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martedì 4 agosto 2020

Recensione: IL DELTA DI VENERE di Anais Nin

Buongiorno! Oggi vi parlo di un'opera per me inusuale, ossia un'antologia di racconti erotici scritta da Anais Nin, dal titolo Il delta di Venere. Un'opera che può far storcere il naso a chi non ama questo genere, ma vi posso assicurare che non è solo quello che sembra, ma molto di più. 

il delta di venere
di Anais Nin
Editore: Bompiani
Pagine: 300
GENERE: Racconti erotici
Prezzo: 6,99€ - 17,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2014 
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Un misterioso collezionista di libri nel 1940 offrì a Henry Miller cento dollari al mese per scrivere dei racconti erotici. Miller cominciò entusiasta, ma si stancò presto e passò l’incarico all’amica Anaïs Nin che aveva bisogno di soldi. “Cominciai a scrivere ironicamente, divenendo così improbabile, bizzarra ed esagerata che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualità” ricorda Anaïs Nin. “Passavo i giorni in biblioteca a studiare il Kama Sutra, ascoltavo le avventure più spinte degli amici... Tutte le mattine, dopo colazione, mi sedevo a scrivere la mia dose di pornografia... ”Solo ogni tanto riceveva una telefonata dal mandante.Una voce diceva: “Va bene. Ma lasci perdere la poesia e le descrizioni di tutto quello che non è sesso. Si concentri sul sesso”. Nacquero così questi racconti erotici che si possono meritatamente annoverare tra le opere della letteratura erotica di maggior successo.

RECENSIONE

Il delta di venere di Anais Nin è un’opera chiaramente erotica, un compendio di racconti incentrati sulle arti amatorie e sulle relazioni esclusivamente sessuali che s’instaurano tra personaggi di vario tipo, appartenenti a classi sociali molto diverse e rappresentanti di mondi altrettanto contrastanti, che riescono a unirsi seppur per poco tempo, proprio grazie al sesso. 

Come la stessa scrittrice ammette, questi racconti le furono commissionati, e lei, seppur riluttante a dedicare la propria penna a questo genere di scrittura, peraltro abbastanza fraintendibile, decide di accettare esclusivamente per una questione economica. In altre parole, chiarisce, che la letteratura erotica fa certamente guadagnare e lei aveva bisogno di sbarcare il lunario. E poi c’è sempre la velata consapevolezza che nessuno riesca a raccontare meglio la sessualità femminile se non una donna stessa. 

A questo proposito va citato l’intimo e profondo rapporto di amicizia che legava Anais Nin a Henry Miller e a sua moglie. La loro era una relazione a tre che oltre ad avere evidenti riscontri all’interno della vita privata dei tre personaggi, permise alla scrittrice di entrare in contatto con diverse personalità di riguardo dell’epoca, e di approcciarsi definitivamente all’arte della scrittura. 
È proprio a lei che dobbiamo una certa evoluzione all’interno della sessualità femminile, una sorta di riscatto, di appropriazione della dignità femminista anche da questo punto di vista che mostra come questi racconti non siano una semplice antologia erotica, ma una commistione poetica e carnale, istintiva e vagheggiante che si manifesta attraverso il linguaggio dei sensi e del corpo, in un modo che ne evidenzia la profonda conoscenza della sessualità sia maschile che femminile.

Il vecchio, dunque, non sapeva che le parole fanno entrare nella carne colori e suoni?

Il collezionista le disse più volte di non usare nessun tipo di alterigia poetica, ma di essere piuttosto diretta, persino volgare e poco incline alle sottigliezze, concentrandosi, piuttosto su una prosa diretta e veloce che non sprecasse tempo a deliziare gli occhi e la mente con metafore, giri di parole o altrettante figure retoriche, ma andasse direttamente al nocciolo della questione: la pornografia. Insomma, racconti basati sulle descrizioni semplici e funzionali dell’atto sessuale, senza eccessivi preamboli o deleterie paturnie. 

