Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Piemme, oggi vi parlo di Delitto al ballo di Julia Seales.
delitto al ballo di Julia Seales Editore: Piemme Pagine: 384 GENERE: Romanzo storico Prezzo: 10,99€ - 19,99€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2025 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
Beatrice Steele non incarna esattamente l'ideale di perfezione femminile richiesto a Swampshire: è negata per il ricamo e priva di doti musicali, mentre le sue creazioni artistiche suscitano più sgomento che ammirazione. Come se non bastasse, custodisce un segreto imbarazzante: una passione sfrenata per i crimini irrisolti. Se venisse alla luce, verrebbe cacciata per sempre dai salotti buoni. Determinata a proteggere l'onore della sua famiglia, Beatrice decide di soffocare questa ossessione. Edmund Croaksworth, lo scapolo più ambito del momento, sarà presente al ballo autunnale, e i signori Steele sperano che una delle loro figlie riesca a fare breccia nel suo cuore. Beatrice dovrà quindi comportarsi in modo impeccabile, un compito non semplice, soprattutto con l'arrivo inaspettato da Londra di Vivek Drake, un detective tanto enigmatico quanto affascinante. Mentre Beatrice cerca di mantenere il controllo, la situazione precipita: Croaksworth muore improvvisamente nel mezzo di un minuetto. Fuori imperversa una tempesta e l'atmosfera del ballo si trasforma in un caos, tra sospetti, intrighi e tradimenti. Quando diventa evidente che l'assassino è tra gli ospiti, Beatrice dovrà abbandonare ogni regola di decoro per perseguire la verità e ascoltare il proprio cuore, prima che qualcun altro perda la vita.
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RECENSIONE
C’è qualcosa di delizioso e insieme di sovversivo in Delitto al ballo di Julia Seales. Un romanzo che, a prima vista, sembra una frizzante variazione sul tema delle eroine alla Jane Austen immerse in pizzi, minuetti e corteggiamenti, ma che ben presto si rivela un’irresistibile miscela di ironia, mistero e critica sociale. Un’opera che si legge con un sorriso sulle labbra, ma che lascia dietro di sé una scia di riflessioni pungenti, dolcemente femministe, assolutamente contemporanee.
Beatrice Steele è, senza mezzi termini, una protagonista meravigliosa. Fuori dagli schemi, priva delle virtù “appropriate” di una signorina di Swampshire – non sa ricamare, non suona il piano, e dipinge con tale orrore da provocare panico – è una giovane donna che coltiva una passione proibita: i delitti. Non li commette, li studia. Li osserva, li analizza, li risolve. Il suo cuore batte non per un cavaliere, ma per un caso da decifrare.
La sua mente è brillante, ma il contesto in cui vive – una piccola comunità guidata da un manuale di buone maniere tanto ridicolo quanto terrificante – non le lascia spazio.
Beatrice è una detective nel corpo di una “brava figlia da maritare”: e questo la rende, insieme, comica e commovente, ironica e tragica, autenticamente rivoluzionaria.
È un personaggio che vive divisa tra il desiderio di compiacere e il bisogno di esistere davvero. E nella sua doppia vita (dama educata fuori, ossessiva lettrice di cronaca nera nella torretta di casa), c’è tutta la potenza simbolica delle donne che, ieri come oggi, sono costrette a nascondere ciò che sono davvero per poter sopravvivere.
Swampshire è il vero antagonista della storia. Non è solo un paesino inglese immerso nel verde, è una gabbia fatta di bon ton, reputazione e terrore sociale, dove basta un gesto “inappropriato” per essere esiliati e dimenticati.
In questa cornice, ogni personaggio femminile si muove con una maschera diversa: Louisa, la sorella di mezzo, è la favorita, la bellezza della famiglia, la speranza di salvezza. Ma sotto la grazia, traspare la fragilità. Sa di essere un prodotto, un investimento su cui la madre ha puntato tutto. È tormentata dal senso del dovere, e quando vacilla – anche solo per un attimo – l’intero castello di carte sembra crollare. Mary, la sorella minore, è un mistero vivente. Silenziosa, sfuggente, cupa. Una presenza gotica tra i boccoli e i tè, quasi un’eco della parte più oscura del femminile. In lei, la ribellione è muta, ma non per questo meno potente. La signora Steele, la madre, è l’incarnazione del patriarcato interiorizzato. Apparentemente frivola, in realtà lucida e strategica. Ha capito che il matrimonio è l’unica salvezza per sé e per le figlie. E lotta, come può, per garantirlo. Anche a costo di soffocare i sogni delle sue stesse figlie.
Eppure, nessuna di queste donne è condannata: tutte, a modo loro, cercano di sopravvivere, di trovare un senso, di amare e farsi amare.
Questo romanzo, infatti, non giudica i suoi personaggi: li osserva, li ascolta, li lascia essere. E questo lo rende umanamente potente.
La struttura narrativa riprende la più classica delle trame: un ballo elegante, una morte improvvisa, una tempesta che impedisce agli ospiti di andarsene. Ma Julia Seales non si limita a imitare Agatha Christie: trasforma il giallo da salotto in un meccanismo di rivelazione sociale.
Ogni sospetto, ogni interrogatorio, ogni indizio svela non solo un possibile movente, ma una ferita. Dietro il crimine, c’è sempre una maschera che cade. Il colpevole è un personaggio complesso, intelligente, scaltro, disilluso. Dove Beatrice ha scelto la verità, il colpevole ha scelto la menzogna. Dove una cerca giustizia, l’altro cerca vendetta. E nel loro scontro finale si gioca l’anima del romanzo: cosa sei disposto a sacrificare pur di esistere davvero?
Lo sfondo regency è esasperato fino alla parodia: manuali di comportamento da 3 volumi più edizione tascabile, corsetti al limite del soffocamento, fialette di belladonna per dilatare le pupille e sembrare più attraenti. Il tutto raccontato con una brillante ironia, che strappa risate ma lascia l’amaro in bocca. L'autrice disegna un mondo grottesco ma credibile, in cui l’apparenza è tutto e la reputazione vale più della verità. Un mondo che non è troppo diverso dal nostro: basta sostituire corsetti e minuetti con filtri Instagram e carriere social.
La scrittura è spumeggiante, brillante, raffinata ma mai pesante. Il tono è ironico, tagliente, pieno di giochi verbali, doppi sensi e allusioni. Ma soprattutto, è una scrittura che non ha paura di osare: una pagina fa ridere, la successiva fa riflettere, quella dopo ancora colpisce con una verità scomoda.
La Seales ha il dono rarissimo di rendere accessibile un testo colto, trasformando un pastiche regency in un romanzo attualissimo. E anche nel gioco con le fonti, gli articoli di giornale, gli estratti di rubriche scandalistiche, le lettere, c’è un’intelligenza narrativa che arricchisce e sorprende.
Delitto al ballo è una storia che mescola giallo, commedia, romanzo di formazione e critica sociale. È un romanzo che diverte, intriga, commuove. Ma soprattutto, è un inno alla libertà di essere se stesse. Beatrice Steele non è solo una detective improvvisata: è ogni ragazza che ha dovuto nascondere la propria intelligenza, ogni donna che ha pagato un prezzo per la sua autenticità, ogni lettrice che sogna un mondo in cui giustizia e bellezza non siano in conflitto.
Leggetelo. Ridete, riflettete, annotate. Ma soprattutto: lasciatevi sedurre dal mistero, dall’ironia e dal cuore di Beatrice. Perché in un mondo che cerca di ridurci tutte a comparse, questa storia ci ricorda il valore straordinario di chi osa uscire dal copione.
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