Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Feltrinelli, oggi vi parlo di La prova della mia innocenza di Jonathan Coe.
la prova della mia innocenza di Jonathan Coe Editore: Feltrinelli Pagine: 416 GENERE: Narrativa contemporanea Prezzo: 12,99€ - 22,00€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2024 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
Phyl è una giovane laureata in lettere, tornata a vivere dai genitori, frustrata dagli orizzonti ristretti della vita di provincia inglese e da un orrido lavoro in un ristorante giapponese all’aeroporto di Heathrow. Oltretutto i suoi progetti di diventare una scrittrice non stanno andando da nessuna parte. Almeno fino a quando non si presenta a casa un amico di vecchia data della madre, Christopher Swann con la figlia adottiva Rashida, della quale Phyl diventerà grande amica. Chris racconta che sta indagando su un oscuro think tank, il Processus Group, fondato a Cambridge negli anni ottanta e costituito da un gruppo di fanatici che vuole spingere il governo sempre più a destra. L’immaginazione di Phyl si accende e la ragazza inizia a scrivere quello che sembra un tipico giallo anglosassone. Intanto, mentre la Gran Bretagna si ritrova sotto la guida di Liz Truss, che durerà solo sette settimane, Chris porta avanti la sua inchiesta e si reca nel cuore del Paese, nelle Cotswolds, dove si tiene un convegno utile alla sua ricerca. Quando Phyl viene a sapere di una morte misteriosa, di colpo vede la vita reale confondersi con il romanzo che sta tentando di scrivere. Ma la soluzione si trova veramente nella politica contemporanea o in un vecchio enigma letterario? Con un linguaggio complice e arguto, mescolando vicende private alla storia recente dell’Inghilterra, Jonathan Coe ci regala un romanzo complesso, ironico, coinvolgente ed estremamente attuale.
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RECENSIONE
La prova della mia innocenza di Jonathan Coe è una di quelle letture profonde, che ti fanno fare tante riflessioni su ciò che ti circonda e che cerca di smascherare quello che si nasconde dietro i sistemi che ci sembrano invalicabili. Quegli stessi sistemi che ci delimitano e gestiscono la nostra vita anche se non ce ne accorgiamo. Ma il fatto di non vedere le cose, non significa che non esistono, vero?
Phyl, la protagonista è una giovane laureata che, tornata a vivere con i genitori dopo l'università, si sente persa e alienata. Imprigionata in una quotidianità piatta e in un lavoro monotono, riflette sulla sua vita e si interroga su come dare un senso alla sua esistenza.
L’arrivo di Christopher, un intellettuale ambiguo e carismatico, e di sua figlia adottiva Rashida, offre a Phyl nuove prospettive, ma solleva anche interrogativi morali e sociali.
Phyl incarna le ansie e le incertezze di una generazione in cerca di significato. La sua lotta interiore tra idealismo e apatia riflette l’alienazione dei giovani adulti nel contesto di una società che sembra offrire poche risposte. Christopher, in contrasto, è un personaggio ambiguo, mosso dal desiderio di potere e da un senso di superiorità morale che cela una profonda manipolazione.
Sebbene si presenti come un intellettuale idealista, dedito alla causa della giustizia sociale, nasconde un lato oscuro e controllatore. È ambizioso e capace di gesti calcolati, che rivelano un desiderio di controllo sugli altri. Dietro la sua gentilezza apparente si cela una volontà di potere che emerge soprattutto nelle conversazioni con Phyl, durante le quali dimostra di essere pronto a tutto per far prevalere le sue idee. Moralmente ambiguo, Christopher mostra di essere disposto a piegare i principi etici per raggiungere i suoi obiettivi. Sebbene affermi di combattere per il bene comune, il suo comportamento mostra una tendenza all’ipocrisia, agendo in modi che vanno contro i suoi stessi ideali.
La sua partecipazione a gruppi influenti e l’utilizzo di tattiche manipolative sollevano dubbi sulla sua onestà. Christopher appare quindi come un personaggio con un’etica situazionale, pronto a mettere in discussione i propri valori se questi minacciano il suo successo. Il suo ruolo di attivista e intellettuale è, infatti, contraddetto dal suo desiderio di dominare le conversazioni e imporsi, rendendolo un personaggio che è sia ammirato che temuto.
Joanna e Andrew, i genitori di Phyl, rappresentano perfettamente la borghesia inglese tradizionale, con i loro valori conservatori e la loro incapacità di comprendere appieno le aspirazioni e le frustrazioni della figlia.
Lo stile dell’autore è raffinato e contemplativo, con una prosa densa e ricca di dettagli che ti porta a immergerti nelle sfumature emotive della storia. La narrazione è punteggiata da riflessioni profonde e momenti di introspezione che mettono in evidenza la fragilità umana. La struttura del romanzo segue un ritmo lento, che si adatta alla natura introspettiva della storia e permette al lettore di cogliere ogni sfumatura della psicologia sociale e intima dei personaggi.
Il libro offre una riflessione critica sulla società moderna, in particolare sul ruolo della disinformazione e sull'influenza delle istituzioni di potere.
Il Processus Group, su cui sta indagando Christopher, con la sua influenza segreta e la sua etica distorta, diventa il simbolo di ciò che Phyl desidera smascherare e capire. La sua storia personale e la possibilità di scrivere qualcosa di vero e significativo assumono un valore ancora maggiore di fronte all'oscurità e alla manipolazione che il Processus rappresenta.
Il Processus Group incarna il sistema di potere e disinformazione contro cui Phyl lotta interiormente, alimentando il suo senso di disagio e il suo desiderio di autenticità in un mondo complesso e corrotto. Questo think tank funge da catalizzatore per la sua crisi esistenziale e il suo percorso verso una maggiore consapevolezza, spingendola a cercare un modo per raccontare la verità, almeno attraverso la scrittura.
L’autore mette in luce le dinamiche della politica e della classe sociale, invitando il lettore a riflettere su come queste influenzino la vita delle persone comuni. Il contrasto tra la spinta al cambiamento di Phyl e l'atteggiamento conservatore dei suoi genitori evidenzia la frattura generazionale, esplorando il divario tra coloro che cercano di adattarsi ai cambiamenti sociali e coloro che si rifugiano nella tradizione.
La prova della mia innocenza è un romanzo che offre una lettura profonda e commovente. Jonathan Coe riesce a dar vita a una storia che, pur riflettendo l’epoca moderna, tratta temi universali come l’identità, la solitudine e la ricerca di significato.
Certo è che non puoi fare a meno di sentirti coinvolto nelle vicende di Phyl, una protagonista imperfetta ma autentica, che cerca disperatamente di trovare il proprio posto in un mondo in continuo mutamento.
Alla fine del libro, ci ho letto una sfida: siamo davvero padroni della nostra storia, o semplicemente attori di un copione scritto da altri?
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