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sabato 12 ottobre 2024

Recensione: IL DITO CONTRO di Kristina Aamand

Buongiorno, grazie alla collaborazione con la casa editrice Camelozampa, oggi vi parlo di Il dito contro di Kristina Aamand.

Il dito contro

di Kristina Aamand
Editore: Camelozampa
Pagine: 288
GENERE: Young Adult
Prezzo: 10,99€ - 17,90
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟

Trama:
Sheherazade ha 17 anni ed è la brava ragazza musulmana che sua madre desidera. Tra lei e i suoi coetanei, nella sua scuola all white, c’è un abisso. Sheherazade sogna di far sentire la propria voce, affida la sua storia alle fanzine che compone in segreto. E quando incontra Thea, bellissima e libera, tutto il suo mondo è scosso da un terremoto. Sheherazade si innamora, ma sarà disposta a pagarne il prezzo?

RECENSIONE

Il dito contro è una storia che esplora il peso della tradizione, la rigidità delle aspettative sociali e culturali, e la soffocante pressione dell’identità personale in una giovane ragazza musulmana, Sheherazade, che vive nella periferia di Copenaghen. 

È un romanzo che mette in luce tematiche estremamente rilevanti per il contesto contemporaneo, toccando questioni come il bullismo, l’integrazione culturale, la sessualità e il coraggio di essere sé stessi in una società che spesso non lascia spazio alla differenza. Sheherazade è intrappolata in un conflitto identitario che non è solo personale, ma che riflette il più ampio dramma della condizione di molte adolescenti di seconda generazione in Europa. 

Da un lato, è costretta a incarnare il modello della figlia perfetta, fedele ai valori della sua cultura d’origine. Dall’altro, subisce il peso di una società danese che non la vede come parte integrante, che la percepisce come diversa, come "l'altra". Il casermone in cui vive non è solo un luogo fisico, ma diventa il simbolo della marginalità, di un'esistenza vissuta ai margini del sogno che i suoi genitori hanno proiettato su di lei. 

Il rapporto con la madre è cruciale: la protagonista vive costantemente sotto la lente del controllo e del giudizio. Il velo che indossa diventa la metafora della costrizione, del limite imposto, non solo fisico ma anche simbolico, che le impedisce di esprimere la propria autenticità. La madre non vede in lei un individuo, ma una proiezione delle sue speranze e dei suoi sogni, un modello di obbedienza e conformità che non può permettersi di deviare. 

L'incontro con Thea, che rappresenta la libertà, la trasgressione e la bellezza di un mondo sconfinato e privo di vincoli culturali, accende in Sheherazade una crisi profonda. L’attrazione per Thea non è solo un desiderio romantico, ma la ricerca di una via di fuga, un modo per riconciliarsi con una parte di sé che è sempre stata soppressa. L’amore per Thea diventa una sfida aperta non solo ai vincoli della sua famiglia, ma anche a quelli della società circostante. 

L’autrice, in questo, non fa sconti: il desiderio di libertà comporta un prezzo, e la giovane protagonista dovrà affrontare non solo il giudizio della sua comunità, ma anche il rischio del rifiuto e dell’isolamento. Il bullismo è un tema onnipresente, intrecciato con la dinamica dell’identità e della differenza. 

Sheherazade è vittima di una doppia emarginazione: da un lato, è ostracizzata a scuola perché non conforme agli standard della maggioranza bianca e occidentale; dall’altro, è messa sotto accusa dalla sua stessa cultura perché desidera essere diversa, perché non accetta le regole imposte. Il dito puntato contro di lei non è solo un’accusa morale, ma una manifestazione del rifiuto di ogni alterità, un grido di paura e conservazione. 

Attraverso la fanzina che Sheherazade crea segretamente, il lettore ha accesso al suo mondo interiore, ai suoi pensieri e alle sue paure. È uno strumento di resistenza e autoaffermazione, un atto di ribellione contro il silenzio che le viene imposto. In un contesto sociale dominato dall'ipocrisia e dalle aspettative, la fanzina diventa l’unico spazio in cui Sheherazade può davvero esprimersi e raccontare la sua storia, senza filtri o censure. 

Kristina Aamand ha scritto un romanzo intenso e coraggioso, capace di affrontare con sensibilità e onestà questioni complesse come l'integrazione culturale e il diritto alla diversità. Il linguaggio mescola idiomi, dal danese all’inglese dei social, creando un ponte tra mondi diversi e riflettendo la realtà multiforme della società moderna. 

Il dito contro ci ricorda che, nonostante tutte le difficoltà, la ricerca della propria voce e della propria identità è un atto di resistenza indispensabile, anche quando comporta la solitudine e l’incomprensione. Non è solo la storia di una ragazza che cerca di affermarsi contro le aspettative familiari e sociali, ma una potente riflessione sulla complessità dell’essere giovani oggi, in bilico tra più culture, e sul coraggio necessario per essere sé stessi.

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