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giovedì 20 febbraio 2025

Recensione: ANIMALI DOMESTICI di Bianca Bagnarelli

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Coconino Press, oggi vi parlo di Animali domestici di Bianca Bagnarelli.

animali domestici

di Bianca Bagnarelli
Editore: Coconino Press
Pagine: 224
GENERE: Fumetti
Prezzo: 20,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Col suo segno luminoso, Bianca Bagnarelli racconta le minacce silenziose che assediano le nostre zone di conforto, i grandi compromessi e le piccole crudeltà che ci danno forma, le solitudini annidate negli interstizi della vita sociale e le sfumature indefinibili dei sentimenti. Sono storie di animali domestici, noi umani, che l’autrice definisce in una luce spietata, priva di ogni compiacimento. Questo suo primo, atteso libro è l’approdo di un lungo percorso, che l’ha portata ad affermarsi come una delle voci più limpide e necessarie della narrativa disegnata contemporanea.

RECENSIONE

Ultimamente mi sto appassionando sempre di più alle graphic novel, ai libri illustrati, ai fumetti, alla magia dei disegni e dei colori unita a quella delle parole. Un esempio meraviglioso di commistione tra l’uso del tratto delicato ma emotivo e dei colori forti e impattanti unito al potere disarmante delle parole, raccontate come se il mondo fosse a occhi chiusi, è Animali domestici di Bianca Bagnarelli

Storie che non sono solo storie, ma si insinuano nel sottile spazio tra la realtà e la percezione, tra il detto e il non detto, tra le piccole crepe della quotidianità che finiscono per inghiottire intere esistenze. È una raccolta di racconti a fumetti che esplora la fragilità umana con uno sguardo chirurgico e una sensibilità spietata. 

Le tredici storie che compongono il volume non seguono un filo narrativo tradizionale, ma sono unite da un senso profondo di inquietudine e vulnerabilità. Bianca Bagnarelli racconta il dolore con una scrittura visiva essenziale eppure potentissima, lasciando che siano i dettagli a parlare. Non c’è bisogno di spiegare il disagio, perché lo si avverte in ogni sguardo abbassato, in ogni pausa sospesa tra un’azione e l’altra, in ogni colore pastello che sembra urlare il vuoto dei protagonisti. Mi sono soffermata sui volti dei personaggi, alcuni talmente angosciati da farti comprendere, anche senza sapere, tutto il loro mondo di sofferenza, di disagio, di disamore. 

I protagonisti di queste storie sono anime alla deriva, intrappolate in un mondo che sembra sempre troppo distante, troppo crudele o semplicemente troppo assente. C’è chi affronta il peso di una perdita, chi cerca di ricostruire un legame ormai spezzato, chi si rifugia nell’illusione di un sentimento che non può esistere. La vita non concede tregue, e l’autrice ce lo ricorda con una narrazione che non offre risposte, ma pone domande che risuonano a lungo dopo l’ultima pagina. 

Uno degli aspetti più disturbanti di Animali domestici è la sua capacità di rappresentare la violenza sottile del quotidiano. Non si tratta della brutalità eclatante a cui siamo abituati nelle narrazioni drammatiche, ma di quella più subdola e normale: il bullismo silenzioso, l’indifferenza verso il dolore altrui, la crudeltà che si annida nelle dinamiche più banali. C’è una storia che mostra senza sconti la cattiveria rivolta verso un ragazzo disabile, e la cosa più straziante non è tanto l’atto in sé, ma il modo in cui viene accettato come qualcosa di inevitabile, di normale. Non ci viene concessa l’illusione di un riscatto, di un gesto eroico che possa ribaltare la situazione. La realtà è più dura, e ci lascia soli a confrontarci con il nostro stesso disagio. Se la parola scritta è scarna, il vero linguaggio del libro è il silenzio. 

Storie come Say hi for me mostrano quanto possa essere potente l’assenza di dialoghi: qui il non detto è carico di significati, il vuoto tra i personaggi diventa un abisso in cui il lettore precipita, costretto a riempire le pause con la propria interpretazione. In altre storie, la disposizione delle tavole e il ritmo delle vignette contribuiscono a creare una sensazione di oppressione o di sospensione, quasi come se il tempo stesso fosse un personaggio invisibile, presente e inafferrabile. 

Dal punto di vista grafico, Animali domestici è un’opera di rara raffinatezza. Il tratto di Bianca Bagnarelli è essenziale e pulito, eppure incredibilmente espressivo. Non c’è nulla di superfluo nei suoi disegni: ogni linea è ponderata, ogni scelta cromatica è studiata per evocare un’emozione precisa. I colori tenui e le campiture leggere sembrano quasi in contrasto con il peso emotivo delle storie, creando un effetto di dissonanza che amplifica la loro potenza. La struttura delle tavole varia a seconda delle necessità narrative: alcune sono ampie e ariose, lasciando spazio alla contemplazione, altre sono serrate e soffocanti, con vignette piccole che danno il ritmo di una tensione crescente. Un esempio perfetto di questo utilizzo del layout è The Match, dove la sequenza delle immagini richiama il ritmo di una partita di tennis, ma il vero gioco è quello emotivo, fatto di sguardi mancati e distanze incolmabili. 

Non c’è una vera e propria morale in Animali domestici, e questa è forse la sua forza più grande. Le storie non cercano di insegnare nulla, non offrono risoluzioni catartiche, non chiudono mai completamente il cerchio. Il lettore è lasciato con un senso di sospensione, con il compito di trovare il proprio significato dentro le pagine. Bianca Bagnarelli sembra dirci che il dolore, la solitudine e l’incomprensione fanno parte dell’esistenza, e che spesso non c’è un senso ultimo da trovare. Ma forse, proprio nel riconoscere questa realtà, possiamo scorgere una forma di bellezza, un momento di verità che ci avvicina agli altri e a noi stessi. 

Animali domestici è un libro che non si limita a raccontare storie, ma ci costringe a sentirle. È un’opera che si insinua nella mente e nel cuore, lasciando tracce difficili da cancellare. Non è una lettura rassicurante, non offre risposte né soluzioni, ma è proprio per questo che è così necessaria. Per chi ama i racconti che scavano a fondo nelle emozioni umane, per chi apprezza la potenza della narrazione per immagini e per chi non teme di confrontarsi con il lato più fragile e ambiguo dell’esistenza, 

Leggerlo è un’esperienza da fare. Un libro da leggere, da rileggere e da lasciare sedimentare, perché alcune storie continuano a vivere dentro di noi molto tempo dopo aver girato l’ultima pagina.

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