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mercoledì 31 marzo 2021

Recensione: IL CONSENSO di Vanessa Springora

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice La nave di Teseo, oggi vi parlo di un libro, Il consenso di Vanessa Springora, che racconta un'esperienza vissuta in prima persona e che tratta un argomento molto delicato e controverso: il consenso in ambito sessuale. Vorrei che questo libro venisse letto da più persone possibili perchè apre gli occhi e sveglia le coscienze. 


Il consenso

di Vanessa Springora
Editore: La nave di Teseo
Pagine: 192
GENERE: Romanzo autobiografico
Prezzo: 9,99€ - 18,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2021
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟

Trama:
Cresciuta da una madre divorziata che lavora in una casa editrice, V. colma con la lettura il vuoto lasciato dalla figura assente del padre. A tredici anni, durante una cena, incontra G., un celebre scrittore cinquantenne che, sin dal primo sguardo, la colpisce per il suo carisma e le attenzioni che le rivolge. Rassicurata dai suoi modi gentili e galanti e dallo sguardo clemente della madre, lei si offre a lui, corpo e anima. Il loro rapporto non è un segreto eppure nessuno fa nulla, persino le inchieste della polizia sono superficiali e rendono agli occhi di V. la loro storia simile a un romanzo. Ma, in realtà, l’uomo che crede di amare è un predatore seriale, alla continua ricerca di ragazze adolescenti, protetto dalle convenzioni del mondo letterario dell’epoca. Quando se ne rende conto, V. decide di lasciarlo, ma liberarsi di lui non sarà facile perché quella che le sembrava una favola, era in realtà un incubo di manipolazione e violenza psicologica. G. riscrive a modo suo la loro storia nei libri che pubblica e le impedisce di lasciarsi tutto alle spalle. Finché V., proprio nella scrittura, troverà la chiave per riconquistare la sua libertà. Più di trent’anni dopo i fatti che le hanno sconvolto la vita, Vanessa Springora racconta senza ambiguità la storia di una bambina vittima di un mondo più grande di lei. Una testimonianza letteraria sui confini pericolosi dei sentimenti, e sul dovere di proteggere chi non può difendersi. Il cattivo della storia.

RECENSIONE

Il consenso di Vanessa Springora è un libro autobiografico dove il tema principale è il concetto di consenso. In che rapporto è la protagonista di questo libro con questa parola che assume un significato molto delicato all’interno di questa storia? 

Innanzitutto Vanessa, nel libro V., è la voce narrante che accompagna il lettore nella sua vita, dall’infanzia ai giorni nostri, attribuendo al periodo dell’adolescenza il ruolo primario. In quegli anni conosce un uomo, lo scrittore G.M., che ha cinquant'anni e lei ne ha appena tredici. Lo so, l’età di lui fa storcere il naso, ma purtroppo non posso cambiare il corso di questa storia e in onore della verità devo dire le cose come stanno. 

Vanessa sente forte la mancanza del padre che ha lasciato sia lei che la madre. La donna poco incline alle dimostrazioni di affetto, non sembra considerare la figlia, lasciandola, più che altro, in balia degli eventi. Il loro rapporto appare sterile, privo di quella comprensione tipicamente materna, a tal punto che quando G. cercherà in tutti i modi di stabilire un contato con V., prima attraverso le lettere e poi dal vivo, la madre non si opporrà, anzi lo considererà un privilegio perché l’uomo è uno dei più importanti scrittori francesi dell’epoca. Il problema, però, è che questo signore, non solo ha un età matura, ma nei suoi libri racconta le sue esperienze personali, in particolar modo, i viaggi a Manila, dove intrattiene relazioni sessuali con adolescenti. Nei suoi scritti sostiene che l’età migliore per un ragazzino sia dai dieci ai sedici anni. Migliore per cosa? Migliore per lui, naturalmente, perché gli piacciono di quell’età. 

