Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Fazi, oggi vi parlo di Una strada tranquilla di Seraphina Nova Glass.
Editore: Fazi
Pagine: 322 GENERE: Domestic Thriller Prezzo: 9,99€ - 18,50€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2025 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
Un intrigante thriller psicologico ambientato in un sobborgo americano pieno di segreti: alcuni grandi, altri piccoli, altri mortali. Uno dopo l’altro stanno per essere svelati tutti...
Chi non vorrebbe vivere a Brighton Hills? Questo esclusivo comprensorio residenziale sulla costa dell’Oregon è il mix perfetto di lusso e bellezza naturale: splendide case si ergono sotto possenti abeti, rigogliosi giardini si estendono fino al lungolago. Chi vive qui conduce un’esistenza agiata e mondana, scandita da eventi di beneficenza, partite a golf e bevute tra conoscenti; è il tipo di posto in cui i vicini si prendono cura l’uno dell’altro. A volte fin troppo. Cora, quarantenne organizzatrice di eventi, è certa che suo marito la tradisca; deve solo coglierlo sul fatto. Per smascherarlo assolda la fedele dirimpettaia Paige. Dal canto suo, Paige non si dà pace da quando il figlio ha perso la vita in un incidente e, convinta che il responsabile si celi tra i residenti del comprensorio, ha preso a spiare compulsivamente i vicini in cerca del colpevole. Nel frattempo, la nuova vicina Georgia, giovane inglese giunta da poco a Brighton Hills al seguito del marito, si comporta in modo sempre più strano. Ma cosa potrebbe mai nascondere una madre così adorabile?
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RECENSIONE
Una strada tranquilla di Seraphina Nova Glass è un domestic thriller elegante e feroce. In una comunità perfetta, in una via ordinata e silenziosa, si annidano tutte le crepe, le bugie, le urla soffocate del nostro tempo.
Brighton Hills, un quartiere recintato, dove tutto è curato e i sorrisi sono smaltati quanto i denti dei suoi abitanti. Ma dietro le porte chiuse, si consumano tradimenti, omicidi, bugie, nevrosi. Tre donne, Georgia, Paige e Cora, raccontano a più voci un dramma che si muove tra violenza domestica, lutto, isolamento e verità negate.
Georgia è prigioniera in casa sua, sorvegliata, manipolata, annullata da un marito giudice che la controlla in ogni gesto e che ha convinto tutti della sua presunta instabilità. Paige è una madre devastata dalla morte del figlio, investito da un’auto mai identificata; non crede all’ipotesi dell’incidente e cerca giustizia in ogni angolo del quartiere. Cora è la vicina solare, gentile, apparentemente frivola, ma con un matrimonio che si sgretola e un sospetto che diventa ossessione.
Tre destini che si sfiorano, poi si intrecciano, si ribellano, si salvano a vicenda. E nel farlo, ci costringono a guardarci allo specchio.
Seraphina Nova Glass costruisce i personaggi con precisione clinica, scavando dentro i nervi e nelle ferite. Georgia è il volto dell’abuso psicologico: manipolata, chiusa in casa, privata della sua identità. Il suo trauma non è visibile, ma devastante. La sua agorafobia non è patologica, ma indotta, alimentata dal controllo subdolo del marito. Paige è la madre in lutto che non si arrende. Il dolore per la perdita del figlio diventa ossessione, rabbia, furia. Non cerca conforto: cerca verità. E nel farlo, si fa carico di tutta la colpa e della giustizia negata. Cora, apparentemente frivola, incarna la donna che non è vista. L’eterna “perfettina” del vicinato che in realtà vive un matrimonio fragile, fatta a pezzi dal sospetto, e bisognosa di riconoscimento e senso.
Gli uomini, Lucas, Grant, Finn, appaiono più sfuocati, ma volutamente: Lucas è il manipolatore narcisista per eccellenza; Grant è l’uomo buono, ma assente; Finn è il marito infedele, codardo, simbolo di un maschile pavido, educato a non prendersi responsabilità emotive.
