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lunedì 26 giugno 2023

Recensione: TELL ME LIES. DIMMI BUGIE di Carola Lovering

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Salani, oggi vi parlo del famoso Tell me lies. Dimmi bugie di Carola Lovering.


tell me lies. dimmi bugie

di Carola Lovering
Editore: Salani
Pagine: 456
GENERE: New Adult
Prezzo: 10,99€ - 16,90
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2023
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Lucy sa che di Stephen non ci si può fidare. Stephen sa che Lucy non lo lascerà mai. Dopo un’adolescenza difficile trascorsa a Long Island, Lucy Albright è in cerca di un nuovo inizio. La sua occasione per ricominciare arriva in un piccolo college della California. Tra lezioni stimolanti e feste sfrenate, la ragazza è pronta a godersi tutto ciò che la vita universitaria ha da offrirle. Presto, alle attrattive del campus si aggiunge anche Stephen DeMarco. Affascinante. Complicato. Sicuro di sé. Con lui Lucy pensa di poter tornare finalmente a credere nell’amore. Sin da subito, invece, la passione che li unisce svela il suo potenziale distruttivo. Le bugie e i tradimenti di Stephen si susseguono, e gioia e dolore si mescolano in un vortice seducente e pericoloso. Quella fra Lucy e Stephen è una storia sbagliata, se ne accorgono tutti quelli che li circondano. Lei, però, è accecata dai sentimenti che prova e dal modo in cui il ragazzo la fa sentire, ed è sempre pronta a perdonarlo. Anche se Stephen si fa sempre più sfuggente e misterioso. Anche se sembra disposto a tutto pur di nascondere un terribile segreto che potrebbe mandare all’aria il suo futuro. Tell Me Lies è la cronaca di un amore totalizzante, un racconto spietato e sincero sulla difficoltà di lasciar andare ciò che ci fa del male, anche quando è l’unica scelta possibile.

RECENSIONE

Uno dei libri più chiacchierati del momento è certamente Tell me lies. Dimmi bugie di Carola Lovering, ne hanno anche tratto una serie TV, quindi, ho detto tutto. 
Solitamente, non amo le trasposizioni cinematografiche perchè non corrispondono mai del tutto ai corrispettivi narrativi. In questo caso, non posso esprimermi, perchè ho letto solo il libro, e mi è bastato. 

Lucy è una ragazza molto acuta, intelligente, apparentemente fredda che al college conosce Stephen, un ragazzo dalla bellezza devastante e dal carattere arrogante e prepotente. All’apparenza sembrano molto diversi, in realtà lei è subito attratta da lui perchè riconosce nella sua personalità deviata qualcosa di oscuro molto simile a ciò che si porta dentro. 

Non prendiamoci in giro, questa è una storia che va presa con le pinze. Ed è anche molto lunga, così lunga che a una certa mi ha pure stancato. Mi ha stancato principalmente lo stile dell’autrice e, chi mi conosce, sa quanto io tenga al modo di scrivere di un autore, perchè, e non mi stanco mai di ripeterlo, le storie sono sempre le stesse, ma è il modo di scriverle a fare la differenza. 

Ebbene l’autrice è troppo dettagliata nella narrazione, le prime pagine e buona parte del libro sono talmente lenti che nel leggerli mi sono cadute le braccia. Pagine intere dedicate alla descrizione minuziosa dell’ambiente o di ciò che lei mangia per colazione, oh, no, grazie. Ne faccio tranquillamente a meno. Quando leggo, voglio andare veloce, non voglio addormentarmi e poi risvegliarmi incastrata sempre alla medesima pagina. 

