Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Solferino, oggi vi parlo con molto entusiasmo del graphic novel di Maria Hesse dedicato a Marilyn Monroe. A dire la verità conoscevo poco di questa immensa leggenda, e leggere questo libro mi ha davvero aperto gli occhi su quanto la nostra società falsifichi qualsiasi cosa su cui metta le proprie mani.
di Maria Hesse Editore: Solferino Pagine: 192 GENERE: Graphic Novel Prezzo: 19,00 € Formato: Cartaceo Data d'uscita: 2021 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟
Trama:
È stata una delle icone del Novecento. Ha conquistato registi, scrittori, lo stesso presidente Kennedy. Eppure morì in solitudine, a 36 anni. Chi era davvero Norma Jeane Baker? L’attrice più nota della storia del cinema, il simbolo erotico di tutta un’epoca nascondono una personalità che rimane un mistero. Marilyn incarnò come nessun altro il sogno americano. E non solo grazie al suo bel corpo. Di famiglia umile, costruì con pazienza la sua strada per diventare una stella, e ne pagò tutti i prezzi. Perfezionista e insicura, lavorava duro per migliorarsi, ma al contempo viveva liberamente una sessualità per quei tempi scandalosa. In definitiva, Marilyn rappresentava un pericolo: per questo è stata neutralizzata e tramutata in un oggetto di vuoto desiderio. Meglio che fosse frivola, meglio che apparisse sciocca. Ma María Hesse gioca con i suoi mille volti, cercando l’anima di una donna che merita di essere ricordata per la sensibilità, il coraggio, per tutte le barriere che ha varcato.
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RECENSIONE
Marilyn di Maria Hesse è un graphic novel molto intenso. Ho avuto già modo di conoscere la creatività di questa artista con il libro illustrato dedicato a Frida Kahlo di cui vi ho parlato qualche settimana fa.
Il procedimento è lo stesso. Maria Hesse racconta attraverso delle illustrazioni meravigliose e intense la vita di Marilyn Monroe, dalla sua nascita fino alla sua morte. Le pagine sono caratterizzate da disegni che riportano varie scene della vita dell’attrice accompagnate da brevi racconti scritti in modo semplice e diretto, attraverso i quali cerchiamo di entrare in contatto con le vere emozioni vissute dalla protagonista.
La vita di Marilyn non è stata semplice. Ormai è un’icona, una leggenda, ma credo che pochi sappiano cosa si cela davvero dietro la sua esistenza, quello che ha vissuto e ha dovuto sopportare per arrivare dove è arrivata.
Nasce con il nome di Norma Jeane Baker in una famiglia di umili origini. Sballottata a destra e a manca, vive l’esperienza tragica dell’orfanotrofio e passa da una famiglia affidataria a un’altra senza mai trovare un porto sicuro per i suoi affetti. La madre soffre di depressione e di crisi di nervi e non può occuparsi di lei e intanto la sua crescita viene subito oscurata dalla consapevolezza che nella sua famiglia ci sia qualcosa che non va: una sorta di demenza ereditaria che, secondo lei, aveva colpito prima la nonna e poi la madre. Di conseguenza avrebbe colpito anche lei.
Quando diventa abbastanza grande per lavorare, trova impiego in una fabbrica e nel frattempo si sposa, pur rendendosi conto, dopo poco, di non amare davvero suo marito. È proprio in fabbrica che entra per la prima volta in contatto con il mondo cinematografico, diventando in seguito modella per un’agenzia.
A volte sento di essere scappata da una prigione per finire in un’altra.
Nessuno sa probabilmente che Marilyn non ebbe nulla di facile nella propria vita. Studiò tantissimo perché il suo sogno più grande era diventare una brava attrice. Passava molto tempo sui libri, aveva autori preferiti e una biblioteca sua, a dispetto dell’immagine di donna fatale che la società ci ha imposto di lei, solo in parte veritiera.
Come si dice, mai giudicare un libro dalla copertina. Ecco, per Norma Baker è stata la stessa cosa. La maggior parte della gente ha fatto lo stesso errore: ha creduto a quello che la società del momento diceva di questa donna, accettandola per quello che sembrava o che doveva sembrare, e non per quello che era realmente.
