Ultime recensioni

lunedì 22 gennaio 2024

Recension: SENZA NOME di Wilkie Collins

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Fazi, oggi vi parlo del secondo romanzo che ho letto di Wilkie Collins, dal titolo Senza nome, ripubblicato in questi giorni per celebrare il bicentenario della nascita dell'autore.

senza nome

di Wilkie Collins
Editore: Fazi
Pagine: 845
GENERE: Narrativa straniera
Prezzo: 4,90€ - 15,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Quando le due sorelle Magdalen e Norah Vanston, alla morte improvvisa dei genitori, scoprono che questi non erano sposati, si trovano private di una cospicua eredità e costrette a guadagnarsi da vivere. Ognuna dovrà fare affidamento sulle proprie risorse: mentre Norah, dimessa e ligia al dovere, si rassegnerà a una vita da governante, l’irresistibile Magdalen sfrutterà il suo fascino per farsi strada, determinata a riconquistare l’eredità al punto da prendere in considerazione la mossa più pericolosa di tutte: sposare l’uomo che detesta. Sullo sfondo di questa contrastata vicenda, scandita da perizie legali e tradimenti, scambi di identità e giochi di coppia, emergono i personaggi, caratterizzati con maestria, di una storia intensamente drammatica, ma anche venata di umorismo. Una strepitosa narrazione, ricca di innumerevoli colpi di scena, in cui ogni elemento si ricollega all’altro in una dinamica continua e incessante. Capolavoro di minuziosa osservazione psicologica e allo stesso tempo critica decisa alle storture della società vittoriana, Senza nome occupa un posto di primo piano nella letteratura inglese dell’Ottocento: un romanzo che rimane ancora oggi un esempio miracoloso del talento di Wilkie Collins.

RECENSIONE

Senza nome è un romanzo che ha come protagoniste due sorelle, Norah e Magdalen. Vivono una vita agiata e felice e hanno due caratteri molto diversi. La prima è pacata, arrendevole, silenziosa, mentre la seconda è una ribelle, con un temperamento forte e determinato. Sono molto legate e si compensano l’una con l’altra. La disgrazia le colpisce quando i loro genitori muoiono. Scoprono che erano figlie illegittime e che secondo le leggi dell’epoca, parliamo dell’Ottocento, non meritano alcuna eredità. 

Oltre a esserci una chiara critica da parte dell’autore verso questi atteggiamenti culturali e sociali disgraziati, c’è anche la volontà di raccontare una storia che ha come protagoniste due donne che pur essendo l’una lo specchio distorto dell’altra, sono comunque in grado di affrontare a proprio modo questa situazione che le mette in difficoltà. 

Norah decide di affrontare l’improvvisa povertà nel modo che le è più consono: ossia accettandola e vivendo al meglio delle proprie capacità gli ostacoli di questa nuova condizione che di certo non le sono favorevoli. Il suo carattere più mansueto di quello della sorella, le permetterà di guardare in modo diverso questo disagio permettendole di adeguarsi più in fretta, senza privarsi, però, delle consequenziali sofferenze che una ragazza come lei, abituata sempre all’agio e alla ricchezza, dovrà tentare di superare. Magdalen è fatta di tutt’altra pasta. Autoritaria, intraprendente e soprattutto innamorata di Frank, un ragazzo che suo padre considerava uno sciocco, incapace di darle alcuna sicurezza, decide di lasciare la famiglia e di mettersi in viaggio in cerca di vendetta. 

L’incontro con il capitano Wragge, lontano parente di sua madre, scombussolerà la sua vita. Non è tipo da fidarsi facilmente di qualcuno, soprattutto dopo le brutte sorprese che la vita le ha riservato, però, di quest’uomo che ha scelto di sposare una donna con evidenti difficoltà cognitive, apparentemente senza motivo, si fida a tal punto da legarsi a lui in un modo che è difficile da definire. 

Wragge è un personaggio molto strano. Ho notato questa capacità dell’autore di dare il meglio di sé quando si tratta di descrivere personaggi fuori dal comune. Riesce a tratteggiarli talmente bene, che anche se hanno delle caratteristiche ovviamente inusuali, il lettore se ne innamora, o quantomeno, né è naturalmente attratto. 

Magdalen vivrà una vita avventurosa mentre cerca di venire a capo di questo mistero che ha colpito la sua famiglia. Si tratta di un matrimonio non celebrato, di una firma mancante e di un testamento scritto troppo tardi; insomma, sono tanti gli interrogativi a cui dare una risposta ma Magdalen non è disposta a darsi per vinta. La sua personalità volitiva è uno degli aspetti meglio riusciti di tutta la storia, insieme alla penna ironica di Collins, che non delude mai. 

Nonostante sia un romanzo scritto nel 1862, non si sente la differenza con i libri di oggi. Anzi, ha un ritmo talmente serrato e i colpi di scena sono orchestrati più che bene che è impossibile annoiarsi, si viene coinvolti a pieno dagli eventi. 

Quello che apprezzo tanto di questo autore, (che consiglio veramente a tutti di leggere), è che le sue storie non sono mai SOLO quello che sembrano. È difficile definire il genere di questo libro e c’è sempre la presenza di donne che si fanno valere e di uomini che sanno il fatto loro. 

Personaggi che ti rimangono impressi, che saltano fuori dalle pagine per dire la loro senza essere la brutta copia di qualcun altro. Intendiamoci bene, per alcuni potrebbero essere storie ormai vecchie, passate di moda, e invece no, ed è questa la forza di una grande scrittura come quella di Collins. 
È sempre attuale. 
Sempre bella, sempre abbastanza inquietante da lasciarti emozioni intelligenti.

Nessun commento:

Posta un commento