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giovedì 5 agosto 2021

Recensione: LA LUNGA IMPRESA. STORIA DEL MIO MATRIMONIO di Rick Moody

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la Casa Editrice La nave di Teseo, oggi vi parlo di un racconto autobiografico dedicato a Rick Moody, autore famoso che in questo scritto racconta la storia del suo secondo matrimonio e le sue dipendenze da sesso, alcol, e la malattia della depressione.

la lunga impresa. Storia del mio matrimonio

di Rick Moody
Editore: La nave di Teseo
Pagine: 320
GENERE: Romanzo autobiografico
Prezzo: 9,99€ - 19,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2021
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟 ½ 

Trama:
Mi chiamo Sebastian Lindstrom, e sono il cattivo della storia. Ho deciso di mettermi a nudo, di dire la verità per una volta nella mia ingannevole vita, non importa quanto possa essere oscura. E vi assicuro che è così oscura, che vi ritroverete a vagare per i recessi bui della mia mente, in cerca della maniglia della porta che non c’è. Non scambiatela per una confessione. Non sono in cerca di perdono, e in ogni caso non lo accetterei. I miei peccati mi appartengono. Mi tengono compagnia. Si tratta della vera storia di come l’ho trovata, rapita e poi persa. Era una dolce donzella e aveva già il suo principe azzurro. Ma ogni fiaba ha un cattivo, qualcuno appostato nell’ombra pronto a mandare tutto all’aria. Un mascalzone disposto a mettere il mondo a ferro e fuoco pur di ottenere ciò che vuole. Quello sono io. Il cattivo della storia.

RECENSIONE

La lunga impresa. Storia del mio matrimonio è un libro reale, a tratti persino assurdo, scritto da Rick Moody, un autore famoso non solo per i suoi scritti, ma anche per la sua vita travolgente. 
In questo testo ce la racconta, in modo piuttosto brusco, a tratti delicato, ma sempre vero, e mai pretenzioso. 

Un matrimonio fallito alle spalle, una dipendenza dal sesso, alcolismo e depressione, insomma una vita in cui è mancato per lungo tempo un equilibrio, che forse è arrivato con il secondo matrimonio che lui considera ciò che lo ha messo sulla buona strada. 
Ma è davvero così? 

La donna di cui dichiara essersi innamorato è Lauren, una fotografa e regista che sembra essere finalmente ciò che lui ha sempre desiderato. Ma le difficoltà non tardano ad arrivare, anzi, in realtà la vita di Moody è costellata da ostacoli, sia nell’ambito affettivo che in quello della salute fisica di se stesso e dei suoi familiari. Le donne, nella sua vita, sono una presenza costante, e il matrimonio con la prima moglie testimonia una relazione fredda, distaccata, in cui mancano il desiderio e il coinvolgimento e che giunge a termine con un accordo comune. 

 
Il mio motto era basta che respiri.

Da questo momento in poi, il suo racconto si colora di emozioni via via sempre più conturbanti e potenti. Con uno stile semplice, un linguaggio accondiscendente, comprensibile e immediato, ci troviamo di fronte un uomo che compie davvero tanti errori, ma che tiene tantissimo ai suoi figli ed è anche per loro che lotta fino alla fine. 
Non a caso, non abbiamo un racconto di vita felice, questo sia chiaro a tutti. 

C’è la perdita di un bambino, e anche altri eventi drammatici che colpiscono lui e la sua famiglia, davanti ai quali, prima o poi, Moody trova la forza di reagire grazie anche a chi gli sta accanto. La lettura non scorre sempre veloce, spesso il ritmo rallenta, perché in fin dei conti si tratta di una autobiografia, e nel leggere, mi sono resa conto, che molte volte, la struttura somiglia a quella di un diario, con la semplice trascrizione degli eventi e le conseguenti emozioni che scaturiscono da essi. 

Una vita ordinaria e straordinaria insieme, ciò che è importante, è la personalità particolare di Moody che viene ogni volta fuori e caratterizza a suo modo quegli eventi, rendendoli altamente personali e intimi. 

 
Nel comportamento compulsivo di chi è affetto da una dipendenza è insita una profonda solitudine.

Cos’è questo libro? È un racconto di memorie, prima di tutto. Un disvelamento della coscienza dell’autore che è anche il protagonista assoluto della storia. La scoperta nuda e cruda delle sue debolezze e delle sue buone e cattive abitudini, senza vergogna e senza peli sulla lingua. Un passato avvincente, sicuramente ricco di eventi, mai uguale a se stesso, e come tale anche rischioso per lui e per le persone coinvolte. Ma anche una speranza fragile per il futuro. Una speranza che porta il nome della moglie e dei suoi figli, capaci di tenerlo a galla nonostante tutto. 

La lotta per avere un bambino che affrontano lui e la moglie nel 2013, raccontata nei minimi dettagli, e questo, da parte di un uomo, è davvero inusuale e anche particolarmente utile perché è uno dei rari casi in cui si può conoscere il pensiero anche di chi sta dall’altra parte: in questo caso l’uomo, la cui moglie non riesce a rimanere incinta. Non è solo la donna, quindi, la parte ferita, ma qui scopriamo come può esserlo anche la controparte maschile. 

 
Sono sempre stato affascinato dalla fulmineità dei momenti decisivi della vita.

C’è una lotta constante per tutto il libro tra l’ego spropositato del protagonista e la sua coscienza che si sforza di comportarsi in modo saggio e giusto. In modo responsabile. 
Una nota sicuramente positiva è la presenza di tanto umorismo, soprattutto rivolto a se stesso che rende, anche le parti più fastidiose, in qualche modo accettabili. 

La lunga impresa. Storia del mio matrimonio è un libro sul quale si può riflettere, o semplicemente basta leggerlo per confrontarsi con le esperienze del protagonista. C’è la volontà di scavare dentro se stessi e di mostrarsi così come si è realmente, senza filtri e senza scuse. 
Il ritratto di Lauren che sembra essere la colonna portante del libro e della vista stessa di Moody, è vibrante, accecante, quasi divino, sottoposto a una sorta di adorazione, ma tutto sommato, è chiaro che il vero protagonista è Moody stesso e la sua personalità un po’ pazza e fuori dagli schemi. 

È davvero difficile inquadrarlo, credetemi. Alla fine del libro, hai la sensazione di aver letto una storia vera, ma non credo di aver ancora capito Moody e le sue scelte. 
Il suo modo di pensare è tutto suo, una filosofia sulla quale si potrebbe discutere a lungo, e con la quale riesce sempre, bene o male, a contrastare le perdite, a sollevare le gioie e a controbattere anche su temi molto più delicati come Dio, l’uomo, la coscienza e le scelte. 
Insomma, non sarà certamente un esempio da seguire, o un consiglio da prendere in considerazione. 
È semplicemente così. 
Un uomo. Una storia.

2 commenti:

  1. Interessante! Ho giusto finito di leggere "Soffocare" di Palahniuk dove si parla proprio di dipendenze e in particolare quella sessuale

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    1. Mi hai appena ricordato un autore e un libro che devo assolutamente leggere. :-)

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