Ultime recensioni

mercoledì 30 dicembre 2020

Recensione: PER TE SOLO IO di Tillie Cole

Buongiorno! Ci ho riprovato con Tillie Cole e ho deciso di leggere per la seconda volta un suo romanzo, un Dark Romance, dal titolo Per te solo io. Dopo un inizio che mi ha quasi convinto a mollare la lettura, mi sono ricreduta oltre metà del libro e ho salvato la storia.
PER TE SOLO IO
di Tillie Cole
Editore: Always Publishing
Pagine: 450
GENERE: Dark Romance
Prezzo: 3,99€ - 10,50
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2020
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Molti anni fa, due bambini provenienti da due mondi agli antipodi si incontrarono per caso e forgiarono un legame immediato e indistruttibile, che avrebbe cambiato per sempre il corso delle loro vite... L’unico mondo che Salomè abbia mai conosciuto è quello compreso tra i confini recintati della comune che lei chiama casa. Costretta a vivere secondo le rigide regole del Profeta David, a capo del loro culto, e a seguire i suoi dettami religiosi, Salomè è intrappolata in un circolo di soprusi senza alcuna speranza per il futuro. La vita che la giovane è abituata a sopportare prende una svolta inaspettata quando un tragico evento sconvolgente le apre una via di fuga dal recinto della comune. River “Styx” Nash ha un’unica certezza: è nato per indossare la toppa degli Hades Hangmen sulla sua giacca di pelle. Cresciuto nel mondo turbolento dei biker fuorilegge, tra sesso, alcol e Harley, Styx si ritrova inaspettatamente a caricarsi il fardello della carica di presidente del club e a doversi guadagnare il rispetto dei suoi fratelli, così come dei suoi nemici. Sono i suoi pugni potenti, i silenzi sinistri e l’abilità con la lama che gli fanno ottenere la reputazione di uomo spietato, che è meglio non trovarsi a incrociare nel losco universo delle bande di motociclisti. In fin di vita, Salomè viene soccorsa per ritrovarsi catapultata in una realtà a lei del tutto sconosciuta, dominata da peccato e incertezza... ed è proprio tra le braccia di Styx e del suo club di bikers che finisce. Pur se il motociclista è restio ad avvicinarsi a chiunque, dopo quel salvataggio il ricordo di un incontro mai dimenticato torna prepotente nella sua mente. Tanti anni prima, tra lui e quella ragazza dagli occhi di lupo era nato un legame, una connessione che è ancora viva e nessuno riuscirà a spezzare, per quanto insidiosi i pericoli e i nemici potranno rivelarsi. Un’esperienza di lettura graffiante, ai margini della brutalità e del mistero. Una saga da mozzare il fiato.

RECENSIONE

Per te solo io è il secondo romanzo che leggo di Tillie Cole, dopo l’esperienza negativa con Dammi mille baci. Poiché questo è un Dark Romance, ho pensato che fosse più incline ai miei gusti e in parte è stato così. 

Dico subito che dopo un inizio che mi ha letteralmente incollato alle pagine, e con questo intendo i primi capitoli dove i due si incontrano da bambini, ho pensato poi di mollare il romanzo. I capitoli successivi mi hanno annoiato abbastanza. Non tanto quelli dedicati alla storia di Salomè, cioè alla sua vita all’interno della setta religiosa di cui fa parte sin da bambina, quanto le vicende che vedono come protagonista Styx, che fa parte di una facinorosa e criminale banda di motociclisti. 

Allora, chiariamo subito una cosa. Io sono una fan di Sons Of Anarchy, la serie TV di diversi anni fa ormai, dedicata a una banda di motociclisti pazzesca. La considero la migliore produzione di sempre ed è per questo che non amo molto leggere libri che trattano più o meno gli stessi argomenti, perché inevitabilmente li trovo scadenti, non all’altezza, ripetitivi e banali. Infatti, mi è già successo con Tempesta di Nina Levine, e si è ripetuto con il romanzo della Cole. 
Poi è accaduto qualcosa. 
Nel momento in cui l’attenzione si è spostata dalle faccende della banda al rapporto privato e personale tra Styx e Salomè, ho cominciato ad apprezzarne le dinamiche, soprattutto in vista di un terzo personaggio, Rider, miglior amico del protagonista che, non solo avrà un ruolo fondamentale nel rapporto a tre tra i personaggi, ma si rivelerà la carta folle del mazzo. Insomma, quello più imprevedibile, e – fate attenzione – più cattivo. Anche se non sembra.

Adoro questo genere di personaggi. A dirla tutta, se in una storia non c’è il cattivo, ma quello vero, io mi annoio. Qui, Rider non mi ha fatta impazzire, ma mi sono accontentata, giusto perché con la sua sola presenza, in parte minacciosa, e in parte necessaria, è riuscito ad alzare i toni della storia, facendomi scoprire improvvisamente curiosa di capire come si sarebbe conclusa la vicenda. 

