Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Fandango, oggi vi parlo di Il manuale della femminista guastafeste di Sarah Ahmed.
il manuale della femminista guastafeste di Sarah Ahmed Editore: Fandango Pagine: 320 GENERE: Manuale Prezzo: 4,99€ - 19,00€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2024 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
A quante di voi è capitato, sedute a tavola con la propria famiglia, di sentire l’impulso irrefrenabile di rispondere a una frase offensiva, spesso sessista, di averlo fatto e di essere passata per quella che rovinava l’atmosfera, la solita guastafeste, o ancora peggio, la solita femminista guastafeste? Sara Ahmed parte da qui, da questa rottura, per raccontare come ci sia un momento in cui ci si trasforma nella persona indesiderata che “uccide la gioia”, suona la nota stonata, sottolinea le disuguaglianze e le storture. Il manuale della femminista guastafeste ci dimostra come essere una guastafeste possa aiutarci a navigare nel mondo e come “rovinare la festa” possa essere un progetto radicale che crea il mondo. Con un’analisi acuta della letteratura, del cinema e delle maggiori (e non solo) opere femministe e attingendo alle proprie esperienze come studiosa e attivista femminista queer razzializzata, Ahmed rivela e raccoglie le preziose lezioni di chi è arrivata prima di lei, recuperando e unendosi a una genealogia di guastafeste nere e razzializzate, scrittrici come Alice Walker, bell hooks, Audre Lourde, Angela Davis e Claudia Rankine. Le idee di Ahmed sulla violenza, il silenzio, l’emozione, il razzismo, il femminismo bianco e la bianchezza, la denuncia, la diversità e l’istituzione hanno formato il pensiero femminista intersezionale contemporaneo, ponendo al centro l’importanza di fare domande e il potere di alzare gli occhi al cielo senza timore. Un libro che amplia il concetto stesso di femminismo, solidarietà e resistenza oltre i confini e le sovrastrutture. Sara Ahmed intesse un arazzo e un archivio del collettivo e della comunità femminista guastafeste, dopo aver letto il quale nessun pranzo di famiglia sarà più un terreno neutrale e nessuna battaglia sarà più individuale.
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RECENSIONE
Il manuale della femminista guastafeste di Sara Ahmed è un'opera profonda e provocatoria che sfida le convenzioni sociali e spinge i lettori a ripensare il significato del femminismo nella vita quotidiana. Sarah Ahmed, con la sua esperienza multietnica e multiculturale (padre pakistano, madre inglese, cresciuta in Australia e attualmente residente nel Regno Unito), porta una prospettiva unica e ricca di sfumature che si riflette in ogni pagina del libro.
Questo non è semplicemente un testo teorico, ma un vero e proprio manifesto di azione per chiunque voglia impegnarsi nella lotta per la giustizia sociale.
Il cuore pulsante del libro è il concetto di "femminista guastafeste" o "killjoy". Questa figura è descritta come una persona che rifiuta di conformarsi alle aspettative sociali, che non si piega al bisogno di "andare d'accordo" o di "stare in silenzio" di fronte alle ingiustizie.
La femminista guastafeste è quella che, anche a costo di risultare scomoda o impopolare, sceglie di mettere in luce le problematiche, di sfidare apertamente i comportamenti sessisti o razzisti, anche nei contesti più intimi e familiari.
L'autrice ribalta la connotazione negativa storicamente associata al termine "guastafeste", trasformandolo in un simbolo di resistenza e coraggio. Essere una femminista guastafeste, secondo l’autrice, non è un atto di semplice opposizione fine a se stesso, ma un contributo attivo e necessario alla costruzione di un mondo più giusto e equo. È un invito a non tacere di fronte all’ingiustizia, a non accettare passivamente le norme oppressive, ma a sfidarle apertamente e con determinazione.
Uno degli aspetti più originali e profondi del libro è la critica al concetto di felicità, che viene esaminato da una prospettiva femminista. L'autrice invita a riflettere su come la felicità sia spesso utilizzata come strumento di controllo sociale, per indurre le persone, specialmente le donne, ad accettare ruoli e situazioni che sono, in realtà, opprimenti. La società, e spesso anche le famiglie, impongono un'idea di felicità che coincide con la conformità alle aspettative sociali, come il matrimonio, la maternità, o una carriera che offre sicurezza economica ma non soddisfa le ambizioni personali.
Un esempio classico che Sarah critica è quello della "casalinga felice", un’immagine che nasconde dietro un sorriso forzato la realtà di un’esistenza limitata e subordinata.
L’autrice richiama le critiche di femministe storiche come Simone de Beauvoir, che già nel Secondo sesso denunciava l'uso della felicità come mezzo per convincere le donne ad accettare una condizione di inferiorità. Sarah estende questa critica al contesto contemporaneo, mostrando come la felicità sia spesso brandita come una giustificazione per mantenere le persone in situazioni che non sono nel loro migliore interesse.
Il manuale è organizzato in modo da esplorare i diversi ruoli che la femminista guastafeste può assumere nella sua lotta contro le ingiustizie. Questi ruoli – la critica culturale, la filosofa, la poetessa e l’attivista – non sono compartimenti stagni, ma piuttosto aspetti interconnessi di un impegno più ampio per la giustizia sociale.
Un altro punto cruciale del libro è la resistenza alla nozione di felicità imposta.
L'autrice sostiene che la felicità non dovrebbe essere un obiettivo politico o personale, perché può implicare la conformità a norme sociali che non riflettono i veri desideri e bisogni di una persona, perciò invita a considerare la felicità come una possibilità tra tante, non come una meta obbligatoria, e a privilegiare invece la ricerca della libertà e dell’autenticità.
Una donna che decide di non avere figli potrebbe essere criticata dalla sua famiglia, che associa la maternità alla felicità. Questa donna dovrebbe essere incoraggiata a resistere a tali pressioni e a scegliere il proprio percorso, anche se questo significa vivere una vita che altri potrebbero considerare "infelice". La vera libertà è la capacità di fare scelte in linea con i propri valori, anche se ciò significa sfidare le aspettative della società.
Questo libro va oltre il semplice concetto di resistenza. È una chiamata alla creazione di nuovi mondi, una guida per coloro che sono disposti a "guastare la festa" per un bene maggiore. Attraverso la sua analisi critica, l'autrice mostra come il femminismo non sia solo una lotta contro le ingiustizie, ma anche un progetto di costruzione di nuove forme di vita, più autentiche e libere dalle imposizioni sociali.
È un manuale essenziale per chiunque sia interessato al femminismo, non solo come teoria, ma come pratica quotidiana. Sarah Ahmed ci invita a vivere in modo consapevole e a sfidare le strutture di potere che ci circondano, anche se questo significa essere scomodi o impopolari. In definitiva, è un testo che ispira e motiva, offrendo non solo una visione critica del mondo, ma anche gli strumenti per cambiarlo.
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