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giovedì 22 febbraio 2024

Recensione: L'ILIADE CANTATA DALLE DEE di Marilù Oliva

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Solferino, oggi vi parlo di L'iliade cantata dalle dee di Marilù Oliva.
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l'iliade cantata dalle dee
di Marilù Oliva
Editore: Solferino 
Pagine: 192
GENERE: Retelling
Prezzo:10,99€ - 16,50
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟

Trama:
Chi combatte sotto le mura di Troia? Gli eroi, ma anche gli dèi e, con molto accanimento, le dee. Dopotutto, questa immane contesa è stata scatenata da una rivalità tra divine: la famosa mela d’oro assegnata da Paride ad Afrodite, che in cambio gli ha dato Elena. E così, con occhi femminili stavolta è raccontata l’Iliade. È Atena a parlarci dell’ira di Achille, ed è la madre dell’eroe, Teti, a spiegare i moti dell’animo di suo figlio, le sue scelte che tanto sangue costeranno ai due eserciti. Afrodite tiene un occhio sul campo di battaglia e un altro sui suoi protetti Paride ed Enea, di cui ci narra le gesta, senza nascondere le proprie ingerenze. La sua rivale Era, per contro, tifa per i Greci e cerca di favorirne la vittoria. E poi ci sono due donne speciali, l’una figlia di Zeus, l’altra toccata da Apollo: Elena e Cassandra, che da dietro le mura di Troia testimoniano il fato atroce dell’altra metà del cielo in ogni conflitto. Ma di chi è la voce che grida la sua disperazione e si predispone al sacrificio, mentre la città brucia? È la moglie di Enea, Creusa, una protagonista che la storia ha lasciato indietro ma che ha qualcosa di molto importante da rivelare. Riportando in vita l’Iliade come un coro di voci femminili, Marilù Oliva ribalta la prospettiva sulla più maschile delle vicende, la guerra, riappropriandosene a nome di tutte: delle troppe vinte, umiliate, violate, ma anche delle poche vincitrici apparenti, destinate ad afferrare trionfi effimeri come la vendetta. Un’epica potente, commovente, palpitante: indimenticabile.

RECENSIONE

L'iliade cantata dalle dee, l’ultimo romanzo di Marilù Oliva, è il racconto dell’Iliade non più dal punto di vista maschile e attraverso la voce di Omero, bensì, con l’ausilio di donne, protagoniste o meno, di una guerra che è scaturita per amore. 

Paride decide di dare il pomo d’oro che stabilisce chi è la più bella delle dee ad Afrodite e lei gli farà ottenere Elena, la moglie del re Menelao. La guerra di Troia scoppia perchè Paride ed Elena si innamorano, e Menelao piuttosto che scontrarsi direttamente con Paride per riottenere sua moglie, coinvolge il fratello Agamennone e scoppia una vera guerra che non è più un tentativo di risolvere una questione personale, ma diventa volontà assoluta di abbattere un popolo e di radere al suolo le mura della sua città. 

Agamennone pensava che avrebbe sconfitto i troiani nel giro di qualche giorno, e invece lo scontro dura ben dieci anni. Battaglie che si susseguono e che richiedono un dispendio di forze e di uomini a cui nessuno è preparato perchè le mura di Troia non possono essere espugnate, non basta nemmeno la bravura e la forza di Achille e del suo gruppo di guerrieri, servirà Ulisse e il suo intuito per inventarsi l’inganno del cavallo e penetrare le mura nemiche e distruggerle dall’interno. 

Insomma, la storia la conosciamo tutti, ma quello che riesce a fare l’autrice è raccontare usando la voce accorata e sensibile delle dee, ognuna delle quali tenta di proteggere ciò che è suo. Afrodite che vuole difendere a tutti i costi Paride ed Enea. Atena che lotta per una guerra che non riconosce in quanto è piena di avidità e di arroganza. Teti, la madre di Achille che soffre perchè sa che il figlio ha vita breve. E poi ci sono due donne che sono state toccate dal divino e sono Elena, consapevole di essere il motivo per cui la guerra è scoppiata, che invidia l’amore puro e totalizzante di Ettore e Andromaca e sa che non potrà mai essere amata in quel modo, nemmeno da Paride, troppo codardo e preso da se stesso per amarla come merita. E poi c’è Cassandra, condannata a vedere il futuro ma che nessuno ascolta. 

Rispetto alla versione originale a cui l’autrice si attiene, mentre scorriamo le pagine, strutturate in capitoli brevi e con POV diversi, veniamo toccati da un’atmosfera piena di emozioni e di sentimenti. Questo perché a differenza della voce maschile, più autoritaria e fredda, puntata ovviamente sull’aspetto politico della guerra e sulla tracotanza di orrori ed errori di tutti i protagonisti, quella femminile è molto più materna, intima, provata anche dallo stesso ruolo della donna, che è stato sempre messo da parte durante le guerre. 

Le donne non venivano considerate, ancora meno nelle battaglie. Non servivano a nulla, non potevano combattere e sopratutto erano un peso perchè dovevano essere protette e difese senza avere alcun potere decisionale. Subivano le decisioni maschili sia nel bene che nel male. Quindi, la voce delle dee diventa anche un atto di ribellione e un modo per scoprire una storia utilizzando altri punti di vista che ci mostrano quanta umanità, dolore vero e sofferenza ci sia non per una mercificazione del potere, ma per l’insistenza e la prorompenza di sentimenti che perdono la differenza tra umano e divino. I sentimenti sono uguali per tutti, così come le gioie e i dolori. 

Lo stile, che avevo già conosciuto nelle opere precedenti, si differenzia per la poeticità insita nella scelta di ogni parola, per quella dolcezza che non diventa mai violenza anche nei momenti più drastici. Un’idea, quella di raccontare diversamente questa guerra, che ho trovato eccellente perchè tutti siamo abituati a leggere queste storie a scuola, ma difficilmente si trova un professore in grado di trasmettere passione e amore per questi temi. Eppure basterebbe poco, ma purtroppo non accade spesso. 

Ecco perchè leggere questo romanzo può accendere la curiosità dei più giovani e avvicinarli a questo mondo così affascinante, che non è vecchio, né antico, ma può rivelarsi estremamente moderno, grazie alla penna di un’autrice colta e preparata, coraggiosa e originale, che riesce a coinvolgere semplicemente sfruttando la sua vena artistica.

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