Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice NNeditore, oggi vi parlo di Affamata, il romanzo d'esordio di Melissa Broder. Una storia che non lascia indifferenti!
RECENSIONE
Affamata è un romanzo che affronta temi che riguardano un po’ tutti come i disturbi alimentari, i rapporti difficili con le nostre madri e il sesso.
Rachel è una ragazza che vive con l’ossessione del cibo inculcatagli dalla madre. Secondo la donna, l’obesità rende vergognosi e infelici, eppure la protagonista, da piccola era paffuta e ha dovuto rivoluzionare completamente la sua vita per diventare magra.
Ha un lavoro che non la soddisfa ma, soprattutto, passa gran parte della giornata a contare le calorie che ingerisce. Ci pensate che inferno?
Il suo terapista le suggerisce di prendere la situazione di petto, di affrontare le sue paure e soprattutto di mettere in chiaro le cose con sua madre. Rachel è un po’ restia come tutte quelle persone che hanno timore di rivoluzionare la propria vita interiore ed esteriore nonostante soffrano come cani. Infatti, lei preferisce aspettare, e sperare che le cose si risolvano da sole mentre il suo terapista le suggerisce di agire.
L’unico posto in cui Rachel si sente più a suo agio e dove si concede qualche sgarro alla sua dieta ferrea, è una yogurteria che è di proprietà di una famiglia ebrea praticante. È proprio lì che conosce Miriam, la figlia dei proprietari, bella ma grassa che vive la sua vita avvolta dalla felicità e dalla consapevolezza di sè, senza alcun tipo di negazione a livello alimentare.
Nonostante le regole che Rachel s’impone quando deve mangiare, tentando sempre di tenere sotto controllo le calorie, è proprio Miriam a farle mangiare tutto ciò che desidera e a spingerla, per la prima volta, a fregarsene del grasso e a mangiare per puro piacere.
Ecco, a proposito di piacere. Questo è un libro che trabocca di sesso e di voglie che all’inizio sono poco esplicite, poi diventano fondamentali per lo sviluppo della storia.
Rachel e Miriam sono destinate a stare insieme, e infatti iniziano una relazione d’amore e di sesso che le coinvolge entrambe e spinge ognuna di loro a superare il proprio limite.
Cosa signfiica?
Rachel supera l’ossessione per il cibo scoprendo un tipo di sesso mai provato prima, dove il cibo diventa protagonista e la coinvolge a tal punto da farle dimenticare tutte quelle interiorizzazioni materne che la volevano magra e accettata dalla società.
D’altra parte anche Miriam si trova in una situazione complicata. Avere una relazione con una donna la mette contro i suoi genitori che vogliono per lei un matrimonio etero e dei figli.
Non c’è alcun dubbio che la scrittura dell’autrice coinvolge e rende l’atmosfera molto sensuale e accattivante.
I temi trattati come i disturbi alimentari e l’omofobia sono delicati, ma lei riesce ad affrontarli in un modo che definirei semi serio, coinvolgendo l’approccio sessuale e rendendolo quasi una terapia d’urto per affrontare queste problematiche ed evitare che condizionino gravemente la vita.
Chi non ha mai avuto problemi con il cibo? Tutti, penso, in diversi momenti dell’esistenza, abbiamo riflettuto sulle calorie, chi per un motivo o per un altro, e ci siamo lasciati influenzare dagli altri, da come apparivano. Insomma, tutti, credo, abbiamo fatto il nostro percorso di crescita e di accettazione dei nostri difetti.
Probabilmente oggi è più difficile di ieri per certi versi, ma comunque, non è qualcosa che avviene facilmente perchè i nostri genitori, la società, le persone che amiamo, ci condizionano anche se non vogliono e noi siamo il risultato di tutto ciò che ci circonda nel bene e nel male.
Rachel riesce a migliorare la propria esistenza grazie alla conoscenza di Miriam, e a comprendere che la strada giusta per stare davvero bene è seguire i propri desideri, anche se spesso, non coincidono con quello che gli altri vogliono da noi.
In altre parole?
Freghiamocene. Non c’è nessuno standard a cui dobbiamo per forza aderire se non è quello che vogliamo davvero.
L’autrice ce lo spiega usando modi e linguaggio che possono fare arrossire anche quelli più navigati, ma tutto sommato, il messaggio arriva chiaro e distinto. Ognuno di noi ha il proprio percorso conoscitivo, non siamo qui per giudicare quale, certo è che la privazione, di qualunque forma sia, denigra il nostro essere persona, e ci rende sempre più vuoti. Imparare ad amare il cibo attraverso il sesso è un’idea. Può valere per qualcuno, magari per un altro no, che importa?
Da qualche parte, c’è la giusta risposta per ciascuno di noi.
La strada per arrivarci, non è uguale per tutti.
Il traguardo sì: il nostro assoluto benessere.
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