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lunedì 5 maggio 2025

Recensione: L'IMPREVISTO DI DIVENTARE ADULTI di Damiano e Margherita Tercon e Philip Carboni

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice La nave di Teseo, oggi vi parlo di L'imprevisto di diventare adulti di Damiano e Margherita Tercon e Philip Carboni.

L'imprevisto di diventare adulti

di Damiano e Margherita Tercon e Philip Carboni
Editore: La nave di Teseo
Pagine: 423
GENERE: Narrativa contemporanea
Prezzo: 11,99€ - 20,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2025
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Damiano e Margherita sono due fratelli che hanno molte cose in comune: la voglia di mettersi in gioco, la caparbietà e la tenacia nel voler inseguire i propri sogni, e l’autismo. Insieme si sono esibiti in televisione e, mano nella mano sul palcoscenico, sembrano finalmente aver trovato il loro posto nel mondo. Già dalla mattina successiva, però, i due sono obbligati a tornare alla realtà. Damiano vive a Rimini e ha le idee molto chiare sul futuro: una moglie – “l’altra metà della mela” – con cui avere dai dodici ai venti figli, milioni di dischi venduti, concerti in tutto il mondo e interviste sui giornali più importanti, ma deve ancora imparare a vivere quando i riflettori si spengono. Margherita, nonostante gli studi eccellenti, è costretta a un lavoro che di certo non è quello dei suoi sogni (per quanto possano essere appassionanti caldaie e scaldabagni). Perlomeno, ora non è più da sola: ha incontrato Philipp, e tra i due è stato un colpo di fulmine. Insieme, decidono di affrontare la sfida più grande per Damiano: diventare autonomo e vivere da solo. Inizia così, per questo trio fuori dal comune, un corso accelerato, fatto di poca teoria e molta pratica, per diventare adulti. Affrontare la vita da grandi significa crescere e fronteggiare con coraggio le ansie e le paure del domani, ma anche imparare che la pasta non si cuoce per trenta minuti, che le finestre si possono persino aprire e che i sacchetti della spazzatura non sono oggetti di arredo. Tra gioia e tristezza, lacrime e risate, ventilatori e interruttori, frenetici studi sulla donna ideale – e sul suo cognome – e avventure clandestine per fotografare antichi aspiratori, il trio scoprirà che anche una vita originale e “imperfetta” può nascondere infinite possibilità, e che invece di guardare le crepe dovremmo tutti iniziare a vedere la luce che vi passa attraverso.

RECENSIONE

L'imprevisto di diventare adulti di Damiano e Margherita Tercon e Philipp Carboni è un libro che racconta una storia. Una di quelle storie che potrebbero appartenere a ciascuno di noi. 
Conoscete Damiano? Io l’ho scoperto in TV, molto tempo prima di leggere questo libro. Lo guardai al programma dei Talent, così tanto di moda, uno di quelli dove oggi la gente va per mostrare quello che sa fare, per dare un po’ di ossigeno ai propri sogni. 

E chi non ha, oggi, un sogno? Un po’ tutti lo abbiamo. Il mio? Quello di scrivere, sempre e comunque. Di pubblicare, di entrare in libreria a testa alta. Mai realizzato, naturalmente. E quindi, eccomi, con il mio piccolo sogno, sgualcito, malmenato, sputato in faccia e bistrattato dalle parti peggiori di me. Eh, sì, perché io sono una persona normale, almeno, a quanto dicono, però, da piccola non lo ero. Da piccola volevano studiarmi, capirmi, e non ci riuscivano, perché ero un po’ pazza, un po’ strana, un po’ incontrollabile. E crescendo, beh, ho limato a tal punto da racchiudermi in una sorta di vestito fatto su misura per me, fino a spegnere per lungo tempo tutti i miei sogni. E quanti ne avevo. 

Questo non lo fanno Damiano, Margherita e nemmeno Philipp. Damiano è autistico, Margherita è sua sorella, e Philipp è il suo compagno. Margherita si occupa del fratello, la sua missione è quello di farlo diventare autonomo; beh, è inutile che ve lo spiego, Damiano vive con i genitori, ha un piccolo lavoro gestito dagli assistenti sociali perché per lui, ormai quarantenne, non ci sono grandi prospettive lavorative. Lavora in una fabbrica ma sogna di fare il cantante e di cantare a Sanremo. Il libro comincia con l’esibizione di Damiano e Margherita al Talent, e all’apparenza sembra essere una grande esibizione, un vero successo. Il problema però, viene dopo, perché non andranno in semifinale e quindi il sogno di Damiano si spezza. Comincia a spezzarsi anche tutto il resto. —"Ed io penso di non voler fare il mantenuto, ma anche che sono nato con questa sfiga immane dell’autismo e che mi dicono che ho anche un ritardo mentale e che quindi sarò condannato per tutta la vita a fare l’eterno bambino."

