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giovedì 28 gennaio 2021

Recensione di IO NON TI LASCIO SOLO di Gianluca Antoni

Buongiorno, cari lettori. Oggi vi propongo la recensione di un romanzo pubblicato da Salani Editore e che ho avuto la possibilità di leggere in anteprima. Io non ti lascio solo di Gianluca Antoni è una storia che mi ha colpito profondamente, lasciandomi addosso una sensazione che nessun libro mi aveva mai regalato prima. Leggete e capirete!

IO NON TI LASCIO SOLO
di Gianluca Antoni

Editore: Salani
Pagine: 288
GENERE: Thriller Psicologico
Prezzo: 9,90€ - 15,90
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2020
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟

Trama:
L’amicizia è affrontare insieme la paura. Lo sanno bene Filo e Rullo, due ragazzini diversissimi eppure inseparabili, che decidono di scappare da casa e di avventurarsi tra i boschi, alla ricerca del cane di Filo, perso durante un temporale. Per ritrovarlo si spingono fino alla cascina di Guelfo Tabacci, uno schivo montanaro di cui si mormora che anni prima abbia ucciso suo figlio. Così, l’ingenuità della loro fuga lascia il posto ai terribili segreti del mondo degli adulti. Molto tempo dopo, nella cantina di quello stesso casolare vengono ritrovati due diari. Sono stati proprio i due amici a scriverli, consegnando a quelle pagine ingiallite la soluzione del mistero e il racconto, insieme crudo e poetico, di un’estate destinata a cambiare per sempre le loro vite. In un paesaggio dominato dal contrasto tra la luce dell’eterna innocenza e il buio del dolore, Gianluca Antoni mescola le atmosfere del giallo a quelle del romanzo di formazione. Con colpi di scena e toni delicati, racconta i rapporti tra genitori e figli, le strategie imprevedibili con cui affrontiamo la perdita, ma anche la tenacia di legami fatti per sopravvivere al tempo.

RECENSIONE

Io non ti lascio solo è un romanzo di cui è difficile parlare senza fare anticipazioni. 
È complicato perchè è una lettura che dividerei in due parti. La prima è scivolata via veloce, senza intoppi. Leggevo e con disinvoltura mi approcciavo ai personaggi, che seppur interessanti, ben scritti, e con personalità definite, non mi hanno colpita più di tanto. 
La tragedia è arrivata dopo. 
Molto dopo. 
Una tragedia che mi ha sconvolta. 

Filo e Rullo sono i protagonisti di questa storia che si svolge tra presente e passato. Li conosciamo attraverso i diari che hanno scritto e nei quali, non solo viene raccontata la loro amicizia, ma anche un evento che ha cambiato le loro vite. 

Sono due ragazzini molto legati, in particolare è Filo quello più forte, sicuro, determinato, anche un po’ menefreghista, mentre Rullo è quello che subisce. Più tranquillo, arrendevole, docile, disposto a soccombere alle scelte discutibili del compagno. 
Infatti quando Filo decide di partire alla ricerca del suo cane Birillo, scomparso dopo una caccia ai tartufi insieme al padre, Rullo non ci sta. Si oppone come meglio può, ma non riesce a portare avanti la sua decisione, perchè finisce per accompagnare l’amico sulle montagne alla ricerca di un animale che probabilmente è morto. Filo non vuole arrendersi, e nonostante la ricerca sia ardua, ci tiene a fare il possibile per ritrovare Birillo. 

 
Il temporale è il mio incubo. Mi sveglia ogni notte.

Alla storia dei due ragazzi, si affianca quella di Guelfo, del figlio Tommaso, di Adele, e del maresciallo De Benedittis. Una sorta di filo conduttore avvicina in un modo strano e inquietante la scomparsa del cane con quella di Tommaso. 
Guelfo, un uomo arcigno, scontroso, selvaggio, è odiato da tutto il paese, vive isolato sulle montagne e non parla con nessuno. Molti, tra cui il maresciallo, lo ritengono colpevole della morte del figlio, anzi quasi tutti pensano che lo abbia ucciso. 
La madre, che si è rifatta una nuova vita, è scappata dal marito perchè la picchiava e non riesce a perdonarsi di aver abbandonato il bambino e di averlo lasciato proprio nelle mani di Guelfo. 

Le due storie s’intrecciano e conducono il lettore su due strade separate che poi iniziano lentamente ad avvicinarsi, incrociarsi e poi unirsi in modo inaspettato. Rullo e Filo, nella loro ricerca, incontreranno Scacco, un po’ pazzo, e Amelie, una ragazzina che tenterà a suo modo di aiutarli e poi si scontreranno proprio con Guelfo, ritenendolo colpevole di aver rapito Birillo. 
L’uomo, nel rispetto della nomea che si è costruito negli anni, è scorbutico e cattivo con loro, li tratta male e più di una volta sembra essere sul punto di punirli. 

