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sabato 13 luglio 2024

Recensione: RIPOSARE È RESISTERE di Tricia Hersey

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Blu Atlantide, oggi vi parlo di Riposare è resistere di Tricia Hersey.

riposare È resistere

di Tricia Hersey
Editore: Blu Atlantide
Pagine: 208
GENERE: Dark Romance
Prezzo: 9,99€ - 18,50
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Questo libro è un grido di protesta. È un manifesto rivoluzionario e sovversivo, ma anche una nenia sussurrata all’orecchio di chi è stanco, un mantra che ripete incessantemente parole che spesso dimentichiamo: noi meritiamo di riposare, perché il riposo è sacro. Ingabbiati come siamo dentro il meccanismo della grind culture, che ci vuole sempre attivi e disponibili in qualsiasi momento, abbiamo dimenticato che il riposo è un nostro diritto e un nutrimento per l’anima, e non solo il tempo che togliamo alla produzione. Questo di Tricia Hersey è un invito che suona potente e liberatorio. Fondatrice e vescova del Nap Ministry, le sue parole piene di umanità e di spiritualità ci insegnano come non farci distruggere dal sistema, come recuperare ciò che è nostro, in una rivoluzione che non esclude nessuno ma che include ogni aspetto della società in cui viviamo, dalle comunità all’attivismo, dalla lotta al capitalismo alla società razzializzata, per fare in modo di connetterci di nuovo alla nostra natura più̀ vera, riposando insieme, sottraendo tempo al lavoro, imparando dal passato. All’opposto di ciò che avviene, torniamo a vivere lentamente. Torniamo lentamente a vivere.

RECENSIONE

Riposare è resistere di Tricia Hersey è un manifesto contro il capitalismo economico e sociale ed è anche la storia di una ex studentessa di origini afroamericane che durante gli anni della laurea si sentiva sopraffatta dalla stanchezza e dallo stress degli esami e ha trovato un modo per alleggerire la tensione e sentirsi meglio: riposare. 

Tricia è la fondatrice del Nap Ministry, di una vera e propria corrente di pensiero per la quale siamo schiavi dell’industrializzazione, del troppo lavoro e di una società che ci vuole stanchi e poco produttivi mentre ci comportiamo come degli automi senza più slanci e motivi per divertirci, e quindi la soluzione è staccare la spina e dormire. Non è solo una questione di sonno. 

Il riposo è la vera resistenza contro chi vuole opprimerci. L’autrice, effettuando lunghi studi storici, ha scoperto di come l’oppressione lavorativa sia nata con la supremazia bianca e che gli uomini e le donne di colore abbiano sempre lavorato di più. Tenta, quindi, di difendere le sue origini, ma la sua teoria riguarda chiunque si senta oppresso e distrutto dall’ansia del troppo lavoro e da chi non vuole più sentirsi perso perché la società ci ha inculcato l’idea che se non lavoriamo troppo, la nostra dignità non vale nulla. 

Sia chiaro, Tricia non vuole che, di punto in bianco, tutti smettano di lavorare, sarebbe assurdo, bensì la sua idea è quella di prenderci un po’ della nostra libertà che ci è stata sottratta con un’idea del lavoro che deve portarci all’estremo altrimenti ci sentiamo inferiori agli altri. 

Durante gli anni dell’università, ebbe questa idea di addormentarsi spesso e volentieri in vari luoghi, prendendosi così dei momenti di stacco dove poter liberare la mente e non pensare a niente. Si rese conto che se si fermava, ogni tanto, al risveglio, era più produttiva, aveva la mente più libera e poteva dare uno spazio maggiore alla creatività, invece di studiare come una macchina senza avere mai sosta. 

Decise di organizzare degli incontri dove proponeva anche agli altri la sua scoperta. Al primo evento, si aspettava una partecipazione di dieci persone e invece ne arrivarono quaranta, e da allora fu un successo. Anche le altre persone si accorsero che dopo aver riposato, si sentivano rigenerate, alcune piansero addirittura perché si resero conto di quanto erano stanche. Da allora, gli eventi si moltiplicarono e Tricia ha diffuso le sue idee mentre parecchie persone hanno accolto e fatto proprio il suo punto di vista rivoluzionario. 

Suo padre faceva il ferroviere e aveva vissuto una vita piena di lavoro e di sfruttamento, così era morto a 55 anni trascinandosi addosso diverse malattie. Ciò dimostra come non ci sia mai stato insegnato a riposare. È una questione di cultura mondiale, nessuno ci ha trasmesso l’importanza del riposo. Ci hanno, invece, inculcato l’idea, del lavoro stressante, dello stare sempre in movimento, dell’idea che chi si ferma è perduto. 

Anche i social non sono altro che un sistema che ci tiene continuamente svegli, ci stressa, ci mette ansia e non ci permette di goderci la vita per quella che è. L’idea del lavoro come unica fonte di dignità ci costringe a pensare che dobbiamo passare tutta la vita a lavorare e che ci vorranno anni per diventare finalmente degni (la pensione) di essere considerati accettabili dalla società. E anche da noi stessi. 

Lo stile è scorrevole, la penna è chiara e mi ha fatto riflettere molto seppure io non abbia condiviso proprio tutto. Ci sono, ovviamente, persone che non possono permettersi di stare fermi nemmeno un minuto, ma forse l’idea di Tricia deve essere considerata a livello più ampio. Il suo è un invito a cambiare mentalità, a lavorare, sì, ma senza credere che quello sia l’unico scopo della nostra esistenza, o che la nostra dignità sia strettamente collegata al numero di ore in cui lavoriamo. Cerca di dirci che dobbiamo farci rispettare, soprattutto quando parliamo di essere sottopagati o di lavorare più di quanto sia stato stabilito. 
Insomma, la vita moderna ci ha sottratto non solo il tempo per riposare, ma quello per SOGNARE. 

Soltanto sognando, possiamo dare una svolta alla nostra vita. 
Un po’ di riposo può solo aiutarci a schiarirci le idee e a sentire davvero quello che vogliamo fare, senza essere travolti dal marasma infernale del caos odierno. 
Basta un po’ di silenzio, e chissà. 
Tutto può davvero cambiare.

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