Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Fazi, oggi vi parlo di La canzone dei nomi di Jedediah Berry.
la canzone dei nomi di Jedediah Berry Editore: Fazi Pagine: 552 GENERE: Fantasy Prezzo: 9,99€ - 19,50€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2025 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
Quando le parole sono scomparse, il mondo è cambiato per sempre. Tutto ha perso significato, e l’umanità ha dovuto ricominciare da zero. I mostri sono scivolati fuori dai sogni e i fantasmi vagano ovunque, muti e confusi. Solo grazie al lavoro che i comitati – addetti a nomi, mappe, fantasmi, sogni – stanno portando avanti sarà possibile ritrovare i contorni e i nomi delle cose e arginare il terrore di tutto ciò che rimane selvaggio e incontrollabile, perché privo delle parole necessarie a definirlo. Perché nulla è più pericoloso di ciò che non ha un nome.
L’aralda del comitato dei nomi ha il compito di consegnare le parole nuove, ma la sua esistenza rappresenta un’anomalia, perché lei stessa non ha mai ricevuto un nome; e quando le minacce e gli attacchi nei confronti del mondo nominato aumentano, è costretta alla fuga. Accompagnata da un vecchio fantasma, da un mostro impacciato e da un animale misterioso, intraprenderà un viaggio ai confini dei territori nominati, durante il quale dovrà fare i conti con il proprio passato e con la propria natura. Fino all’incontro con il Quadrato Nero, una stravagante compagnia teatrale composta da individui bizzarri e mostri imprevedibili, unica depositaria delle antiche storie. E saranno proprio le antiche storie, come nei migliori racconti, a farsi strumento per una nuova comprensione del mondo, per guardare all’ignoto non più come una minaccia, ma come un’occasione di scoperta.
Un’avventura fantasy attraverso verità pericolose, incontri sorprendenti e ribellioni inaspettate, ambientata in una società, non troppo diversa da quella in cui viviamo, disposta a tutto pur di plasmare a sua immagine il significato di ogni cosa; un libro che ci aiuta a evocare un altro mondo, più libero e magico, ma non meno reale di questo.
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RECENSIONE
C'è un mondo che vibra appena oltre il velo della nostra realtà, un mondo dove le parole non sono semplici etichette, ma catene, fondamenta. Un mondo dove nominare una cosa significa strapparla al caos primordiale e darle un posto, un peso, una verità.
Immaginate ora di essere l'unica persona, in questo mondo ossessionato dai nomi, a non possederne uno. Questo è l'inizio di La canzone dei nomi di Jedediah Berry, un romanzo che non si limita a raccontare una storia, ma interroga l'essenza stessa del nostro rapporto con il linguaggio e l'identità.
Il worldbuilding dell'autore è originale. Siamo in una terra segnata da un cataclisma chiamato "il Silenzio", un evento che ha fatto svanire le antiche parole, lasciando l'umanità a brancolare in una realtà informe e pericolosa. Per combattere questo vuoto, i "nominati" si affidano al comitato dei nomi, un'istituzione nomade che viaggia su un treno eterno, il Numero Dodici. Qui, i "divinatori" trovano nuove parole e gli "araldi" hanno il compito quasi sacro di "consegnarle" al mondo, legandole a un oggetto, un'emozione, un concetto, rendendolo così reale e sicuro.
Le parole diventano scudi contro i "senza nome" e i loro mostri partoriti dagli incubi. Ogni nuova consegna è una piccola vittoria contro il caos, un mattoncino aggiunto all'edificio della civiltà. Ma è anche un atto di potere immenso, un controllo quasi totalitario sulla percezione della realtà.
Chi decide cosa merita un nome? E cosa succede alle cose, alle persone, che rimangono fuori da questo sistema? L'autore costruisce un'allegoria potente sul potere, la politica e il controllo sociale, il tutto avvolto in un'atmosfera malinconica e crepuscolare, a metà tra il fantasy, lo steampunk e il noir.