La Nin veniva dagli studi dedicati a D. H. Lawrence che le aveva insegnato come la prosa non sia altro che una dimostrazione onorevole di come adorare la poesia. Quello stile, da lei così tanto amato, eppure negato dal suo collezionista, promuoveva la poesia come strumento indispensabile per raccontare i piaceri della carne e per rendere vividi e reali i suoni e i colori della sessualità. Nonostante le direttive del collezionista, Anais Nin decise di scrivere a modo suo, creando un’opera che invece di denigrare a poco importante l’anima e la poesia, creava una nuova forma poetica in grado di consacrare l’eros a vero protagonista.Solo i battiti uniti del sesso e del cuore insieme possono creare l’estasi. 

Mentre all’epoca la letteratura francese si era già occupata dell’erotismo, con la Nin finalmente la donna ebbe il suo giusto ruolo all’interno di un sistema che la premiava con un posto in primo piano che anziché negare i propri desideri e le proprie caratteristiche in virtù di una sottomissione alla figura maschile, le consentiva di aprirsi e di prendere piena coscienza di sé, della propria mente e del proprio corpo, innalzando il sesso piuttosto che reprimendolo. 

Mi scivolava addosso come le note di un organo, facendomi vibrare.

In questi racconti la donna viene esplorata attraverso molteplici sfaccettature e non è più soltanto un semplice specchio in cui è l’uomo a doversi riflettere, e nemmeno la massaia che deve pensare alla casa e ai figli, ma è una creatura con pari dignità e desideri che dimostra come il sesso non sia soltanto un atto meramente carnale, ma una necessità soprattutto spirituale. 

Donne, uomini, ragazze, studenti, pittori, artisti, nobili, prostitute e giovani piene di virtù popolano questi racconti, alcuni più brevi, altri più lunghi, che non solo provano intensi desideri sessuali ma sono perfettamente capaci di viverli fino in fondo senza porsi alcun limite. È questo il tratto distintivo delle loro storie: non si fermano davanti a nulla, superando il moralismo, le leggi e le presunte virtù di qualsivoglia gerarchia sociale. Chi vive a pieno i propri istinti si rivela soddisfatto, chi invece, cerca di reprimerli, ne subirà le infauste conseguenze. 

Alcuni racconti possono rivelarsi eccessivamente forti, senza alcun tipo di ritrosia, mentre altri hanno il profumo della libertà, del selvaggio, di ciò che più avvicina l’uomo all’animale, pur lasciandolo pienamente consapevole del proprio spirito e del conseguente appagamento non solo sessuale ma esistenziale.

Non sapeva che quando in una donna l’erotico e il tenero si mescolano danno origine a un legame potente.

Il sesso non è solo carne o solo spirito. È un miscuglio di sensazioni, emozioni, sentimenti, che rendono queste storie ricche di particolari e di dettagli che ti rimangono impressi per la loro intensità esistenziale, e non soltanto fisica. I personaggi non sono semplicemente tratteggiati giusto per dare una base alla storia che li vedrà come protagonisti, ma sono perfettamente realizzati, approfonditi e importanti rappresentanti della loro epoca, del loro ruolo e delle loro scelte di vita. 

Lo stile è poetico, vivido e pieno di immaginazione. Non esiste mai una scrittura fredda o semplicemente descrittiva, c’è sempre qualcosa dietro, qualcosa di più profondo e mistico che coinvolge e fa riflettere prima ancora che scaldare.Si risveglia qualcosa nel corpo, qualcosa di indistinto e oscuro, una nuova sensazione, una nuova specie di appetito e di inquietudine. 
La scrittura è corposa, così come quello che racconta. Impossibile scovarvi qualcosa di banale o di scontato. È un mondo pieno di sensazioni che si apre allo sguardo di chi ha il coraggio di dargli un’occhiata. A chi vuole lasciarsi trasportare dall’immaginazione, cibando la mente con la magia di una scrittrice che ci ha reso tutte un po’ più libere.

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