Buongiorno! Con molto entusiasmo ho letto Quella vita che ci manca di Valentina D'Urbano, convinta che avrei ritrovato lo stesso stile e la stessa intensità dei suoi romanzi precedenti. Purtroppo non è stato così e dopo un iniziale interesse, ho perso un po' il coinvolgimento.
di Valentina D'Urbano Editore: Longanesi Pagine: 331 GENERE: Romanzo Prezzo: 3,99€ - 14,15€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2014 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
Gennaio 1991. Valentino osserva le piccole nuvole di fiato che muoiono contro i finestrini appannati della vecchia Tipo. L’auto che ha ereditato dal padre, morto anni prima, non è l’unica cosa che gli rimane di lui: c’è anche quell’idea che una vita diversa sia possibile. Ma forse Valentino è troppo uguale al posto in cui vive, la Fortezza, un quartiere occupato in cui perfino la casa ti può essere tolta se ti distrai un attimo. Perciò, non resta che una cosa a cui aggrapparsi: la famiglia. Valentino è il minore dei quattro fratelli Smeraldo, figli di padri diversi. C’è Anna, che a soli trent’anni non ha ormai più niente da chiedere alla vita. C’è Vadim, con la mente di un dodicenne nel bellissimo corpo di un ventenne. E poi c’è Alan, il maggiore, l’uomo di casa, posseduto da una rabbia tanto feroce quanto lo è l’amore verso la sua famiglia, che deve rimanere unita a ogni costo. Ma il costo potrebbe essere troppo alto per Valentino, perché adesso c’è anche lei, Delia. È più grande di lui, è bellissima – ma te ne accorgi solo al secondo o al terzo sguardo – e, soprattutto, non è della Fortezza. Ed è proprio questo il problema. Perché Valentino nasconde un segreto che non osa confessarle e soprattutto sente che scegliere lei significherebbe tradire la famiglia. Tradire Alan. E Alan non perdona. Questo è un romanzo sull’amore, spietato come solo quello tra fratelli può essere. Ma è anche un romanzo sull’unico altro amore che possa competere: quello che irrompe come il buio in una stanza piena di luce, quello tra un ragazzo e una ragazza, contro tutto e tutti. Cronaca di un successo: Gennaio 2012. Longanesi riceve il manoscritto di un romanzo che fin dalle primissime pagine si rivela straordinariamente originale e maturo. L’autrice ha 27 anni ed è alla sua opera prima. Maggio 2012. Il romanzo viene pubblicato col titolo Il rumore dei tuoi passi e la critica lo identifica ben presto come uno degli esordi migliori dell’anno: «Incipit fulminante, abilità costruttiva, scioltezza narrativa» (Ermanno Paccagnini, Corriere della Sera); «Un bel romanzo, intelligente, giovane ma non giovanilistico» (Valeria Parrella). Estate 2012. Inizia un inarrestabile passaparola. La voce si sparge tra i lettori, soprattutto fra i giovani, e il successo oltre che di critica diventa anche di pubblico. Tante lettrici e tanti lettori si affezionano a Bea e Alfredo e al loro tormentato amore, cresciuto come un fiore nel deserto della Fortezza. Primavera 2013. Esce Acquanera, il secondo romanzo di Valentina D’Urbano, e ancora una volta sorprende pubblico e critica per l’originalità e la forza dirompente della narrazione. Estate 2013. Il rumore dei tuoi passi esce in edizione tascabile Tea e in pochi mesi viene ristampato 4 volte. Nel frattempo il libro esce anche in Francia e in Germania presso importanti e prestigiosi editori. Ottobre 2014. Il quartiere occupato della Fortezza torna a essere il teatro del nuovo, attesissimo romanzo: Quella vita che ci manca.
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RECENSIONE
Quella vita che ci manca è un romanzo per alcuni aspetti simile al Rumore dei tuoi passi, sia perchè è ambientato nello stesso luogo, ossia la Fortezza, sia perchè la famiglia protagonista vive allo stesso modo di Beatrice e Alfredo, condividendo le stesse difficoltà e le stesse sofferenze.
Nonostante ciò, e nonostante le premesse ottime, non sono riuscita ad amare questo romanzo come il precedente.
La famiglia Smeraldo è composta da una mamma e quattro figli, Alan e Vadim avuti dallo stesso uomo, poi Anna che è la primogenita, e infine Valentino. Sono tutti maggiorenni e vivono arrabattandosi mentre la loro madre è più una presenza di contorno che un personaggio vero e proprio. Anche perchè non servirebbe, voglio dire, l’intento dell’autrice è quello di farci entrare a piene mani nella vita di questi ragazzi ognuno dei quali ha un passato non facile e un presente irrisorio. La prima è proprio Anna che vive per i fratelli, che si occupa di Vadim, che è un ragazzetto alto e bellissimo di venticinque anni che ha il cervello di un bambino di dieci. Lei se ne prende cura al posto della madre e al contempo assume quegli atteggiamenti tipici della donna di casa. I suoi fratelli la adorano e si fidano di lei, ma nonostante ciò, ci sono segreti che aleggiano nella famiglia e che non possono essere svelati.
Se non hai un lavoro te lo devi inventare.