Georgia è la vittima perfetta di una violenza che non lascia lividi. Non ci sono urla o percosse, ma controllo, manipolazione, sorveglianza. È un ritratto agghiacciante e realistico della violenza invisibile, quella che oggi colpisce milioni di donne in tutto il mondo.
Il marito la fa sentire pazza, mente agli altri, distorce la realtà: il gaslighting è il cuore tossico del romanzo, il metodo subdolo con cui Lucas tiene Georgia in gabbia. È un meccanismo sempre più diffuso nei rapporti affettivi manipolatori.
Il romanzo celebra il legame tra donne. In un crescendo di consapevolezza, Georgia, Cora e Paige si alleano, si salvano. La sorellanza non è romantica: è politica, concreta, fatta di gesti, di rifugi, di mani tese. Un messaggio potente.
Paige è una madre che rifiuta l’oblio. Il suo è un dolore attivo, che la spinge a indagare, a sospettare, a lottare contro un mondo che vuole solo dimenticare. È un grido di verità e una denuncia all’inazione delle istituzioni. Brighton Hills è una trappola dorata. La gated community diventa il simbolo di una società che protegge le apparenze più della giustizia. Il male vive sotto i portici in stile coloniale, tra giardini perfetti e vetrate antiproiettile.
Una strada tranquilla ci costringe a fare i conti con la realtà brutale che ci circonda. Viviamo in un tempo in cui le donne vengono uccise, ridotte al silenzio, imprigionate in relazioni tossiche e in ruoli imposti. Il femminicidio è ovunque, e il libro – pur narrando una storia di finzione – si fa eco di queste urla vere.
Lucas, il marito giudice, rappresenta la faccia impunita del patriarcato: potente, insospettabile, socialmente rispettato. Nessuno lo vede per ciò che è. E questa cecità è la stessa che nella nostra società protegge stupratori, molestatori, abusanti, finché una donna – o più donne – non si ribellano.
Il romanzo lancia un messaggio preciso: credere alle donne, ascoltarle, fidarsi della loro parola, è un dovere morale.
Viviamo in una società che ha fatto dell’apparenza il suo rifugio. Le famiglie devono sembrare felici, le mogli devono essere belle, i bambini devono sorridere nelle foto. Ma dentro quelle foto si consumano tragedie quotidiane. Il libro smonta con eleganza questa menzogna collettiva. Brighton Hills è l’America che si vuole nascondere, ma che esplode nella cronaca nera ogni giorno.
Questo romanzo è un atto d’accusa contro: l’invisibilità della violenza emotiva, la complicità sociale nel silenzio, la cultura che insegna alle donne a non disturbare.
Lo stile di Seraphina Nova Glass è limpido, preciso, ma mai freddo. Alterna i punti di vista in prima persona, dando voce a ciascuna protagonista con una scrittura credibile, piena di sfumature emotive. La tensione cresce lentamente, ma inesorabile. Il ritmo è misurato: non cerca lo shock, ma l’immedesimazione.
Ogni capitolo scava un po’ più a fondo. Le descrizioni sono vivide, i dialoghi realistici. E quando la verità esplode, lo fa senza effetti speciali: con la potenza della realtà nuda.
In un momento storico in cui le denunce cadono nel vuoto, in cui la società applaude i mostri ben vestiti, Una strada tranquilla è un grido sommesso ma inarrestabile.
È una denuncia.
È una speranza.
È un appello.
Un thriller emozionante e profondo. Una lettura che resta addosso, che fa riflettere e che soprattutto ci ricorda che dietro ogni porta chiusa può esserci qualcuno che ha bisogno di essere visto. E aiutato.
Una storia che ogni donna dovrebbe leggere.
E ogni uomo dovrebbe ascoltare.
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