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sabato 17 giugno 2023

Recensione: PRIMA DEL DILUVIO di Dolores Redondo

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Rizzoli, oggi vi parlo dell'ultimo romanzo pubblicato da Dolores Redondo, dal titolo Prima del diluvio.

prima del diluvio

di Dolores Redondo
Editore: Rizzoli
Pagine: 552
GENERE: Thriller
Prezzo: 10,99€ - 20,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2023
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Glasgow. Alla fine degli anni Sessanta un uomo ribattezzato dalla stampa “Bible John” uccise tre giovani donne, tutte con caratteristiche fisiche simili, adescate in un club notturno della città. L’assassino si presentava con un volto pulito e le carte giuste per convincere una ragazza a passare del tempo con lui, per poi stringerla nel suo abbraccio mortale. Non verrà mai arrestato. Quindici anni dopo Bible affolla ancora le pagine di cronaca nera, perché ogni tanto capita che un delitto mostri proprio la sua impronta. E l’investigatore Noah Scott Sherrington ne è ossessionato, convinto com’è di poterlo trovare, anche se nessuno ci scommette più. Ma non importa. La caccia non si deve fermare e in una notte di pioggia, sulla sponda limacciosa di un lago, Sherrington è davvero a un passo da lui, poi il cuore ha un’esitazione, cede, e l’investigatore non può andare oltre. Noah è cardiopatico e non dovrebbe condurre questo tipo di indagini. Eppure è solo da qui che la corsa per catturare il serial killer accelera e approda a Bilbao, dove sembra che Bible sia fuggito a bordo di un cargo partito dalla Scozia. È il 1983 e la città ignora ciò che si sta preparando: sono i giorni prima del diluvio, o meglio di un’alluvione che metterà in ginocchio una popolazione intera, ed è in queste ore che Sherrington e Bible consumeranno, forse, il loro ultimo duello.

RECENSIONE

Prima del diluvio è un thriller angosciante e veritiero perchè allude a fatti realmente accaduti riformulandoli grazie alla maestria dell’autrice che imbastisce una storia in cui il serial killer è Bible John, un assassino che tra il 1968 e 1969 ha ucciso tre donne a Glasgow. Un uomo che nella realtà non è stato mai trovato, ma che nel libro della Redondo ha una storia molto diversa. 

Infatti il vero protagonista del romanzo è l’investigatore Noah che, quindici anni dopo, sta per catturare il serial killer, ma proprio nel momento cruciale è vittima di un infarto. Il colpevole fugge e l’uomo finisce in ospedale. È così che inizia la vicenda e procede con Noah che tenta lentamente di ristabilirsi e di ricominciare le indagini per catturare il fuggitivo. 

L’investigatore è molto diverso dai personaggi dello stesso genere a cui siamo abituati. Non è un arrogante, né solitario, o taciturno, e non è nemmeno immune alle emozioni, anzi, è un tipo fragile, cardiopatico, malato, che lotta continuamente per vivere. Questo contribuisce a dare alla narrazione un ritmo che si alterna tra la calma piatta e la tempesta. Non a caso, lo stile dell’autrice è frenetico ma anche profondamente sospeso, regalandoti una narrazione che si muove su più livelli: la fuga, la ricerca, la lotta e infine la vittoria, ma per chi? Noah, con tutti i suoi acciacchi, è davvero l’uomo giusto per catturare Bible John? 

Non lo sappiamo fino a quando non chiudiamo il libro perchè l’autrice è molto brava a condurci in un’indagine dove nulla è scontato, complice la presenza dell’acqua e del diluvio. Anche questo elemento allude a un fatto realmente accaduto, ossia l’alluvione del 1983 a Bilbao. La scelta del tema della pioggia è una costante delle sue opere, in modo particolare in questo romanzo dove il temporale ha una funzione centrale. Sia ambientale che psicologica. 

Infatti, collegare l’elettricità e il clima di tensione provocato da un imminente diluvio all’instabilità di una mente assassina come fa l’autrice, significa rivestire di un significato profondo anche l’elemento naturale che diventa parte integrante della vicenda. Sembra quasi esserci una connessione tra l’elettricità e il danno provocato da un temporale con l’espandersi di una mente criminale che allunga sempre di più i suoi artigli sull’umanità più indifesa e fragile. 

Non avevo mai letto questa autrice ed ho trovato uno stile accattivante, che inizia lentamente ma che poi ti cattura pagina dopo pagina. La Redondo è la classica autrice da cui non puoi scappare. Una di quelle che ti mettono davanti agli occhi gli errori e gli orrori e tu li devi sopportare o imparare a superare, senza alternativa. I suoi personaggi non sono mai degli eroi, anzi, appaiono molto più fragili  di ciascuno di noi e preda di emotività che se mal gestite, possono condurli alla distruzione. 

Le riflessioni che ne scaturiscono sono sia morali che politiche, ma in fin dei conti, ciò che ci lascia addosso questa lettura è la consapevolezza che poco importa comprendere i fatti, bisogna capire le persone. 

È un po’ questa la chiave di un thriller ben scritto, secondo me. Poca differenza morale tra un buono o un cattivo, mentre ciò che conta è concentrarsi su ciò che i personaggi riescono a trasmettere, cosa ti lasciano, soprattutto quando la scelta migliore che si possa fare è quella di non scegliere un bianco o un nero, ma un grigio, perchè nessuno è incorruttibile. 
E l’innocenza, amici miei, non è mai stata una certezza, piuttosto una chimera, dalla quale i grandi autori ci mettono in guardia. Ognuno a modo proprio.

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