La protagonista è un paradosso vivente. È colei che dona i nomi al mondo, eppure è l'unica a esserne priva. Questa sua condizione non la rende una tabula rasa, ma un centro di gravità per tutte le contraddizioni del suo mondo. È definita non da un'etichetta, ma dalle sue azioni, tanto da essere conosciuta come "l'aralda che aveva consegnato guaio". Il suo viaggio è una ricerca disperata e potente di sé stessa, una ribellione contro il ruolo che il mondo e suo padre le hanno imposto. La sua lotta per rimanere integra in un sistema che la vuole definire o cancellare è ciò che la rende un personaggio complesso e non di facile interpretazione.
Libro, il presidente del comitato, è la figura paterna ambigua, un uomo del sistema che però infrange le regole per proteggere la sua "prediletta". I suoi segreti e il suo tragico destino mostrano la fragilità di chi cerca di mantenere un equilibrio morale in un mondo di assoluti. All'estremo opposto c'è il dicitore Gelo, l'incarnazione del potere totalitario e della paura, un uomo che vuole cancellare ogni anomalia, ogni "guaio", per imporre un ordine sterile e spietato.
La sorella Tessera è un fantasma del passato, il legame con una famiglia che l'aralda dovrebbe dimenticare ma che si rivela cruciale per svelare le cospirazioni che governano il mondo. Giada, la divinatrice, è l'ancora al presente, un amore nato tra i confini stretti del Numero Dodici, un legame che dimostra come anche l'affetto più puro venga messo alla prova quando la lealtà al sistema si scontra con quella verso l'individuo.
L'autore sovverte magnificamente il cliché del "nemico". I "senza nome" non sono un'orda malvagia, ma un popolo con una propria cultura. I veri antagonisti, i "soffiatori di vetro", non sono nemmeno dei senza nome, ma un gruppo di ex-attori, prodotti rinnegati del mondo dei nominati stessi, che manipolano tutti per scatenare una guerra. Questa scelta rende il conflitto infinitamente più complesso e tragico.
Lo stile di Jedediah Berry è lirico, quasi onirico, eppure incredibilmente tattile. Ogni consegna di una parola è un'esperienza sensoriale: sentiamo il freddo dell'ottone tra le mani, respiriamo l'odore del legno di noce appena tagliato, percepiamo la leggerezza del "galleggiare". Questa prosa avvolgente ci immerge completamente in un mondo che, pur essendo fantastico, sembra più reale di tanti altri.
Il tema centrale è una potentissima riflessione su come il linguaggio non si limiti a descrivere il mondo, ma lo crei. Avere una parola per "ombra" permette di cercarvi i nemici nascosti. Avere la parola "morte" permette ai fantasmi di trovare finalmente pace.
L'autore ci costringe a chiederci: quante cose nella nostra realtà esistono solo perché abbiamo un nome per chiamarle?
In un mondo che ha perso la sua storia, il ricordo diventa un atto di ribellione. Il fantasma rattoppato, con i suoi disegni, è un archivio vivente di un passato che il potere vorrebbe cancellare. La storia dell'aralda è una lotta per non dimenticare suo padre, sua sorella, e infine, sé stessa.
Il messaggio più forte del romanzo è un inno alla libertà individuale. L'identità non è un'etichetta che ci viene imposta dall'esterno, ma una storia che scegliamo di raccontare. La ribellione definitiva dell'aralda non è sconfiggere un nemico, ma consegnare una parola a sé stessa, un atto di auto-creazione che spezza ogni catena.
Se cercate un fantasy che si accontenti di elfi e draghi, questo libro non fa per voi. Ma se desiderate un'opera che vi sfidi, che vi faccia riflettere sul potere delle parole che usate ogni giorno, che vi immerga in un mondo tanto malinconico quanto meraviglioso, allora avete trovato un tesoro.
La Canzone dei Nomi è una critica sottile al conformismo e un'appassionata celebrazione dell'outsider, dell'anomalia che rifiuta di essere categorizzata. È una storia sulla perdita, sulla memoria e sulla straordinaria forza necessaria per forgiare il proprio destino in un mondo che preferirebbe scriverlo per noi.
Non lasciatevi ingannare dalla sua apparente pacatezza: questo libro è una tempesta silenziosa, una rivoluzione sussurrata. Leggetelo per la sua bellezza struggente, per i suoi personaggi indimenticabili e per la meraviglia di guardare il vostro stesso mondo con occhi nuovi, chiedendovi quante canzoni silenziose attendono ancora di essere nominate.
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