a Flavio. 
Gli viene chiesto di contrattare con la criminalità e così potrà ottenere le cure per guarire Riccardo. 
Lui accetta e scopre cosa realmente si cela dietro l’omicidio di Lorena. 

Lei era una baby squillo, uccisa da un alto esponente della Roma bene, che i criminali hanno il compito di proteggere. 
Nessuno rimane fuori da questa folle corsa verso l’inferno. 
C’è qualcuno anche all’interno della procura che ha le mani legate. E in questo marasma di lotte, corruzione, omicidi ed estorsioni, emerge un’umanità lacerata e priva di futuro. 
Commoventi le pagine che l’autore dedica alla famiglia di Flavio. Quello che Annalisa è costretta a fare per il figlio, quello che lo stesso Flavio decide di accettare pur di salvare il salvabile. 

Ammetto che la storia non mi ha fatta impazzire. Ecco, quando ho letto 'baby squillo', ho pensato: ci risiamo.
È scritta con un linguaggio crudissimo, e questo l’ho apprezzato molto. Non sono per le storie addolcite, mi piace che da un libro venga fuori un urlo di verità. E posso confermare che qui ce n’è fin troppa. 
Ciò che mi ha colpito in positivo è lo stile dell’autore, è come un treno a piena velocità. Non si ferma un attimo. Parole che si susseguono senza darti respiro. 

Da un lato abbiamo il contesto criminale, il mondo delle baby squillo, il concetto di giustizia fai da te, e il ruolo della polizia un po’ barcollante. E da un altro lato, troviamo la parte umana, che è quella che mi ha convinto maggiormente. – Siamo al limite, entrambi, ma Annalisa è rimasta al fronte, nuda e in prima linea, mentre io mi sono defilato nelle retrovie, con un giubbotto antiproiettile e dietro gli abiti succinti di una puttana. 

Non nutro alcun dubbio che l’autore sia capace di raccontare entrambe le dimensioni, dosando le emozioni e i sentimenti. A tal proposito ho riscontrato la bravura di andare a fondo nelle imperfezioni dell’anima dei personaggi, scorticando tutto ciò che di vivo ma anche putrido, è conservato nei loro cuori. 

Cuori un po’ anneriti, esattamente come è il cuore di Roma. 
Una città in cui, afferma uno dei personaggi: “la grande bellezza è solo un documentario.” 
Perchè nemmeno la speranza del futuro forse ritrovato di un ragazzino tredicenne può riscattare la devastazione di un mondo che ti spezza le gambe e tu continui a camminare, perchè continui a farlo, anche se sei zoppo. – La giustizia è divina per questo motivo, nel mondo terreno non si osserva quasi mai.

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