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venerdì 24 ottobre 2025

Recensione: RIFIUTO di Tony Tulathimutte

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Edizioni E/O, oggi vi parlo di Rifiuto di Tony Tulathimutte.


rifiuto

di Tony Tulathimutte
Editore: Edizioni E/O
Pagine: 289
GENERE: Racconti
Prezzo: 11,99€ - 19,50
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2025
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Un uomo si sforza di diventare femminista ma scivola nel nichilismo. Una donna insegue invano l’amore per un mitomane ossessionato dall’ottimizzazione. Un ragazzo inventa fantasie sessuali tanto grottesche da impedirgli ogni vero contatto umano. Una persona ordisce una colossale teoria del complotto per vendicarsi di tutti quelli che hanno provato a incasellarla. Una banda di perdigiorno in rete dedica anni a ricostruire, o forse a inventare, le sue tracce. I personaggi di Rifiuto, il celebratissimo romanzo di Tony Tulathimutte, sono uno specchio deformante dei modi in cui il mondo digitale ha influenzato le emozioni, le idee, la vita di due generazioni. Si conoscono sulle app, si innamorano sui social network, si ignorano nelle chat, cercano disperatamente di scoprire chi sono in un mondo in cui l’identità è una merce apprezzatissima ma anche una maschera cucita indissolubilmente sulla propria carne. Tutti sono alla disperata ricerca di una verità che la stessa dimensione smaterializzata della loro esistenza sembra rendere inaccessibile. Attraverso le loro storie Tulathimutte traccia un affresco amaro e brillante della vita digitale nel ventunesimo secolo.

RECENSIONE

Rifiuto di Tony Tulathimutte è un libro che raccoglie una serie di racconti sul mondo contemporaneo e sui nostri desideri, soprattutto quelli più reconditi che in qualche modo vanno a scontrarsi con la realtà digitale. Tutto ciò che desideriamo diventa fonte di analisi in questo testo, in un modo che è molto vicino a un realismo per assurdo, che non solo complica la nostra realtà ma la disturba. 

Ho trovato quest'opera a dir poco originale, anzi, originalissima, senza peli sulla lingua, senza filtri. Ogni personaggio è tutto e il contrario di tutto. Ogni personaggio, uomo o donna, cerca di farsi accettare ma viene sempre rifiutato. La nostra è la società del rifiuto? O l'epoca del rifiuto? Pensiamoci un attimo, attingiamo alle nostre esperienze e a quelle degli altri. Se ci chiediamo se ci mostriamo sempre per quello che siamo, la risposta è no, ovviamente, perché? Perché abbiamo paura del rifiuto. 

Ecco, in questo testo, l'autore, grandioso, divertente, ironico, bastardo fino all'osso, ci mette davanti le molteplici situazioni del rifiuto, dimostrando che anche con le migliori intenzioni, nessuno fa davvero parte del mondo in cui vive per quello che è. Tutti abbiamo dei desideri malridotti, delle nevrosi mascherate, delle psicosi che hanno bisogno di sfogare. E tutti siamo preda dell'era digitale. Un organo che sembra pulsare di vita propria che invece di aiutarci o di avvicinarci alle persone, ahimè, alla fine della fiera, non fa che mostrarci quanta falsità e dissonanza ci sia tra noi e gli altri. I personaggi, pur essendo casi limite, incarnano ed esasperano tendenze e paure profondamente radicate nella nostra società. 

Nel racconto Il femminista, un uomo che ha costruito la sua identità sull'essere un "bravo ragazzo" femminista, vede le sue convinzioni sgretolarsi di fronte al rifiuto d'amore. L'autore smaschera il sottile confine tra alleanza e tornaconto, mostrando come un femminismo non interiorizzato ma performativo possa trasformarsi in un'arma di risentimento. La sua radicalizzazione, che lo porta ad abbracciare le logiche delle comunità online misogine, è un monito terrificante sulla fragilità di certe posture ideologiche quando si scontrano con la frustrazione personale. Il finale non è che la logica conseguenza di una vita passata a sentirsi in diritto di ricevere un'accettazione che non arriva mai.