Evidentemente c’è un disturbo di fondo in quest’uomo che però non viene preso in considerazione da nessuno, perché nonostante egli affermi apertamente che quelle esperienze le ha vissute davvero, nessuno gli dice niente, né la polizia né tantomeno l’ambiente letterario che continua a osannarlo e a conferirgli premi. – Un padre scomparso nel nulla che ha lasciato un vuoto immenso nella mia vita. Una spiccata passione per la lettura. Una certa precocità sessuale. E, soprattutto, un immenso bisogno di essere guardata. Ora le premesse ci sono tutte.

V., piccola e ingenua, ripeto, una bambina di tredici anni, si sente lusingata dalle attenzioni di questo personaggio così famoso. A lei, che manca terribilmente il padre, manca in fondo, anche un contesto familiare che la faccia sentire amata, compresa e soprattutto parte di qualcosa, di un nucleo, di una famiglia. E G. è abile a manipolarla. La inizia ai piaceri sessuali, anche se in realtà è solo il suo di piacere che cerca continuamente. Si vanta con lei di amarla e di farla diventare una donna in un modo che non dimenticherà mai e intanto, usando parole, frasi e versi, la plagia, illudendola di essere l’unico amore della sua vita. 

V. è sempre stata una ragazzina curiosa e precoce a livello sessuale, e questo, fa credere alle persone che le sono intorno, in primis a sua madre, che sia più matura della sua età e quindi pronta a gestire un relazione tanto contorta con un uomo del genere e dagli evidenti appetiti sessuali che sfociano in un disturbo psicologico. E ci sto andando leggera. 
Vi ricordo che lei ha sempre tredici anni. Si può essere davvero così maturi a quell’età? O è soltanto una scusa per non prendersi la responsabilità di ciò che sta succedendo evitando di riconoscere la gravità di un rapporto malato? – Quando nessuno si stupisce della mia situazione, mi rendo conto che le cose non sono normali.

Nel 1977 viene fatta girare una petizione, che solo molti anni dopo si scoprirà essere stata ideata proprio da G., in cui si chiede apertamente di abolire le condanne in riferimento alle relazioni sessuali tra adulti e minorenni e l’abolizione dell’età del consenso. Molti intellettuali di spicco dell’epoca hanno firmato a favore di questa petizione, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Quasi un atto dovuto a sostegno di diverse personalità di spicco tra cui lo stesso G., che passavano la loro vita a scrivere GRANDI ma proprio GRANDI (ironico) opere letterarie sfruttando le loro esperienze sessuali con minorenni, che ribadisco, avevano un’età tra i sei e sedici anni. 
Il vostro stomaco si sta ribellando? Non immaginate il mio. Ma è tutto vero. 
Diversi anni dopo, quegli stessi intellettuali insieme ai giornali che li avevano sostenuti ci tengono a firmare un mea culpa riguardo a quella petizione, ma ormai è troppo tardi. 

La nostra V. continua a frequentare G., convincendosi sempre di più di amarlo e di vivere grazie alle sue parole, al modo in cui lui racconta la loro storia d’amore nelle sue opere. Perché è questo quello che ha fatto questo scrittore: riportare nei suoi libri le storie, con tutti i dettagli sessuali e non, avute con ragazzine minorenni, ornandole di belle parole, di una straordinaria capacità descrittiva che, a mio parere, non cambia lo stato delle cose: abuso su minore. E lo dico perché non si può pretendere che un minore di dieci anni possa essere in grado di dare il proprio consenso. G. ha sempre sostenuto che le ragazzine con cui andava a letto erano consenzienti, semplicemente perché non sapevano dirgli di no. Ma quel consenso poteva mai essere considerato plausibile, se questi bambini magari avevano soltanto bisogno di affetto e scambiavano quei gesti a sfondo sessuale per una manifestazione di amore, di bisogno, di comprensione? 

