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giovedì 27 maggio 2021

Recensione: I BAMBINI DEL BOSCO di Romina Casagrande

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la Casa Editrice Garzanti, vi parlo del romanzo di Romina Casagrande, I bambini del bosco, un libro di cui mi ha colpito subito la copertina. La storia è un tuffo nel passato, dove uno stile magico si unisce a un racconto vivido e realistico di avvenimenti realmente accaduti e in parte frutto dell'immaginazione dell'autrice.

i bambini del bosco

di Romina Casagrande
Editore: Garzanti
Pagine: 352
GENERE: Romanzo
Prezzo: 9,99€ - 17,60
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2021
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Il sentiero ripido e impervio si snoda tra rocce e crepacci fino alla Cima delle Anime. Unisce due terre di confine, e a tracciarlo sono stati i passi di chi notte dopo notte lo percorre cercando un varco sui crinali. Da sempre protegge il cammino delle contrabbandiere che di nascosto lo solcano quando le primule e gli anemoni richiudono le loro corolle alla luna. Donne per le quali una scelta così difficile è l’unica possibilità di indipendenza. Anche se è pericolosa. Molto pericolosa. Quando Luce scopre la loro esistenza, i suoi desideri prendono finalmente corpo. Suo padre e suo fratello le hanno insegnato che quelle montagne non sono adatte a una ragazza. Che il suo compito è aspettare a casa il loro ritorno. Ma ora è pronta a sfidare quel divieto. A darle forza è Thomas, un ragazzo senza un passato né un luogo a cui tornare, che ha imparato sulla propria pelle che la natura può elargire doni inaspettati, crudele quanto accogliente. Luce sente che con lui esiste un legame speciale, profondo come le radici di un albero. Quello che però non può sapere è che Thomas custodisce un segreto che proietta un’ombra cupa sulla sua vita. Un segreto che appartiene al passato ma che anni dopo, su quello stesso misterioso sentiero, intreccerà la vicenda di Luce e Thomas con quella di un bambino scomparso e di un uomo pronto a tutto per ritrovarlo. In una ricerca nella quale ogni passo, ogni pendio superato è un viaggio dentro sé stessi alla scoperta delle proprie origini e della propria identità. Romina Casagrande torna a fare luce su una pagina della nostra storia rimasta nell’ombra. E lo fa dando voce a donne di cui si è perduto persino il nome e alle loro conquiste. Il suo racconto prende per mano il lettore e lo immerge nella magia delle montagne, che sono maestre di vita generose ma esigenti, che possono dare molto ma molto chiedono in cambio.

RECENSIONE

I bambini del bosco è un romanzo toccante, non solo per lo stile dell’autrice, che, con tutta la buona volontà di trovare altri nomi per definirlo, resta sempre e comunque, uno stile meravigliosamente poetico, ma soprattutto per la storia raccontata, per le vicende del passato e del presente che s’intrecciano, per le anime coinvolte, per i desideri, le lotte, le paure e i sentimenti che a volte risultano vincitori, altri sconfitti. 

La protagonista assoluta è la Natura. Un ruolo che non fa solo da sfondo, ma sembra avere un cuore proprio, fatto di carne e di sangue che batte e sanguina. Un panorama selvatico, ombroso e misterioso che si riflette nella Cima delle Anime dove ci si arriva soltanto attraversando un sentiero impervio e pericoloso ma che è pieno di fascino e di magia proprio grazie al modo in cui lo racconta l’autrice. 

Due sono le storie che si intrecciano a livello temporale, tra passato e presente. Quella di Luce e Thomas, due ragazzi che vivono la montagna in due modi diversi, ma che si avvicinano l’uno all’altra grazie a un sentimento di amicizia e poi di amore che sembra travalicare la logica e lo stesso concetto di razionalità. 

 
Doveva salire sempre e non guardarsi mai indietro.

Luce è attratta proprio da quel sentiero pericoloso dal quale il fratello e il padre le dicono di stare lontana, perché è proprio quella strada che negli anni settanta, in Alto Adige, è il passaggio usato dalle donne contrabbandiere, e quindi elementi estremamente pericolosi dai quali la sua famiglia le dice di tenersi alla larga. 
Ma Luce non ci sta e cova dentro di sé il desiderio di scoprire questi segreti che accompagnano la sua vita come un’ombra e che lei vorrebbe sfiorare, pur sapendo di fare un torto a chi le vuole bene e vuole proteggerla. 

