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mercoledì 21 novembre 2018

✎ Recensione ➱ DAMMI MILLE BACI di Tillie Cole

Buongiorno! Oggi vi parlo di un romanzo molto chiacchierato con una copertina bellissima. Dammi mille baci di Tillie Cole è una storia non per tutti e vi spiego perchè.

DAMMI MILLE BACI
di Tillie Cole

Editore: Always Publishing
Pagine: 349
GENERE: Romanzo
Prezzo: 13,90 € - 5,99 
Formato: Cartaceo - eBook
Data d'uscita: 2018
Link d'acquisto: ❤︎

Trama:
Poppy Litchfield ha solo nove anni quando si lancia nell’avventura più grande della sua vita, collezionare mille baci capaci di farle scoppiare il cuore. Il suo vicino di casa e migliore amico è il perfetto compagno per quest’avventura. Poppy ha tutto quello che potrebbe desiderare: gioia, risate, baci da togliere il fiato, e il vero amore. Ma crescere è difficile e l’amore può non essere in grado di superare tutti gli ostacoli... Quando il diciassettenne Rune Kristiansen torna nella tranquilla cittadina della Georgia in cui ha abitato da bambino, ha in mente solo una cosa. Scoprire il motivo che ha spinto la sua inseparabile amica d’infanzia a escluderlo dalla sua vita senza una parola di spiegazione. Ma il suo cuore potrebbe rompersi di nuovo...

RECENSIONE


Dammi mille baci è un romanzo che inganna. Guardando la copertina così deliziosamente rosa e colorata, quasi a voler rappresentare un caramelloso sogno d’amore, ci si aspetta una storia perlomeno sentimentalmente forte e non così distruttiva come è in realtà.

Perché parliamoci chiaramente, Tillie Cole è un’autrice che scrive ben altro, romanzi per un pubblico sicuramente più adulto e che affrontano tematiche più dark. Beh, qui qualcosa di dark c’è ed è la morte.

Inutile nasconderci dietro a un dito: la storia di Poppy e Rune è tragica, cattiva, deludente e triste, ma non per questo è meno bella, soltanto che quando si inizia a leggere bisogna essere consapevoli di ciò a cui si va incontro e so che non sempre è così.

Avendone sentito parlare molto in giro, tra gente che aveva paura di leggerlo proprio per la tematica trattata e altri che lo osannavano per le emozioni che ti arrivano direttamente al petto, mi sono avventurata in questo romanzo aspettandomi comunque qualcosa di diverso e adesso vi spiego cosa.
Conosciamo Poppy e Rune quando sono bambini, quando si incontrano per la prima volta e legano in modo inesorabile. Lui è norvegese, un vero e proprio vichingo sin da piccolo, con i suoi capelli lunghi e biondi e i suoi occhi color del cielo. Poppy è una ragazzina come tante, ma ha una nonna speciale, che già nei primi capitoli muore. Embè, cominciamo bene. Devo dire che l’autrice doveva essere ossessionata dalla morte su tutti i fronti quando ha scritto questa storia, perché vi assicuro, che non ha risparmiato nessuno, ma proprio nessuno.

Ritornando alla nonnina, prima di morire affida a Poppy un contenitore dove sono racchiusi mille cuoricini di carta. Poppy avrà il compito di riempirli uno a uno soltanto quando il suo cuore le dirà di raccontare il miglior bacio mai ricevuto.

Insomma, la nonna, prima di morire, lascia una fondamentale lezione di vita alla nipote: vivere la vita fino in fondo e soprattutto non tirarsi mai indietro davanti alle emozioni.
Scrivere su quei cuoricini, significa raccontare soltanto di baci indimenticabili, che le hanno fatto scoppiare il cuore.
Rune sollevò la sua mano per racchiudere la mia, poi si portò sul suo fianco le nostre mani unite. «Io ti darò mille baci, Poppymin. Tutti. Nessuno ti bacerà mai, tranne me».
Devo ammettere che questo particolare è davvero molto bello e riesce anche a trarti in inganno all’inizio, perché è qualcosa di molto dolce, di avvolgente, di buono che però viene lentamente oscurato dagli eventi che verranno dopo.

Primo fra tutti l’allontanamento di Rune che è costretto dai suoi genitori a tornare a Oslo. Si separa dalla sua Poppy e diventa un cumulo di rabbia inespressa, chiudendosi dentro se stesso e vivendo come un asociale. Nel frattempo, anche la sua Poppymin lo abbandona, non si sa perché.
Quando, dopo diversi anni, Rune tornerà a casa nella stessa città della sua amata, scoprirà una realtà terribile.
Capirà che la sua Poppy non lo ha abbandonato perché non lo amava più, ma perché è malata.
Chiusi gli occhi e promisi a me stessa di lasciarlo stare. Non sarei stata un fardello per lui. L’avrei protetto dal dolore.
Da questo momento in poi, a parte qualche momento in cui il mio cuore ha realmente tremato, soprattutto per quanto riguarda gli attimi in cui, tra odio e amore, i due si sono lentamente riavvicinati, la storia si è riempita di clichè, di battute dette e ridette e di poesiole al limite del buon gusto.

L’autrice è brava, ha scritto una storia che coinvolge, ma per quanto mi riguarda ha calcato troppo la mano sull’aspetto negativo della vicenda, in altre parole, sulla morte.
Questo non è un romanzo d’amore, è una escalation inesorabile verso il punto di non ritorno.
Da un certo momento in poi, ogni pagina è intrisa di morte. Sia chi sta leggendo, sia i personaggi, vivono con l’angoscia che Poppy muoia.

OH, MY GOD! CHE ANSIA!
E QUANDO È TROPPO, È TROPPO!

Considerato questo, per me si perde l’interesse a vivere il sentimento e le emozioni che i due protagonisti vivono, perché è come se tutto fosse incentrato sull’orrenda ombra mortifera.
Inoltre, ho trovato alcuni passaggi davvero scontati, il finale poi, allucinante.

Certo, il racconto degli ultimi mesi di vita di lei, tutte le cose che desidera fare e che riesce a realizzare insieme al suo Rune, sono emozionanti, ma personalmente, li ho trovati scontati. L’autrice ci tiene tanto a sottolineare la preziosità della vita, l’amore per l’esistenza, la voglia di sopravvivenza e l’eternità dell’amore nel cuore di chi ci ama, anche quando non ci siamo più, ma a me non ha emozionato più di tanto. L’ho trovato freddo, calcolato, come se l’unico scopo di questa storia fosse solo quello di commuovere.
A me non ha commosso.

Se amate le storie tragiche, dove amore e dolore si fondono e riuscite a soprassedere su certi dettagli nemmeno tanto superficiali, allora vi consiglio di leggerlo, ma sappiate bene a cosa andate incontro. E dopo non gridate aiuto.

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