 
Credo nel bene, non nel sacrificio.

Ritornando ai protagonisti. Salomè e Styx si vedono per la prima volta anni addietro, quando sono due bambini. Si sfiorano, si toccano, si danno persino un bacio, mentre lei è chiusa dietro una rete e lui sta appena iniziando a capire le dinamiche della banda alla quale il padre appartiene e di cui sarà il capo un giorno. – Non c’è niente per te al di là di questa rete. Niente altro che imbroglio, peccato e morte. 
Dopo di allora, non si vedono più. 
Un giorno come un altro, la banda di Styx, trova una ragazza morente e decide di prendersene cura. È proprio Salomè ormai diventata grande e con sulle spalle un peso troppo grande da sopportare: le mille torture, violenze e sevizie che ha subito per anni perché faceva parte di questa setta fanatica dove le donne, soprattutto quelle più belle, vengono considerate come fonte di peccato e l’unico modo per farle espiare è costringerle all’atto sessuale senza provare il minimo piacere – perché quello non è concesso, attraverso l’unione con i rappresentanti più alti della setta. 
Salomè, in modo particolare, era addirittura promessa in sposa a uno di loro. Lei riesce a scappare inorridita, pur consapevole di aver lasciato le sue sorelle a patire le sue stesse sofferenze. 

 
Mi hai salvato la vita due volte.

Styx la riconosce e anche lei riconosce lui. L’attrazione che provano è molto forte, ma all’inizio entrambi tentano in tutti i modi di tenerla a bada. Soprattutto lui perché riconosce le violenze che lei ha subito e non vuole provocarle ulteriore dolore. Cerca di starle lontano, ma senza rendersene conto questa eccessiva premura si trasforma in un’arma a doppio taglio, perché senza volerlo la spinge tra le braccia di Rider, colui che la tiene in cura e che la rimette in sesto. Il giovane se ne innamora, o almeno, è quello che fa credere, e a differenza di Styx, ha tutte le intenzioni di toccare Salomè e andare oltre. 
Tra i due c’è una tensione sospetta che però non sfocerà mai in qualcosa di concreto perché lei ama solo Styx, sin da quando è una bambina e si sente inevitabilmente promessa a lui. 
Ovviamente nel romanzo non si parla solo di amore, ma anche di guerra tra bande, di attività illegali e c’è una buona dose di sangue e di scene violente. 

 
Styx era il peccato. Rider la pace.

È un libro abbastanza sanguinoso che esplora un aspetto di cui è difficile parlare, ossia le sette religiose e le conseguenze terribili per tutti coloro che ne fanno parte. A dire la verità questo aspetto non mi ha colpito più di tanto, forse perché ho letto tanti romanzi che affrontano queste storie. Mi sono, invece, concentrata come ho già detto sul legame tra i protagonisti e ho cercato in loro la possibilità di emozionarmi. Il resto era già stato ampiamente sfruttato e pertanto incapace di coinvolgermi. Fortunatamente verso la metà e oltre del romanzo, cominciano a succedere diverse cose che mi hanno convinta a non abbandonare la lettura. 

Ho preso a cuore la storia di Salomè e Styx anche se non abbastanza. Se devo dire che mi hanno conquistato, non posso farlo. Mi è piaciuto il modo in cui si sono evoluti i fatti, e il finale che è decisamente sorprendente. 
Lo stile dell’autrice, invece, resta un grande punto interrogativo. Non lo avevo apprezzato in Dammi mille baci, e qui mi è sembrato troppo astruso, poco scorrevole, per nulla immediato. Alcuni punti potevano essere resi in modo più semplice e forse la lettura ne avrebbe guadagnato. Sembra quasi che l’autrice voglia impressionare chi legge adottando un linguaggio che dovrebbe rendere la particolarità della storia, penalizzandola invece. In pratica lo stile appesantisce la trama, rendendola lenta e incapace di decollare subito. 

 
Quell’uomo era una visione 
a cui non ero preparata.

Il giudizio è positivo nonostante tutti questi dubbi, perché l’idea di partenza mi piace molto, così come l’autrice ha deciso di utilizzare i colpi di scena e di relazionare i vari personaggi tra di loro. In altre parole, c’è stato un momento in cui mi stavo annoiando a morte e ho pensato che era inutile leggerlo perché era tutto molto prevedibile, poi, come ho detto prima, c’è stato un cambiamento generale, che mi ha fatto incollare al libro. Incollare forse è esagerato, ma comunque mi ha incuriosito lasciandomi piacevolmente sorpresa verso la fine. 

Lo consiglio a chi ama i Dark Romance, anche se non è tra quelli più cruenti. È una lettura a cui si può approcciare chiunque sia alle prime armi con queste storie, senza rimanerne scottati. Mantiene un romanticismo di fondo che diventa oscuro solo nel momento in cui pensiamo alla storia di lei e al mondo di volgarità e violenza di lui, ma per il resto è un normalissimo romanzo d’amore.

Nessun commento:

Posta un commento