Margherita è insofferente, vive lontano, ha un lavoro che non le piace, vorrebbe fare altro nella vita, a lei piace scrivere, creare, montare video, aiutare il fratello a farsi conoscere, a dare un’idea diversa di cosa significa essere e vivere con una persona autistica. Ciò che questi due fanno è qualcosa di rivoluzionario e speciale; ogni giorno si impegnano sui social a diffondere la conoscenza dell’autismo, in modo serio e ironico, dipende dai casi, così da aiutare le altre persone ad affrontare questa disabilità e renderla più normale. L’intento è quello di farla entrare nella vita quotidiana delle persone in modo che non venga più etichettata come qualcosa di inferiore, da cui allontanarsi o di denigratorio. —"Non posso pensare solo a me e nemmeno solo a te. Perché lui non riesce a salvarsi da solo.” 

Più Damiano soffre per l’esclusione, più Margherita pensa a rivoluzionare la sua vita e a dedicarla completamente al fratello. Si licenzia e ritorna a Rimini con un nuovo scopo: rendere Damiano un adulto. Cosa significa essere adulti nel mondo di oggi? Avere un lavoro? Avere una famiglia? Avere una casa? Avere dei figli? Sono tutte cose che nessuno dei due fratelli ha. Quindi? Nessuno di loro è adulto? Nonostante abbiano entrambi superato la trentina? Durante tutta la lettura ho riflettuto molto, perché le domande che vengono poste nel libro sono profonde e colpiscono nel profondo. Anche io vivo una vita non convenzionale. Non sono sposata, non ho figli, sono abbastanza grande da considerarmi adulta, ma secondo l’analisi di Damiano e Margherita, beh non lo sono, perché la nostra società ci impone di racchiuderci in determinati dogmi, regole, leggi da rispettare se vogliamo essere considerati parte integrante e produttiva della società. 

Un esempio? Damiano viene bullizzato continuamente sul lavoro da una sua collega, una certa Renata. Questa donna che è improponibile, una donna disumana, altamente tossica, e assolutamente un’assassina della dignità umana, gli ripete in continuazione che lui è inutile, che non serve a niente, che è un peso morto per chiunque, a cominciare dai suoi genitori. Damiano sopporta, ma rimane comunque ferito in qualche modo da quelle parole che lo rendono ogni giorno più nervoso. Renata è tutto ciò che non dovrebbe esistere in una sola persona; è deleteria tanto quanto un veleno che ti stordisce poco alla volta per poi ucciderti. Provi rabbia e sconcerto davanti ai racconti di Damiano. Non è l’unica che lo bullizza; questo ragazzo autistico a cui è stato diagnosticato anche un ritardo mentale, è continuamente vessato; racconta episodi di quando era più piccolo e la maggior parte delle persone che gli fanno del male sono donne. Ho notato questo particolare che mi ha lasciato ancora di più a bocca aperta. Donne che potrebbero fargli da sorelle o da madri che lo trattano come spazzatura. —"Non è giusto che sia accaduto come alle scuole superiori, in cui lui non riusciva più a concentrarsi per colpa delle violenze subite e la soluzione proposta dai professori, invece che punire i bulli, fu di fargli abbandonare la scuola, non dargli nemmeno il diploma. Non è giusto che, alla fine, abbia vinto Renata. Ma poi, nella mia testa, si insinua un dubbio. Ha davvero vinto? Ce l’ha davvero fatta? Perché una persona così, che si fa odiare da tutti, che vita potrà mai avere?" 

Non so come questo ragazzo grande e grosso con una grande forza di volontà riesca a subire tutto e a mantenere il segreto spesso, fino a quando non lo racconta perché Margherita gli spiega che solo la verità potrà renderlo davvero autonomo e sul serio libero. Margherita vuole aiutare Damiano, ma deve aiutare anche se stessa. Conosce Philipp, un ragazzo senza la cui presenza probabilmente non avrebbe realizzato tutto ciò che è riuscita a fare. Un uomo in grado di amarla nella sua complessità, nei suoi scatti di rabbia, nei suoi silenzi e soprattutto nelle sue inquietudini e paure. —"Magari la sua semplicità e le poche paranoie che si fa nel cogliere le occasioni, mi insegneranno a prendere le cose un po’ più alla leggera, a prendermi meno sul serio, no?"  

Damiano non è l’unico ad avere i suoi dubbi e le sue incertezze; anche Margherita dovrà fare un percorso lungo e personale per capire chi è davvero. E vi giuro che sarà spettacolare. Un percorso che vi farà capire quanto spesso siamo cresciuti nel modo sbagliato, per il semplice fatto di aver fatto di tutto per somigliare agli altri. Quanto ci siamo fatti male da soli, senza rendercene conto, credendoci fuori dal mondo e invece avevamo un’unicità che non siamo stati capaci di riconoscere, ma che dopo tutto, è rimasta lì ad aspettarci, finché non abbiamo avuto il coraggio di riconoscerla. 

