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martedì 10 dicembre 2019

Recensione: CUOREBOMBA di Dario Levantino

Buongiorno cari lettori! Oggi vi parlo di Cuorebomba, romanzo di Dario Levantino, edito Fazi Editore. Una storia commovente e intensa, che però mi ha lasciata con qualche perplessità.
cuorebomba
di Dario Levantino

Editore: Fazi 
Pagine: 266
GENERE: Romanzo
Prezzo: 7,99 € - 16,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2019
Link d'acquisto: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟/2

Trama:
A Brancaccio, periferia degradata, l’unico modo per difendersi dalla ferocia del quartiere è la famiglia. Ma le famiglie, si sa, sono infelici per definizione e così quella di Rosario. Il padre ha un’altra donna, un altro figlio, e ora è in carcere per spaccio di sostanze dopanti. La madre Maria, invece, scoperta la doppia vita del marito, si ammala di anoressia. Su questo equilibrio precario piomba la scure dei servizi sociali: Maria finisce in una clinica per disturbi alimentari, Rosario in una casa-famiglia. Ispirato dalle sue letture clandestine, il ragazzo diventa così una sorta di Oliver Twist, in lotta contro una legge folle che, nel nome dei diritti dei minori, recide i legami e separa le persone dagli affetti più cari. Nella sua guerra al malaffare che gira intorno ai servizi sociali e nel tentativo di ricongiungersi alla madre, il protagonista però nulla potrà contro le estreme conseguenze di una sentenza definitiva. Fortuna che c’è Anna, ragazza di poche parole, misteriosa e magnetica, a donare a Rosario la luce di una rivelazione: esiste un solo veleno contro la morte ed è l’amore. Dall’autore di Di niente e di nessuno, esordio felice e pluripremiato, un nuovo romanzo incisivo e vibrante sulla forza dei legami profondi, che vede ancora una volta il giovanissimo Rosario alle prese con le sofferenze della vita. Un racconto emozionante su cosa significhi diventare adulti affrancandosi dalla violenza e dalla miseria anche grazie allo sport e al potere salvifico dei libri.

RECENSIONE

Cuorebomba di Dario Levantino è un romanzo che ho voluto leggere perchè mi ha colpito subito la trama. Questo ragazzo di nome Rosario, che vive nel quartiere Brancaccio di Palermo, con una madre malata e nient’altro, che lotta costantemente con le istituzioni, con se stesso e con la vita intera, che urla e si dimena, ma che non molla mai.

Un personaggio forte, che racconta in prima persona la sua storia, partendo dalle problematiche che lo legano alla madre.
Un padre assente, finito in carcere e una mamma che non può prendersi cura di lui perchè depressa e afflitta da problemi alimentari.

Una donna che guardiamo solo ed esclusivamente attraverso lo sguardo innamorato del figlio. Perchè una cosa è certa: Rosario ama sua madre più di qualunque cosa, passa la sua vita a difenderla e a proteggerla, ma soprattutto, a non farla morire.

A Brancaccio diventi grande 
quando diventi cattivo.

Questa donna che nonostante la giovane età, passa le giornate intere sul divano, senza bere, senza mangiare, quasi senza nemmeno respirare.
Il figlio fa tutto quello che deve fare, voglio dire, tutto quello che ci si aspetta da un ragazzino della sua età. Va a scuola, non senza difficoltà, passa qualche momento con gli amici, porta a spasso il cane trovatello, ma è quando torna a casa che si trasforma quasi in un uomo maturo. Non è più un figlio, ma diventa un marito e un padre.

Cerca di attirare l’attenzione della donna, la spinge a reagire, la prende tra le braccia, la coccola, risveglia la sua mente e cerca di smuovere il suo corpo appesantito dalla depressione.
Pulisce casa, prepara da mangiare, racconta tutto ciò che pensa possa essere interessante per la madre e per stuzzicare la sua curiosità e spingere il suo cervello ad uscire dal torpore.
A volte, lui racconta, quando stanno seduti a tavola per mangiare, lui è costretto ad imboccarla. I ruoli si sono capovolti, è Rosario, bambino, a chiedere alla madre di mangiare nonostante i suoi continui rifiuti.

Le scene con la madre sono certamente quelle più commoventi, pungenti, emozionanti.
Eppure egli vive anche altro nella propria esistenza. L’amore con Anna, i rimproveri e i piccoli traguardi raggiunti a scuola, i pochi attimi di svago che scompaiono quando arrivano i servizi sociali.
Un altro capitolo triste di questa vicenda che porta madre e figlio a separarsi. Un altro capitolo della vita di Rosario che finisce in una casa famiglia e scopre l’odio e le brutture della gente e del mondo.
Proprio chi doveva aiutarlo, lo colpisce alle spalle e lui incassa nuove lezioni di vita che lo rendono ancora più forte.

Vieni, vita, ammazzami: io non ho paura della tua morte.

La madre è malata e lui è violento. Questo è quello che dice la società. Sicuramente è un tipo coraggioso, uno che non si tira indietro, che combatte, ma a mio parere gli manca qualcosa per diventare un personaggio indimenticabile, oppure uno di quelli che te li senti addosso. In altre parole, non buca le pagine, resta lì, tra le righe, a farsi guardare ma senza convinzione.
Il finale, invece, mi è piaciuto.

Lo stile è scorrevole, si legge velocemente, anche se mi sarei aspettata qualcosa in più. Sono partita con l’idea che questo romanzo mi avrebbe stravolto, amo molto questo genere di storie, ma purtroppo, a un certo punto, l’ho trovato banale e scontato.

Di storie come questa ce ne sono tante, queste argomentazioni sono state trattate da sempre e in vari modi, ecco perchè mi aspettavo una rielaborazione diversa, forse più personale e unica.
Nonostante ciò, è un libro che consiglio perchè una storia del genere va sempre letta.

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