In Pics incontriamo Alison, una donna intrappolata in una spirale di ossessione dopo essere stata rifiutata dal suo migliore amico, Neil. La genialità del racconto risiede nell'integrare la narrazione con i messaggi della sua chat di gruppo, una "mafia della validazione" che mette in scena la tossicità e la superficialità di certa solidarietà femminile online. Le amiche passano dal lodare Neil a demonizzarlo in un istante, non per vera empatia verso Alison, ma per alimentare il dramma collettivo. Alison è vittima non solo del rifiuto di un uomo, ma anche di un sistema di amicizie digitali che trasforma il dolore in pettegolezzo e non offre alcun conforto reale, lasciandola infine in un vuoto ancora più profondo.




 

In Ahegao, o: la ballata della repressione sessuale, Kant è un game designer gay di origine thailandese-americana, la cui repressione sessuale è così profonda da potersi esprimere solo attraverso fantasie sadiche estremamente dettagliate e grottesche. Il racconto è un'esplorazione brutale della vergogna e della disconnessione tra il mondo interiore e la realtà fisica.






Un futuro da sballo è una satira sferzante della cultura start-up e dell'ideologia dell'ottimizzazione applicata alle relazioni umane. Il narratore, Max, è un "accelerazionista romantico" che vede la sua partner, Alison, come un "investimento" da "pimparti". La sua visione del mondo, espressa in un gergo aziendale delirante, è la parodia perfetta del tecno-soluzionismo tossico.





Main Character porta il libro su un piano metanarrativo, decostruendo il concetto stesso di identità online. Attraverso il falso documento accademico che analizza il "Botgate", l'autore esplora l'idea di un'identità fluida e multipla come atto di rivoluzione contro le categorizzazioni. La figura di Bee, che orchestra una rete di account falsi per creare caos e mettere in discussione l'autenticità, diventa il simbolo di un rifiuto radicale di essere definiti. Il racconto, con le sue infinite teorie e versioni, costringe il lettore a dubitare di tutto, compresa la figura dell'autore stesso, suggerendo che in un mondo di narrazioni, l'unica verità è l'impossibilità di trovarne una sola.

 

L'originalità di Rifiuto risiede prima di tutto nel suo stile. L'autore non scrive sull'internet, scrive nella lingua dell'internet. Il suo lessico è intriso di gergo, meme e dinamiche proprie delle nicchie online più oscure, una scelta che, come sottolinea Latronico nella postfazione, rende il testo a tratti volutamente impenetrabile Questa oscurità non è un difetto, ma una precisa strategia narrativa: ci fa sentire la distanza che separa questi mondi dalla norma, rendendo la loro follia ancora più tangibile e, paradossalmente, universale. 

Ho scoperto un nuovo autore che adoro. Amo chi non fa sconti e questo libro è proprio così. Brutale, antidiplomatico, sferra colpi uno dietro l'altro senza che puoi ripararti, è inutile che ci provi, tanto non ci riesci perché il modo di colpirti lo trova sempre. Mette il lettore di fronte agli aspetti più sgradevoli di sé e della società: la solitudine che si maschera da cinismo, l'invidia, il bisogno disperato di validazione, la misoginia interiorizzata e quella esplicita.

Inoltre è una lettura profonda che aggiunge quell'intensità psicologica che rende anche i personaggi più estremi e grotteschi assolutamente credibili. Non sono giudicati, non sono cavie, la loro essenza mostra solo come il trauma, l'emarginazione e la cultura digitale possano creare mostri o vittime, spesso entrambi allo stesso tempo Nonostante la cupezza dei temi, il libro è pervaso da un umorismo caustico e intelligente. La satira è tagliente e l'assurdità di molte situazioni (specialmente nei racconti di Kant e Max) strappa più di una risata amara, offrendo un necessario contrappunto alla disperazione di fondo. 

Io, se non lo avessi letto, lo rileggerei prima di subito. Anche perché è il genere di libro che più lo leggi e più comprendi e più rifletti e più apri gli occhi. Più ridi, sì, disperandoti, con una consapevolezza di fondo straniante: piano piano capisci dove sta andando la società, ma anche dove già siamo arrivati. 
E ahimè, non è un bel posto.
Del resto "rifiuto" non è anche l'immondizia?
E allora, occhio, eh.
Dove cavolo stiamo andando a finire?

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