Non voglio raccontarvi ciò che la protagonista ha dovuto subire e non mi riferisco solo a G. Quando è finita in ospedale ancora vergine e lui andava da lei tutti i giorni, approfittando del suo corpo, senza che nessuno glielo impedisse, oppure quando il medico, senza avere un minimo di decenza o di umanità, le propone qualcosa che al solo pensiero mi fa accapponare la pelle. 
Non ve lo dico, e sapete perchè? Perché certe cose vanno lette e scelte con la propria testa. Un libro del genere va letto sapendo esattamente a cosa si va incontro. 
Io ero preparata? No, non lo ero. 
Non potevo esserlo davanti a tanta bestialità, assurdità, cecità da parte di tutti. 

V. è stata plagiata da un uomo che le prometteva di amarla attraverso il sesso, come lei tanti e tante altre, e che poi usava quelle esperienze per riempire pagine e pagine dei suoi libri. S’impadroniva della vita delle sue amanti per sventolare ai quattro venti la sua letteratura mentre, ed è la cosa più terribile, tutti gli permettevano di farlo, pur sapendo quanto fosse immorale, illegale e sbagliato. – A quattordici anni non dovrebbe aspettarti un uomo di cinquanta all’uscita di scuola, non dovresti vivere in albergo con lui, né ritrovarti nel suo letto con la sua verga in bocca all’ora della merenda. 

Dopo anni, V. riesce a rendersi conto che quello non è amore ma è una violenza senza nome. L’incantesimo svanisce e lei vede quell’uomo per quello che è: ripetitivo anche nell’atto sessuale, incapace di provare un vero sentimento, e soprattutto un traditore nato poiché comincia a frequentare un’altra ragazzina pur essendo ancora legato a lei. 
V. avrà problemi con gli altri uomini, non riuscirà a gestire la sua sessualità in modo libero sentendo dentro di sé una sorta di senso di colpa che la porterà a essere ricoverata in una clinica psichiatrica dopo un attacco di depersonalizzazione in cui crede di non esistere dal momento in cui G. non c’è più. 

Il consenso è un libro che mi ha sconvolto per il realismo e la capacità dell’autrice di usare un linguaggio semplice, scorrevole ed efficace, che privo di fronzoli, è come una testimonianza diretta e dal vivo di tutto ciò che ha vissuto. 
Chiamiamolo plagio, violenza, manipolazione, illusione, fantasia, chiamiamola come vi pare, ciò che resta è la vita di questa donna che ha cercato di andare avanti e che si è trovata quest’uomo che ancora oggi la perseguita e contro cui non può fare nulla. – Ad attrarmi non è tanto un sesso in particolare, quanto la giovinezza estrema, quella che va dai dieci ai sedici anni e che mi sembra essere, ben oltre ciò che si indica di solito con quella formula, il vero terzo sesso. G. M.

È incredibile, non è vero? Ma nemmeno poi tanto perché ci sono intellettuali che ancora oggi, persino in Italia, prendono le difese di questo scrittore elogiando le sue opere letterarie e considerando irrilevanti le sue esperienze sessuali seppur siano assolutamente illegali. 
Il mondo della letteratura in Francia sta affrontando un terremoto dopo la pubblicazione del libro di Vanessa Springora. E come lei, anche io mi chiedo per quale motivo nessuna delle ragazzine o dei ragazzini che quest’uomo ha avvicinato, abbiano mai confessato quello che hanno vissuto. E sappiamo bene che chi tace, acconsente, e proprio su questo concetto che si basa tutto il discorso del consenso di questo libro e che ha permesso a uomini come G. di fare quello che vogliono. Ora e per sempre. 

Ho la stessa speranza dell’autrice. In un’epoca in cui vengono ancora criticate le posizioni più puritane e perbeniste, da elementi come G. e altri, c’è da augurarsi che come si siano liberati loro, si liberino anche le vittime di questi pseudo consensi che non sono altro che ricatti d’amore unilaterale.

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