Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Solferino, oggi vi parlo del nuovo romanzo di Marliù Oliva, questa volta dedicato a Didone e a Enea, dal titolo L'Eneide di Didone.
di Marilù Oliva Editore: Solferino Pagine: 224 GENERE: Romanzo Prezzo: 9,99€ - 16,50€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2022 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟
Trama:
Didone ha conquistato con l’astuzia una terra per il suo popolo, i Fenici, sulle coste africane. Regina senza re, ha fondato Cartagine, l’ha cinta di mura, l’ha dotata di leggi. Ma è assediata dall’avidità dei capi nomadi, stanca delle quotidiane fatiche diplomatiche, preoccupata per il futuro e si sente sola. Un giorno approdano le navi degli stranieri: sono fuggiti da Troia in fiamme e li guida un eroe di cui lei ha udito cantare le gesta, Enea. Comincia così una delle più grandi storie d’amore, tradimento e disperazione mai raccontate, immortalata nell’Eneide di Virgilio. Ma c’è una voce da cui non l’abbiamo mai sentita narrare: quella della protagonista, Didone stessa, donna forte e sopravvissuta a mille traversie che pure si uccise per amore. O almeno, questo è ciò che sappiamo. Ma come sono andate «davvero» le cose? Qual è la versione al femminile dietro alla partenza di Enea da Cartagine e al suo viaggio verso la penisola italica, che portò alla fondazione di Roma? Meglio di chiunque altra lo sanno forse due dee, Giunone e Venere: l’una è la guida agguerrita di Didone, l’altra è l’amorevole protettrice di Enea. E un conflitto divino farà da sfondo a una sorprendente avventura umana sulle due sponde del Mediterraneo, che cambierà le sorti del mondo.
Con audacia e talento, Marilù Oliva entra nei pensieri e nei sentimenti di una delle più appassionate e tragiche eroine della letteratura d’ogni tempo. Arricchendone la vicenda non solo di sfumature e intuizioni, ma di avvincenti e inattese svolte narrative, dimostra ancora una volta l’inesauribile potenza del mito. E delle donne.
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RECENSIONE
L’Eneide di Didone è la rivoluzione al femminile di quella storia che forse tutte noi avremmo voluto leggere.
La guerra di Troia, chi non la conosce? L’abbiamo studiata tutti a scuola, come abbiamo studiato Enea, i suoi viaggi e il suo incontro con Didone, regina forte e determinata, così diversa da tutte le altre donne. Indifferente alle debolezze e alle smancerie femminili. Molto pratica, energica, mascolina dal punto di vista del carattere che la fa diventare non solo una sovrana, ma anche una condottiera che fonda Cartagine e che mette in salvo il suo popolo.
Didone è una donna che non sembra tale per l’epoca in cui vive. Rispetto al suo Enea, l’uomo che con i suoi racconti gloriosi fatti di guerra e di illustri natali, attrae tutte le donne e gli uomini fenici, tranne lei.
Oh, sì, perchè attraverso le parole dell’autrice, a Didone viene finalmente conferita quella dignità che gli è stata strappata di proposito nell’opera di Virgilio.
Didone non crede che gli Dei siano interessati alle vicende umane, e ride quando Enea racconta di essere figlio di Venere. Una bella illusione, pensa, perchè Didone è una donna con i piedi per terra, che ha amato immensamente il marito, ucciso, poi, da suo fratello, Pigmalione, per impadronirsi delle sue ricchezze.
A cosa servono gli Dei se non a complicarci la vita?
Indi, è una donna che ha vissuto la sofferenza, e perdonatemi, se non è molto romantica, o sdolcinata, o pronta a farsi incantare. È una donna tutta d’un pezzo, che non ha paura, che combatte e che spera in un futuro migliore per il suo popolo.
Ecco, eppure, Virgilio cosa fa nell’Eneide?
La fa morire suicida quando, dopo aver passato una notte con Enea, scopre che lui vuole abbandonarla.
Insomma, le ragioni vacillano.
Ed è proprio questo che Marilù Oliva vuole evidenziare nella parte finale di questo romanzo. Spiega il perché di questa scelta di scrivere una storia cambiando la storia stessa.
Come poteva Didone, donna forte e senza paura, cedere alle lusinghe di un uomo come Enea, chiaramente straniero, che era lì solo di passaggio, e addirittura togliersi la vita perché lui la lascia?
Qualcosa non quadra.
La risposta che ci fornisce l’autrice è chiara e lucida: ancora una volta è la donna ad andarci di mezzo.
Virgilio, evidentemente, seguendo il pensiero dell’epoca, non fa altro che usare Didone e la rende un personaggio sottomesso al volere maschile, calpestandone la sua dignità.
In altre parole, Enea doveva uscirne in modo pulito, quindi come fare per far sì che l’eroe guerriero, e aggiungerei maschilista come il suo stesso autore, abbandonasse Didone senza macchiare la sua nomea? L’unico modo per rendere l’eroe ancora più eroe, era inventarsi che una donna come Didone, una vera regina, si uccidesse per lui, rafforzandone, così, il merito e il valore.
Non è amore se poi ti ammazzano.
E se invece fosse accaduto il contrario?
Se Didone non si fosse uccisa, ma avesse ucciso?
Non vi dico oltre perchè questo è un romanzo che dovete assolutamente leggere.
Rimarrete stregati dallo stile ricercato ma fluido dell’autrice. Vi innamorerete delle storie antiche che vengono raccontate attraverso le voci flebili ma intense dei personaggi. Vi sembrerà di essere lì, in mezzo a Dei e a uomini, tra le mura di dimore senza tempo, a contatto con anime eterne.
E poi, credetemi, rimarrete scioccati nello scoprire fin dove la fantasia di Marilù Oliva arriva.
Sarà una piacevole lettura, come lo è stata per me.
Una lettura tutta al femminile, che finalmente cambia il corso della storia.
Finalmente è donna.
Con la D maiuscola.
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