Leggere è il suo sfogo, il suo modo di sentirsi libera, e che ci crediate o no, scrive tante poesie e annotava i suoi pensieri in diari che custodiva gelosamente. Studiò fino alla sfinimento la recitazione, il ballo e il canto e cercò in tutti i modi di non deludere le aspettative, così alte, che la gente, pur senza capirla a fondo, riponeva in lei.
All’inizio fu dura, diamine. Ottenne piccole parti in alcuni film dove il suo nome non appariva nei titoli di coda. Poi dovette adattarsi all’immagine che i registi le imponevano, recitando ruoli in cui diceva a malapena una battuta, e quando arrivò finalmente il successo, ormai la sua immagine era stata falsata.
Non si chiamava più Norma ma Marilyn Monroe, simbolo di un’epoca in cui un bel viso e un bel corpo rendevano una donna di successo. Un po’ come accade anche oggi.
La sua vita amorosa non è stata delle più felici, tutti ricordiamo le sue relazioni d’amore, ma ciò che rimane di tutto questo è sicuramente una donna molto insicura, che l’immagine di sex symbol cucitale addosso, aveva aggravato questa forma di accettazione e commiserazione di sè.
Tutti preferivano che fosse sciocca, che apparisse frivola, che fosse soltanto bella e desiderabile, perché così poteva essere controllata, gestita e dalla sua condizione si poteva trarre, in qualche modo, vantaggio sia a livello economico che di popolarità.
Dopotutto se non posso essere me stessa, a cosa serve essere qualcosa, in assoluto?
Di lei sappiamo tutto e di più. Ma siamo sicuri che sia tutto vero?
Ecco, molte biografie su Marilyn sono state scritte da uomini e tendono tutte a tramandare un’immagine antifemminista, basata sul suo aspetto fisico, sulla sua sensualità, piuttosto che su ciò che si portava dentro. Bisogna scavare davvero tanto, tra le varie pubblicazioni, anche meno note, per scovare qualche pezzo davvero importante, come questo graphic novel di Maria Hesse, in cui ci viene fornita un’immagine molto diversa da quella che ci hanno costretto a vedere di lei.
Perché poi è questo quello che fa la nostra società in tutti i campi: ci impone qualcosa e fa in modo che noi vediamo solo quella.
È necessario uno sforzo enorme per guardare OLTRE, per non lasciarsi abbindolare dalle concezioni e i saperi comuni. Cercare da SOLI la propria strada, scavare, sporcarsi, fino a riportare alla luce tutto ciò che non è dato sapere.
È lì che dobbiamo spingerci per arrivare a capire qualcosa di diverso da ciò che vogliono farci credere.
Il caso di Marilyn è emblematico da questo punto di vista. Leggendo questo libro ho scoperto una donna umile, molto intelligente, al contrario della società che sosteneva il contrario, bella certamente, ma anche profondamente umana, vicina, fragile. Non avete idea di quante umiliazioni ha dovuto subire, essere definita più di una volta, anche dalle persone a lei più care, “bambina bella ma vuota”, eppure credo abbia avuto un coraggio inusuale nel continuare a percorrere quella strada con l’ansia e la consapevolezza di doversi migliorare continuamente.
Ecco, avreste mai immaginato che una donna come Marilyn Monroe, un’icona della sua epoca, una leggenda per noi oggi, così bella e inarrivabile, avesse il pallino di non essere mai abbastanza? Eppure è stato proprio così.
Maria Hesse ci consegna una biografia eccellente perché è reale e commovente. I disegni fanno nascere emozioni potenti nel cuore di chi legge, perché è come vedere Marilyn in momenti che possiamo solo immaginare, intimi e privati, con i quali entriamo in contatto con la parte di se stessa che ci è sempre stata negata e che lei ha negato al suo essere donna ed essere umano.
Ho visto diversi suoi film e anche un paio di documentari sulla sua storia e devo dire che mi piacerebbe molto leggere questa graphic novel! Da quello che dici sembra davvero riuscire a racchiudere quella che è stata la vita di una grandissima diva!
RispondiEliminaIo conoscevo poco di Marilyn, ma cavolo, questo libro mi ha aperto tutto un mondo. Non nascondo che anche io ero influenzata dall'immagine che la società ci ha suggerito di questo personaggio e sono rimasta senza parole, leggendo la sua VERA storia.
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