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mercoledì 17 luglio 2024

Recensione: CYBER BLUFF di Ginox

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Eris, oggi vi parlo di Cyber bluff di Ginox.

cyber bluff

di Gynox
Editore: Eris 
Pagine: 64
GENERE: Saggio
Prezzo: 6,00
Formato: Cartaceo
Data d'uscita: 2021
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Utilizziamo internet per qualsiasi cosa: informarci, acquistare, studiare, divertirci, comunicare. Spesso ci sembra impossibile distinguere la rete dal servizio che si utilizza: il web è Google, Instagram, Facebook. Sono poche le persone che si interrogano sulla rete a cui questi servizi si appoggiano per capire da dove viene, com'è nata e da chi è controllata. Sappiamo come funziona questo strumento, questa rete che è onnipresente nelle nostre vite? Sappiamo dove vanno i nostri dati e chi ne trae profitto? Abbiamo davvero bisogno di comunicazioni istantanee? Internet è davvero democratico? Questo libro descrive i servizi online più diffusi, raccontandone la genesi, il funzionamento, e fornendo alcuni consigli utili per utilizzarli in maniera più consapevole. Utilizzando il QR code all'interno del libro è possibile inoltre scaricare un documento di approfondimento con schede e consigli tecnici.

RECENSIONE

Cyber bluff di Ginox è un piccolo saggio di poche pagine con una copertina molto accattivante che ci apre le porte di Internet, questo mondo virtuale che ormai è diventato un mantra per chiunque. 

Non facciamo nulla se non passiamo prima da Internet; non studiamo, non leggiamo, non impariamo, non capiamo se prima non siamo passati da Facebook, Google, Instagram. Tutta la nostra vita gira intorno a questi grandi colossi che apparentemente sembrano venirci incontro e aiutarci in base a quello che ci serve fare o sapere, in realtà cosa si nasconde dietro il mondo dorato di Internet? 
Non devo spiegarvi che di dorato c’è ben poco, a cominciare dalle truffe e dagli episodi poco gentili ed empatici riguardanti l’uso dei social. 

Mi sono sempre chiesta i nostri dati, che viaggiano nella rete, indifesi e ingenui, che fine facessero. L’autore ci racconta com’è nato Internet, a partire dagli anni 60 e per ogni decade sceglie un episodio a cui fare riferimento per spiegare i cambiamenti e ciò che viene apportato di nuovo o meno all’interno di questo sistema inafferrabile. 

Per noi comuni mortali, almeno per me, è tutto così confusionario che al solo pensarci mi viene il mal di testa, ecco perché ho deciso di leggere questo libro, per farmi un’idea mia su cosa si cela dietro a questo mondo che sembra usarci e sfruttarci senza che ce ne accorgiamo. 

L’autore ci porta all’interno di questa realtà frammentata facendoci degli esempi, cercando, con un tono serio e spesso ironico, di farci capire come questo sistema è stato costruito e in che modo siamo arrivati a giorni nostri. La parte che mi è piaciuto di più leggere è stata quella relativa allo studio dei social, come sono nati e quali erano i presupposti su cui dovevano basarsi. 

Non è un mistero che i social oggi controllino la vita di gran parte di noi. Ci dicono quello che dobbiamo fare, in che modo dobbiamo essere e spesso mettono in crisi le persone più fragili quando si rendono conto di non essere all’altezza dello stereotipo. 

Ma c’è anche un altro aspetto di cui si parla poco: i siti di incontri che avendo estremizzato l’input del social, ossia di centralizzare l’uso del corpo, non fanno altro che proporre un sistema che all’apparenza sembra altruista, cioè aiutare le persone a trovare la loro anima gemella, vedi Tinder, ad esempio, in realtà ci sono fini ben più cospiratori e per nulla generosi come invece si potrebbe pensare in partenza. 

Lo stesso vale per i social media come Instagram o simili, raccolgono quotidianamente i nostri dati; siamo dei lavoratori per queste grandi aziende perché usano ciò che facciamo e postiamo e lo fanno diventare un profitto. Lavoriamo quindi senza essere pagati e le persone che non possono vivere senza social, sono proprio quelle che vengono considerate lavoratori modello. 

Ci avete mai pensato? Io, no, purtroppo. 
E adesso ho i brividi. 
Perchè so che sto facendo guadagnare qualcuno che nemmeno conosco per la mia semplice presenza su un social qualunque, e so che più è forte la mia presenza, meno è difendibile la mia libertà.

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