D’altro canto anche Thomas è un personaggio molto particolare e affascinante. Ha deciso di vivere nel bosco, in compagnia del suo mezzo lupo che chiama semplicemente cane, perché la vita per lui significa prigione sia interna che esterna, sia interiore che esteriore, e quindi la vita solitaria nella foresta è l’unico modo per non avere nessun legame e sentirsi completamente libero da qualunque costrizione. Non è solo un rifugio, è anche un posto da difendere con tutto se stesso, per cui lottare e vincere, per preservare quella natura che è la sua unica famiglia. Luce, che lo chiama Leprotto in modo affettuoso, ha un rapporto un po’ diverso con la foresta. 

Quest’ultima l’ha privata di una persona importante, e per lei, a causa anche della sua condizione di donna, con una famiglia composta da due uomini che fanno di tutto per proteggerla, la situazione della donna è alquanto limitata. 
Le donne come lei devono stare a casa e non interessarsi ad altro. 
Per tutto il resto ci sono gli uomini. 

 
Erano due fiamme tremule dentro la tempesta che infuriava tutto intorno.

La magia che avvolge il rapporto tra Luce e Thomas, mi ha conquistato. La copertina di questo romanzo è stata amore a prima vista. In secondo luogo è arrivato lo stile dell’autrice che potrebbe rendere magica anche la lista della spesa, a questo punto. 
Fin dalla prima pagina, cominci a chiederti se stai leggendo un qualunque romanzo, o una fiaba. 
Lo stile può ingannare, la dolcezza di Romina può abbagliarti, ma in realtà è solo la superficie che tu stai toccando, perché poi ti basta fare qualche passo e vieni completamente travolto dalla crudezza e dal realismo della vicende narrate che si intrecciano, e non sono più così magiche, almeno non del tutto. 

Infatti, se nel passato conosciamo Luce e Thomas, nel presente viviamo a cuore aperto il terrore della perdita di un bambino da parte di una famiglia del posto e l’intervento di Jan, l’unico che sembra in grado di addentrarsi all’interno della foresta e di trovare quell’anima persa, perché conosce il luogo meglio di chiunque altro. 
Ma anche la sua vicenda personale non è facile. Deve lasciare la moglie Wilma e il figlio Gabriele a malincuore, e soprattutto, la ricerca di quel bambino, scatena in lui una memoria feroce che lo riporta indietro nel tempo a rivivere attimi dolorosi. 

Oltre alla trama inventata, l’autrice affonda le mani nel passato, raccontando cose realmente accadute, riportando alla luce la vita di queste donne che facevano da contrabbando e che nessuno conosce, né ha mai conosciuto, mettendo costantemente in pericolo la loro vita. 
La discriminazione nei confronti delle donne, la situazione politica e questa voglia indistinta di rendere tutto come una grande lezione di vita, in cui le emozioni umane si intrecciano con la natura, tra passato e presente, quasi a ricordare che i sentimenti, i dolori, le paure, si ripetono e spaccano cuori. Ma per fortuna riescono anche a guarirli. 

 
Ciò che perdiamo è spesso molto più vicino di dove siamo andati a cercarlo.

Perché nonostante il terrore, l’inquietudine, il senso di abbandono, la mancanza di libertà, I bambini del bosco è un romanzo con un linguaggio ricercato e colto che vuole imprimere forza e coraggio, attraverso l’uso appropriato del desiderio e della rinascita. 

Una storia che procede in punta di piedi e che devi seguire con attenzione, perché gli intrecci sono molteplici e spesso ti lasciano a bocca aperta. 
L’unico elemento che ho trovato un po’ stonato è la lunghezza di alcune parti, ripetitive, e che hanno appesantito a volte la lettura. 
Piccolo dettaglio che si confonde nella magia dell’intera storia, dove l’autrice ti insegna a vivere, mostrandoti il passato e quanto fosse pericoloso, e il presente dove ti mostra come sognare.
Anzi non smettere di sognare, mai.

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