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giovedì 17 febbraio 2022

Recensione: MILLION DOLLAR BABY di Fabio Carlini

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Gremese, oggi vi parlo di Million dollar baby, con Clint Eastwood e Hilary Swank, un libro scritto da Fabio Carlini e dedicato alla storia di questo film vincitore di cinque premi Oscar e che è un indimenticabile per me.

million dollar baby

di Fabio Carlini
Editore: Gremese
Pagine: 104
GENERE: Cinema
Prezzo: 19,50
Formato: Cartaceo
Data d'uscita: 2021
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
«Quella di Million Dollar Baby – ha detto Clint Eastwood parlando del suo film – è una gran bella storia d’amore, la storia di un padre rifiutato dalla figlia che dirotta il suo affetto su una ragazza che elegge a sua nuova figlia, fortemente ricambiato da lei». Una storia di affinità elettive, di persone che si cercano, si trovano e insieme formano una famiglia andando oltre le forme e i legami di sangue. Una storia di rude tenerezza che si scontra con un destino tragico e beffardo e che costringe l’amore, per rimanere tale, a sconfinare nella morte. Ma Million Dollar Baby è anche altro, una storia di riscatto sociale ardentemente voluto che passa per le vie di uno sport duro e faticoso come il pugilato. Una storia di dedizione e sacrifici, di forza di volontà e di fiducia, dove Clint Eastwood esibisce tutte le proprie rughe in un viso arcigno che fa da schermo a un’affettività repressa, maltrattata, e Hilary Swank commuove a ogni inquadratura con il suo sorriso malinconico e gli occhi tristi. Senza dimenticare la boxe, perché il film racconta di ring, palestre, pugni, e della magia di un sogno che, come dice Morgan Freeman, «nessuno vede tranne te».

RECENSIONE

Million dollar baby. Anno 2004. Regia di Clint Eastwood, protagonista insieme a Hilary Swank. 
Il film dei film. Quando andai al cinema, ne uscii sconvolta. Perchè guardando questa storia, si piange, inutile nasconderlo, in modo particolare ho pianto io che sono estremamente sensibile nei confronti di questo genere di ambientazioni, con personaggi femminili così forti da far nascere dentro di me un turbinio di emozioni che poi, finisco per non dimenticare mai. 

Fabio Carlini, in questo libro, purtroppo a mio avviso, troppo breve, parla del dietro le quinte di questo film vincitore di cinque premi Oscar. 
L’autore racconta la storia della boxe nel cinema, ma in questo caso, parliamo di un tipo di boxe al femminile, qualcosa di molto strano e di feroce che difficilmente viene affiancato a una donna. Eppure, Maggie, la protagonista, è una cameriera con una famiglia controversa alle spalle. Un fratello in galera, una sorella che truffa lo stato con un figlio morto, una madre che pesa 140 kg e un padre che non esiste. 
Fa la sguattera dall’età di tredici anni. 
Adesso quanti ne ha? 
37. 

E sa che è già troppo tardi per realizzare il sogno dei sogni quando mette piede per la prima volta nella palestra di Frank. Uno dei migliori allenatori in circolazione. Peccato che l’uomo sia un duro e che non abbia nessuna intenzione di allenare una donna. Soprattutto un tipo tutto ossa e spigoli come Maggie. Una, che a prima vista, perderebbe di sicuro. Ciò che lei desidera è soltanto avere un’occasione. Una sola. Eppure, il fisico a volte, risponde soltanto alla nostra mente e alla forza di volontà. E alla fine, Maggie, ce la fa. Frank si convince ad allenarla. 

Ma cos’è la boxe per una donna come Maggie? O per chi, come lei, viene dalla povertà, dalla rabbia, dall’inquietudine? 
La boxe è lo sport di chi non ha niente da perdere. È violento, rabbioso, duro, crudele. Richiede dolore, te lo inietta nel sangue, fino a quando non sei morto. E se non muori, allora devi continuare a sopportare, sopportare, sopportare. In nome di un sacrificio e in difesa di una rabbia primordiale che ti consuma da dentro e che non si deve spegnere mai. 
Altrimenti ti spegni anche tu. 
Il fuoco che alimenta la boxe è la rabbia. La magia della boxe è la forza di combattere una battaglia che incarna un sogno che nessuno vede tranne te. La boxe richiede rispetto. Il rispetto per te stesso nel momento in cui lo togli all’avversario. 