Mi sono commossa e ho gioito per i loro traguardi, e mi sono arrabbiata quando qualcuno gli ha fatto del male. La scrittura è talmente fluida e potente, così umana e di cuore, che è impossibile non sentirsi fianco a fianco dei protagonisti, durante questo viaggio di cui mi sono sentita onorata di aver fatto parte. Ringrazio la casa editrice per la continua fiducia e per avermi proposto la lettura di questa storia delicata ed emozionante. 

Voglio però chiarire una cosa. Oggi, anche nei libri, si cercano le emozioni forti. E nella storia di Damiano e Margherita, ci sono emozioni forti, violente, crudeli, ma anche belle e indimenticabili. Ma non sono come quelle che si trovano nella maggior parte degli altri libri. Sono emozioni autentiche, si sente, si percepisce che arrivano da esperienze che hanno tagliato la pelle, che hanno marchiato e hanno stigmatizzato i loro modi di essere. Si avverte da ogni parola, da ogni respiro trattenuto che la storia di questi tre ragazzi, tutti e tre speciali in modo diverso, è stata vissuta nel dolore e nello sconforto, nella rabbia e nella paura e quando quella gioia immensa è arrivata, è stato non un miracolo, ma solo il sogno che si è realizzato, meritatamente. 

Spesso nei film e nei libri si percepiscono emozioni create a tavolino; chi è dotato di un minimo di sensibilità se ne accorge. Emozioni fatte su misura per colpire, per provocare commozione o dolore, o odio o rabbia, perché, se non lo sapete ancora, soprattutto i social e il mondo di internet ci manipola tutti affinché proviamo queste emozioni così forti, così distruttive, così feroci (meglio ancora se negative) perché sono perfette per controllarci. Beh, in questa storia, che è visibile anche al cinema, grazie alla regista Greta Scarano che ha creduto in questo progetto bellissimo e rivoluzionario, non ci sono emozioni di cartapesta. Non ci sono emozioni che vi faranno solo stare male, non un dolore fine a se stesso, ma un dolore per rinascere. 

C'è una cosa fondamentale che a un certo punto Margherita comprende. 
Le crepe che ognuno di noi si porta addosso, non devono essere per forza aggiustate. 
Le crepe, a volte, servono per respirare.
Per far entrare la luce, altrimenti ci sarebbe solo buio.
Le crepe, a volte, ci salvano, e nemmeno ce ne rendiamo conto.
Ci tengono in vita.
E ci permettono, a volte, di accogliere persone come Philipp: la luce che entra attraverso le crepe di Damiano e Margherita.
Facendo in modo che quelle crepe si vedano, e non vengano più rifiutate, combattute, negate.
Ma valorizzate.

Questa storia, seppur a tratti brutale, riuscirà a tranquillizzarvi, vi farà sentire a posto, NEL posto, e mai più fuori posto. Vi farà capire che quello che siamo vale molto di più di ciò che pensano gli altri e non è una frase banale, in questo libro non lo è; capirete, pagina dopo pagina, come si arriva alla consapevolezza di essere GIUSTI esattamente come siamo. 
E fanculo a tutte quelle chiacchiere inutili sul come diventare adulti, entrando negli schemi, facendo figli, matrimonio, lavoro, casa, soldi. Questo libro vi mostra che NON esiste nessuno schema che possa dirci cosa essere o cosa diventare. È un lungo viaggio che parte con l’idea di far diventare adulto un ragazzo autistico, ma in realtà, passo dopo passo, mostra come nessuno sia DAVVERO adulto, e che quindi, forse dobbiamo diventarlo tutti? 
Ma come? 
Eh. Come. 
Ve lo potrei anche dire, ma che sfizio ci sarebbe? 

Bisogna essere coraggiosi per scegliere di vivere come hanno fatto Damiano, Margherita e Philipp. 
Non dico che abbiate lo stesso coraggio. 
Ma potete almeno cominciare a capire che la felicità non dipende da ciò che ci hanno insegnato a essere, dal rientrare in quelle condizioni di come dovremmo vivere o mangiare o vestirci, o dai tremila progetti che abbiamo imparato a cucirci addosso perché era quella la vita vera. 
Ah, la vita VERA. 
Cos’è la vita vera? 
Vi hanno sempre detto che non è fatta di sogni, vero? 
Beh, si sbagliavano. 
E vi siete sbagliati anche voi, per tutto questo tempo. 
Damiano ci insegna che la vita vera è vivere senza filtri, senza tempo, senza prospettiva. E provare a saltare, invece che camminare, e a fidarsi un po’ di più del cambiamento, della sorpresa, della VITA stessa. 
Invece di fidarvi degli altri, del giudizio di quello, di quell’altro. Vi siete mai fidati della vita? 
Io, da oggi, sì.

“Oggi potremmo raccontare la nostra storia fin dall’inizio. Un percorso come quello di tanti altri trentenni che, al giorno d’oggi, si sono trovati davanti un grande, grandissimo imprevisto.” 
“Quale?” chiede Damiano. “L’autismo?” 
Philipp scuote la testa. “L’imprevisto di diventare adulti.”

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