Alan è il capo famiglia. Il ragazzo violento, perennemente arrabbiato, che è pronto anche a lavorare nella criminalità pur di guadagnare qualcosa e mantenere la propria famiglia. È immischiato in affari illegali, tra cui il rubare auto, e presto coinvolge anche il fratello minore Valentino. Il loro legame è fortissimo, come è forte quello che unisce l’intera famiglia. – Valentino sapeva che Alan non si sarebbe mai rivoltato contro la sua famiglia.
I fratelli Smeraldo vivono autonomamente come esseri indipendenti, con un proprio cervello e una propria identità, ma se guardi più a fondo ti rendi conto che sono l’uno il respiro dell’altro e che sono pronti a combattere per salvare il fratello in difficoltà, difenderlo fino alla morte.
In realtà tutti gli uomini con cui la loro madre è stata, per un motivo o per un altro sono andati via, quindi loro sono stati sempre abituati a vivere per conto proprio e a farcela con le proprie forze.
Alan è l’elemento stonato, quello inquietante, l’ombra in mezzo alla luce, quello che, diciamola tutta, porta Valentino sulla cattiva strada. Ma per lui ciò che conta è solo sopravvivere, poco importa come. – A vent’anni hai tutta la vita davanti e più niente da perdere.
I due vanno d’accordo soprattutto perchè è facile subire il fascino prepotente di Alan. O lo subisci o dovresti avere il coraggio di contrastarlo, e nessuno ha questo potere. Inoltre, Alan è affettuoso, a suo modo, irruente, e sa come farsi ascoltare. In qualche modo dimostra quell’affetto assoluto di cui i fratelli hanno bisogno. Hanno fame d’amore.
Il sangue si lava, il problema sono le cicatrici.
È proprio questa fame che porterà Valentino sulla strada di Delia, una ragazza di Trieste che non appartiene alla Fortezza. I due, dopo una serie d’incontri più ironici che accattivanti, s’innamorano perdutamente l’uno dell’altra. Ma Delia non va bene per Valentino per due motivi fondamentali: è più grande di lui e non è della Fortezza. Chi sancisce questa condanna è naturalmente Alan. Proprio lui che non si fida delle donne perchè in passato ha avuto una delusione che lo ha segnato nel profondo. Lui che è andato persino in galera, quando è uscito credeva che la sua donna, la polacca Caterina, lo stesse ancora aspettando, e quando scopre che lei è scappata via, è come se fosse impazzito e da allora agisce come un folle senza pensare alle conseguenze. Il suo carattere già forte e poco equilibrato, diventa imprevedibile. Agisce senza pensare e soprattutto desidera che tutta la famiglia faccia sempre e soltanto quello che lui decide. – I figli sono di chi se li cresce. I fratelli sono quelli che ti scegli.
Ma purtroppo Valentino non ci sta. Continuerà la sua relazione con Delia mettendo a repentaglio il suo rapporto con il fratello e l’intero equilibrio familiare.
Dalle persone che ti abbandonano
non puoi mai scappare.
La storia è interessante, lo stile dell’autrice riesce, come sempre, a farti immedesimare e a coinvolgerti. Ho apprezzato il personaggio di Alan, un po’ meno quello di Valentino. Vadim mi ha fatto tanta tenerezza e Anna è stata poco sfruttata. Delia non mi è piaciuta, sono rimasta indifferente davanti al suo personaggio. Questo è il risultato di un coinvolgimento da parte mia che non è avvenuto in modo completo, o meglio non è durato fino alla fine.
In principio ero molto esaltata dalla storia, riuscivo a leggere le stesse atmosfere di Il rumore dei tuoi passi e non vedevo l’ora di andare avanti, poi, ad un certo punto, tutto è cambiato. È come se il ritmo si fosse rallentato, ma non quello della storia, quello dentro di me.
Fanno l’amore per non ammazzarsi.
Ho perso l’entusiasmo e ho cominciato a leggere il resto come qualcosa di prevedibile. Anche la storia tra Valentino e Delia non mi ha coinvolto. Il modo in cui è raccontata non è intenso, doloroso, straziante come quello precedente. Certo, la loro storia è diversa, ma mi è sembrato che lo stile dell’autrice avesse perso parte del suo fascino. O magari quello che mi ha allontanato è stato il fatto che l’attenzione del lettore si disperde troppo tra i vari personaggi, senza essere incisivo riguardo a nessuno in particolare.
Il finale è in perfetto stile dell’autrice, anche se c’è un lieto fine quasi dovuto; un modo forse per riscattare quello che non c’è stato nel romanzo precedente.
Magari sono io che sbaglio, ma ho letto questa storia collegandola inevitabilmente al romanzo di Bea e Alfredo e non a caso, più di una volta, i due vengono menzionati. Quindi una volontà dell’autrice di relazionarli c’è necessariamente. Purtroppo però, il confronto è negativo perchè Quella vita che ci manca non ha la stessa intensità e nemmeno la stessa profondità. Ciò che condivide con l’altro è la crudeltà della vita, il realismo, le emozioni contrastanti, il dolore, la solitudine, la voglia di riscatto, ma manca lo struggimento e il tormento necessario per renderlo indimenticabile. È come se ti sfiorasse senza segnarti. E questo purtroppo non è colpa di nessuno. I capolavori sono unici e non si ripetono.
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