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martedì 29 ottobre 2019

✎ Recensione: MATHILDA di Mary Shelley

Buongiorno! Oggi vi parlo di un romanzo breve, scritto da Mary Shelley e pubblicato dalla Darcy Edizioni. Il titolo è Mathilda ed è una storia che sinceramente non conoscevo, ma che ho voluto subito leggere per l'argomento trattato. Non è una lettura convenzionale, curiosi?

mathilda
di Mary Shelley

Editore: Darcy Edizioni
Pagine: 207
GENERE: Romanzo classico
Prezzo:  2,99 
Formato: eBook
Data d'uscita: 2019
Link d'acquisto: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟

Trama:
Dopo una serie di tragici lutti, tra cui quello del marito, Mary Shelley scrive il racconto Mathilda, condito da alcuni elementi autobiografici, sfoggiando tutte le sue doti di romantica drammaticità.Mathilda, sedicenne ricca di nascita ma orfana di madre, abbandonata da un padre che le dà la colpa per la scomparsa dell’amata sposa, è costretta a crescere con una zia avara di sentimenti. Quando il padre decide di tornare da lei, succede qualcosa di inaspettato: la somiglianza della fanciulla con la madre è sorprendente al punto che l’uomo la crede una reincarnazione dell’adorata Diana, così da innamorarsi della figlia. Un racconto che è ossessione e passione, sfogo e dolore, lo stesso provato da Mary Shelley in vita. La sua penna sapiente rende immaginario quel che è stata per lei realtà.

RECENSIONE

Mathilda è un romanzo controverso, molto breve, scritto da Mary Shelley e che racconta il rapporto burrascoso con il padre. Una storia che riflette elementi autobiografici e che ci trasporta in un’epoca lontana facendoci conoscere un’esistenza votata alla solitudine e allo studio, all’amore per la natura e per l’arte.
Quando Mathilda nasce, la madre muore, e da allora il padre non trova più pace.

Si allontana, rifiuta la famiglia e la figlia e vive da vagabondo spostandosi da paese in paese e facendo perdere le sue tracce.
La bambina viene affidata a una zia, fredda e distaccata, che non si occupa mai di lei, lasciando la sua cura a una semplice balia. La donna la tiene sempre distante, raramente l’abbraccia e Mathilda cresce senza alcun affetto, costretta alla solitudine e avendo perso sia la madre che il padre.
Finchè un giorno come un altro, giunge una lettera in cui l’uomo dichiara di voler tornare.
A quel punto il cuore della ormai fanciulla Mathilda si riempie di gioia e di speranza.

I due si incontrano e iniziano una nuova vita insieme.
Condividono l’affetto, l’amore, gli interessi e i pensieri, vivendo quasi in simbiosi per un lungo tempo.

Sono io la causa del vostro dolore?

Un evento apparentemente innocuo rompe quell’equilibrio che sembrava indistruttibile.
Mathilda fa la conoscenza di un giovane e il padre prova una strana gelosia. L’uomo si rende presto conto che i sentimenti che prova per la figlia non sono soltanto genitoriali. Lui la ama come amava sua moglie, per la straordinaria somiglianza della fanciulla con la madre.

In altre parole il suo amore è incestuoso e prima che tutto precipiti, decide di scrivere una lunga lettera alla figlia, raccontandole la cagione del suo male e chiedendogli perdono proprio per questi sentimenti e per quell’attrazione immorale che prova per lei.

Mathilda legge la lettera e ne rimane sconvolta. È una sorpresa per lei e anche un profondo dolore.
Sarà proprio allora che dovrà compiere una scelta molto difficile che segnerà tutta la sua esistenza.
Mary Shelley, con il suo stile scorrevole e pulito, ci trasporta in un’epoca lontana e ricca di ricordi, piena di nostalgia e di memorie dimenticate. Le pagine scorrono veloci, le descrizioni degli stati d’animo della protagonista colpiscono l’animo del lettore e gli permettono di provare empatia per questa giovane donna sfortunata ma tenace.

Non spingermi a distruggerti.

Un ritmo narrativo inizialmente lento che però si arricchisce di momenti memorabili e di frasi che spezzano il cuore.
Il dolore, la disperazione, la rabbia sono tangibili, così come il senso di ineluttabilità che avvolge i protagonisti.

Non è una lettura semplice, né felice, non è spensierata, ma è un tuffo breve e veloce nei meandri oscuri di un’anima macchiata. C'è quel romanticismo disperato, drammatico, angosciato che ritroviamo nei testi e nell'arte dell'epoca. Un viaggio nel passato che riempie il cuore.

Il rapporto tra Mathilda e suo padre è bello e sincero, pieno di slanci vitali e di interessi, ma poi si trasforma in qualcosa di incomprensibile, di sconosciuto e di spaventoso che incute paura.
Mi aspettavo qualcosa di più graffiante, di ancora più profondo, che non scalfisse soltanto l'anima, ma l'annientasse. È mancato il pathos necessario a farmi tremare.

Il testo è breve ma pieno di emozioni. Per chi ama questa autrice classica, o per chi vuole approfondire la sua conoscenza, consiglio la lettura di questa storia, un po’ anticonvenzionale, che ti regala emozioni diverse dal solito.


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