LAMENTO PER JULIA E ALTRE STORIE di Susan Taubes Editore: Fazi Pagine: 269 GENERE: Romanzo contemporaneo Prezzo: 9,99€ - 18,50€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2025 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
Julia Klopps, nata in una famiglia dell’alta borghesia mitteleuropea, è figlia di padre e madre Klopps, persone fredde e bizzarre che vivono in una casa decadente circondate da cameriere e tate. Da piccola Julia è una sognatrice, si rifugia nella soffitta e fantastica di essere rapita dagli zingari o da un principe nero. A quindici anni viene deflorata da Bruno, un soldato poco attraente, e a diciotto sposa Peter Brody, brillante ingegnere navale dalla testa piccola e l’aspetto grigio. Compiuti i trent’anni, quando forse dovrebbe prendere una decisione sulla donna che vorrebbe essere, Julia sparisce. A piangere la sua scomparsa e a narrare la sua storia è una voce senza corpo: uno spirito che si suppone incaricato della sua supervisione. Che cos’è questo spirito? Un operatore dall’alto (anche se non certo un santo), un io narrante, una presenza guida più che un voyeur. Di lei sa molto e molto poco, perché l’essere emotivo, fisico e sessuale di Julia è sconcertante, ma anche affascinante, per un’entità che è pura mente. I due sono una coppia male assortita, destinata al fallimento fin dall’inizio, anche se per un po’ riescono a gestire l’infanzia, mamma e papà, i brutti vestiti rosa, i balli e le cotte. Poi arrivano l’amore e il matrimonio, non necessariamente in quest’ordine, e a quel punto le cose iniziano ad andare davvero male. Lamento per Julia, capolavoro del grottesco elogiato da Susan Sontag e Samuel Beckett, è una brillante esplorazione della doppia coscienza di una donna. Rimasto inedito durante la vita di Susan Taubes, è stato recentemente pubblicato negli Stati Uniti dalla prestigiosa NYRB insieme alla selezione di racconti inclusa in questo volume. «Un testo corposo e vivace, una scrittrice di grande intensità e inventiva». Susan Sontag «Un libro pieno di tocchi erotici e di linguaggio crudo, il prodotto di un autentico talento. Lo rileggerò». Samuel Beckett
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RECENSIONE
Leggere Lamento per Julia e altre storie di Susan Taubes è un'esperienza di discesa e smarrimento, un viaggio vertiginoso nei labirinti della psiche dove l'identità si frantuma e la realtà si dissolve in un incubo lucido e poetico. Quest'opera non è semplicemente una raccolta di racconti, ma un universo coeso e ossessivo, tenuto insieme da un'unica, lancinante indagine sulla natura del sé, sulla violenza delle relazioni e sulla disperata lotta per esistere.
Lamento per Julia è un monologo torrenziale e febbrile pronunciato da una voce narrante singolare e terrificante. Non è un uomo, non è un dio, ma un "io" disincarnato, una coscienza parassita che si definisce come una "scintilla celeste" o un "angelo caduto" e che ha consacrato la propria esistenza a un unico, demiurgico progetto: creare Julia. Questo "io" non racconta semplicemente Julia; la abita, la plasma, la possiede anima e corpo, in un atto di creazione che è al tempo stesso un atto di suprema violenza. È un Pigmalione al negativo, la cui opera non è una statua da animare ma un "essere vivente" da imprigionare in una forma, un'immagine, un destino che lui stesso ha architettato.
Julia, il suo soggetto, è una figura enigmatica e quasi elementale, una creatura che "cede come l'erba", la cui apparente passività diventa la tela su cui il narratore proietta le sue ossessioni, le sue paure e il suo disperato bisogno di controllo. La loro relazione è una simbiosi mostruosa, un "guazzabuglio di pezzi e pezzetti" che "in due non formano neppure una persona". Il lamento del titolo non è solo per la sua scomparsa, ma per il crollo del mondo del narratore, la cui intera identità si sgretola nel momento in cui la sua creazione gli sfugge, scegliendo un'esistenza autonoma che lui non può né concepire né controllare.
Questa esplorazione radicale dell'identità frammentata e delle dinamiche di potere si propaga come un'onda d'urto nei racconti che seguono, i quali funzionano come schegge di uno stesso specchio rotto. In La paziente, ritroviamo un'altra voce smarrita, quella di un ricoverato la cui identità sessuale e anagrafica è incerta, un essere definito solo dalle diagnosi contraddittorie dei suoi analisti, in un'eco satirica e tragica del progetto del narratore di Julia.
La figura paterna, oppressiva e divoratrice, che nel Lamento si manifesta nel narratore stesso, assume le sembianze dello psicanalista in La figlia del dottor Rombach, un padre che intrappola la figlia Marianna in una rete di interpretazioni cliniche, soffocando ogni suo impulso naturale sotto il peso delle sue teorie. La violenza, che nel Lamento è psicologica e metafisica, esplode in una brutalità fisica e mitica in Medea, dove Isabel Marston, abbandonata dal marito, compie un atto di vendetta assoluta uccidendo i propri figli per "arrivare al suo cuore" , rivendicando su di loro un diritto di vita e di morte che scaturisce dal fatto stesso di averli generati.
Lo stile di Susan Taubes è l'incarnazione perfetta dei suoi temi. La sua è una prosa incantatoria, ipnotica, che trascina il lettore in periodi lunghi e sinuosi, carichi di un lirismo viscerale e di immagini perturbanti. L'autrice non teme di guardare l'orrore, che sia la follia lucida di una madre assassina, la sessualità brutale e quasi rituale de La catena d'oro o la desolazione di un amore incestuoso in Visita pasquale. La sua scrittura fonde una profonda cultura filosofica e psicanalitica con un'attenzione quasi fisica alle sensazioni, agli odori, ai fluidi del corpo, creando un'atmosfera claustrofobica in cui il pensiero e la carne sono inestricabilmente legati.
I racconti, spesso radicati in strutture archetipiche da fiaba o da mito (Cigno, L'ultimo ballo), diventano potenti allegorie della condizione umana, esplorando l'amore come possessione, la morte come amante deluso e la pazzia come unica, possibile forma di lucidità in un mondo insensato.
La riscoperta di quest'opera è importante. Restituisce al pubblico la voce di un'autrice radicale e scomoda, capace di sondare l'abisso dell'esperienza umana con uno sguardo impietoso e una lucidità disarmante. È un lamento non solo per Julia, ma per una condizione esistenziale di perenne inquietudine, un capolavoro che, pur scritto decenni fa, parla con forza perturbante alla nostra contemporaneità.
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