Tutto questo è magicamente presente all’interno di questo film. Nello sguardo e nelle espressioni di Maggie che non si arrende mai. Che subisce sempre per poi rialzarsi. Avrà le sue vittorie, conquisterà i suoi fans, finalmente. Ma alla fine dovrà combattere la battaglia più importante in un letto di ospedale. 
E Frank? Lo scorbutico allenatore che sembrava così distante. Diverrà un padre per lei, imparando ad amarla profondamente, perchè, poi, come si fa a non amare Maggie? Uno scricciolo di donna con una forza straordinaria. 

In questa storia, come si legge attraverso queste pagine, non manca nulla. Chi la definisce una semplice storia di boxe, non capisce nulla. C’è amore, da quello filiale a quello genitoriale, a quello fraterno. Il rispetto per uno sport nel quale si crede fino dentro la propria anima. La purezza di una disciplina che richiede un sacrificio inimmaginabile. Il continuo rischiare la morte pur di continuare a lottare. 

Perchè la rabbia, per le persone come Maggie, non si esaurisce mai. Maggie vuole riscattare la propria vita priva di senso e di soddisfazioni, facendo pugilato e cercando di trasformare le proprie debolezze, le fragilità irrisolte, in una forza propulsiva che sia capace di riscattare la sua esistenza e di aiutarla a ricominciare. 

Maggie, in fondo, è sola. 
Frank, nonostante abbia una figlia con la quale non parla, è solo. 
Due anime profondamente ferite dalla vita, chiuse in se stesse, che per caso, si sfiorano e iniziano a lottare una per l’altra. 

Million dollar baby è stato girato in soli 38 giorni all’interno di un magazzino vuoto trasformato in una palestra. Hilary Swank si è impegnata al massimo, come sua consuetudine, per riuscire a rendere il personaggio di Maggie così realmente crudo, sofferente, pronto a tutto per affermare se stessa. 
Lo so, per molti questa storia potrebbe essere molto triste. Ma lo è. Perchè nasconderlo? Perchè fuggire a tutti i costi la tristezza? Fa piangere? Sicuramente. Ci sono storie che fanno ridere, altre che fanno riflettere, questa è come una coltellata in pieno petto, capace di squarciarti per sempre. 

Quanti anni sono passati dalla prima volta che l’ho visto? Tanti. Eppure io lo ricordo perfettamente e non ho nemmeno bisogno di rivederlo, perchè nel mio cuore è un indimenticabile. 
C’è l’arte. 
Poi c’è l’arte del cinema. 
E poi c’è l’arte che incontra l’umanità. 
Ecco, questo è Million dollar baby. 
Clint Eastwood riesce, con una regia magistrale, con pochi ambienti e pochi personaggi, a racchiudere la storia di un mondo intero, una carica emozionale che esplode negli occhi e nel cuore di guarda, facendosi carico di tutti i sentimenti che un essere umano può provare. 
Credo che siano pochi i film che abbiano una portata emotiva così devastante. 

Il tema dell’amore di padre e figlia si scontra con quello del dolore e della morte. 
Cosa siamo disposti a fare per risparmiare sofferenza alle persone che amiamo? Fin dove siamo in grado di spingerci? 
Atto d’amore contro gesto terribile. 
Nessuno che guarda questo film può restare indenne. E se qualcuno si è rifiutato di comprenderlo, è soltanto perchè le emozioni erano troppe da gestire, da sopportare, da assorbire. 
Chi lo ha fatto, invece, chi ha compreso fin dentro le proprie ossa, come me, ne sente ancora oggi la mancanza. 

Quindi, fatemi un favore. 
Guardate il film. 
Oppure leggete questo libro. 
Fate qualcosa. 
Fatela. 
Perchè una storia come Million dollar baby deve entrare nelle vostre vite. 
E non uscirne più.

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