Per quanto riguarda la storia di pseudo amore tra i protagonisti, qui viene il bello. Lucy ha vissuto un’adolescenza connotata da disturbi alimentari, e da un rapporto difficoltoso con sua madre, alla quale non riesce a perdonare un tradimento avvenuto nel passato. Queste esperienze hanno, ovviamente, formato il suo carattere e l’hanno resa una ragazza molto fredda e distaccata nei rapporti, che ha poca fiducia nel prossimo. È anche, se vogliamo, una questione di fiducia in se stessi. Lucy, nonostante al college venga soprannominata Ice Queen, la regina di ghiaccio, è una ragazza che non crede in se stessa, che ha problemi di autostima, che ha avuto disturbi alimentari proprio perchè non si vedeva all’altezza degli altri. E ancora oggi, nonostante sia cresciuta e si sia nascosta dietro una bella armatura di determinazione e di sicurezza, tiene ancora un po’ troppo al cibo e alla sua forma estetica. 

Parliamo un po’ di Stephen. Questa ragazzo che sembra subito irresistibile e che punta gli occhi su Lucy, con l’intento di farla diventare la sua musa ma anche di affascinarla a tal punto da irretirla, e da convincerla ad adorarlo, appunto, qualunque cosa lui faccia o voglia. Il titolo non mente. Qui si tratta di bugie. Tante bugie che Stephen le racconta, ma anche e soprattutto di quelle che Lucy racconta a se stessa. È chiaro, fin dalle prime pagine, che lui è un manipolatore narcisista, che ha un passato oscuro alle spalle, un incidente che vuole a tutti costi tenere nascosto, ed è un personaggio da cui, ovviamente le donne dovrebbero stare alla larga. 
Ovvio. 
Ovvio. 
Ovvio. 

Eppure, non è così. Ci sono donne, come Lucy, che continuano a essere attratte da uomini del genere, a cui chiaramente manca l’empatia, manca la capacità di amare e di sacrificarsi per gli altri. Donne che cadono nella loro trappola. E questo libro è l’ennesima dimostrazione che ciò, probabilmente, avverrà sempre, se la donna o la persona in questione, non risolverà prima i suoi dissidi interiori. Se non lo facciamo, saremo sempre preda facile per questi soggetti che andrebbero trattati al pari di come trattano loro. 

Il loro rapporto è molto spinto, le scene di sesso si regalano senza risparmiarsi, perché anche il sesso gioca un ruolo fondamentale nel groviglio di emozioni devastanti che questi personaggi affrontano. È un’arma per ferire, e non viene mai usato per guarire. Anzi, il sesso è sfruttato, così come le debolezze di entrambi, per rendere questa relazione sempre più tossica, sbagliata e distruttiva. 

Ciò che mi ha dato fastidio è l’hype che si è creato intorno a questo libro. Sui vari social si descrive l’autrice come la nuova Colleen Hoover. Ok, si, ma anche no. 
Anche basta! 
Chi sono queste sedicenti blogger, tiktoker e quant’altro, che hanno scarso sedici anni, forse, che hanno letto un libro della Hoover e qualche altra stupidata, che si permettono di paragonare un’autrice del genere con un esordiente? Nulla contro gli esordienti, sia chiaro. Ma la Hoover è la Hoover e il suo stile e i suoi libri non hanno nulla a che vedere con questo. 

Ripeto, Dimmi bugie non è un brutto libro. Ci mancherebbe, ma ciò che vedo continuamente fare, e che considero sbagliato, è paragonare i libri ad altri molto più famosi, pur di vendere o di convincere le lettrici a leggerlo. 
È sbagliato! 
Smettetela di usare paragoni, perché chi ha letto giusto qualcosina in più come me, che non sono tanto vecchia, eh, e fa recensioni da una vita, se ne accorge alla seconda pagina che Carola Lovering e il suo libro non hanno niente da spartire con la Hoover e tutta la sua produzione. 

Perciò questo libro è bello, ma va letto solo se siete preparati a riconoscere gli effetti devastanti di una relazione tossica i cui protagonisti hanno parecchi problemi da risolvere. 
Infine, per favore. 
Fatevi i fatti vostri e leggete senza paragonare, anche se lo so, paragonare le letture fa sentire più fighi, più competenti, perché dimostra che voi sapete, avete letto. Ma che ci potete fare, se la maggior parte delle volte, non sapete di cosa state parlando? 
Un po’ di umiltà. 
Please.

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