Pagina dopo pagina ti affezioni ai protagonisti. Del resto, come non potresti? Filo è coraggioso, un po’ altezzoso, a volte, testardo, ma ha un gran cuore. È lui il capo e vuole essere rispettato. Rullo ti fa venire voglia di aprire le braccia e stringerlo forte per consolarlo. È un bambino dolce, gentile, un po’ pauroso, ma conquista il cuore dopo il primo approccio, nel momento in cui ti rendi conto che è perduto. Non ha i genitori a differenza di Filo che ha suo padre. 

 
Lui è il comandante. Io il soldato semplice.

Filo e Rullo si contrappongono fin dall’inizio. Si contrastano, e si compensano rendendo la storia interessante ma non scoppiettante. Con questo intendo dire che fino a un certo punto della lettura, io leggevo e mi vedevo passeggiare all’interno di un campo pieno di fiori, con l’odore della primavera e il cielo terso sopra di me. Questo per dirvi che ero totalmente convinta di come sarebbe finita la storia, me la stavo godendo, certo, ma con una calma che non mi stava scombussolando più di tanto. 
Non so voi, ma quando io leggo un libro, voglio che mi arrivino gli schiaffi, nel bene e nel male. Non voglio essere coccolata, voglio essere travolta da una tempesta di emozioni positive o negative che siano, io devo sentire tutto. Se devo accontentarmi di una storia che mi faccia passare il tempo, non scelgo questa, ma un Harmony. 

E allora, cosa è accaduto? Mentre camminavo felice, all’improvviso sono caduta e mi sono spezzata una gamba. E con essa le altre ossa, e tutto il resto. Metaforicamente parlando, ovvio. 
Sì, adesso sono un po’ ammaccata perchè da un momento all’altro tutto cambia in questo libro. E io sono rimasta a bocca aperta. Ho passato circa dieci minuti a fissare il vuoto, così, perchè non riuscivo a capacitarmi di non aver intuito ciò che poi mi ha fregato. 

Ora sarebbe bello, non immaginate quanto, potervi dire la verità. 
Quanto lo vorrei, dannazione. 
Ma non posso. Devo serbare il segreto. 
Vorrei raccontarvi chi è Rullo e poi Filo e poi Guelfo e infine Tommaso. 
Vorrei dirvi che c’è un Rullo in ognuno di noi e fuori di noi. 
Vorrei dirvi che quando ho letto le ultime pagine, mi sono commossa, perchè il mio cuore si è aperto e non ho saputo più chiudere la porta. 
Rullo è stato come uno specchio e ho scoperto che non si è mai del tutto soli. 
Perchè, tra tutte le cose che può essere questo romanzo, è una storia di solitudine e di abbandono. 
Di anime simili che si cercano e che si trovano per alleviarsi il dolore. 

Leggere di Filo e di Rullo è stato per me come una catarsi. 
Filo è dentro di me perchè è come me. 
E Rullo è lì per aiutarlo. 
Non solo lui. 
Rullo aiuterà Scacco e poi Guelfo. Aiuterà chiunque si senta troppo solo, in modo così intollerante e straziante e dolente, da aver bisogno di un Rullo che lo protegga, che lo tiri fuori dai guai, che lo faccia sentire importante. 

 
Il mio compito era finito. 
Ora potevo aiutare un’altra persona.

Rullo ha permesso a una parte di me di perdonare l’altra, e per questo devo solo ringraziare Filo e chi si cela dietro di lui. L’autore di questo romanzo, la cui storia, se al principio sembra già letta, via via si trasforma in qualcosa di delicato e di intimo, personale e toccante. 
Il modo in cui è stato scritto, la semplicità con cui si scopre la verità, quella verità che un po’ ci fa provare vergogna, è sincero, naturale, emozionale nella sua purezza. 
Filo è puro, non perchè è un ragazzino, ma perchè è senza filtri. E lo specchio che riflette quell’anima è Rullo. 
Rullo riflette la mia e anche la tua. 
Se solo hai il coraggio di ammettere che esiste. 
Lui esiste, pezzo più o pezzo meno. 
Lui è un po’ come i miei personaggi, quando scrivo una storia. 
È nella mia testa, accanto, e mi sostiene, mi rafforza, mi fa sentire importante e mi fa credere di poter fare ancora qualcosa. 

Io non ti lascio solo, e non ci fu titolo più azzeccato, è una storia che forse non comprenderanno tutti, perchè per farlo ti devi spogliare e mettere a nudo. Così come fa il protagonista. 
La mente si deve denudare di tutte le maschere che deformano il cuore e deve parlare con la gola dell’anima. 

Arrivando alla fine, ho provato una sensazione che nessun libro mi ha mai regalato. 
Per una attimo la solitudine è andata via. 
E non parlo della solitudine dell’assenza di persone. 
Ma quella che ti fa sentire un’estranea perché convinta che nessuno possa capire quello che provi e che vedi. 
Per un po’ è passata. 
Grazie a chi ci mette l’anima nelle cose che scrive. 
E allora, puoi starne certo, può anche cadere il mondo, che si sente. 
E ti tocca.

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