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lunedì 2 settembre 2024

Recensione: VEGLIARE SU DI LEI di Jean Baptiste Andrea

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice La nave di Teseo, oggi vi parlo di Vegliare su di lei di Jean Baptiste Andrea.

vegliare su di lei

di Jean Baptiste Andrea
Editore: La nave di Teseo
Pagine: 480
GENERE: Narrativa contemporanea
Prezzo: 9,99€ - 22,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Nel grande gioco del destino, Mimo sembra proprio aver ricevuto le carte sbagliate. Affetto da nanismo, nato in una famiglia di poveri immigrati italiani in Francia, perde il padre, scultore che gli aveva insegnato i rudimenti dell’arte, durante la prima guerra mondiale quando lui è ancora molto piccolo. Incapace di mantenere entrambi, la madre lo affida a uno “zio”, Alberto, in Italia, anche lui scultore, ma dedito più alla bottiglia che allo scalpello. Mimo, però, ha dalla sua un grandissimo talento per la scultura, coraggio e determinazione. Viola Orsini, invece, erede di una famiglia importante, tra le più potenti di tutta la Liguria, trascorre l’infanzia e l’adolescenza tra gli agi e le comodità, ma è troppo intelligente e ambiziosa per potersi rassegnare a vivere una vita di ozio e noia. Sin da bambina va contro le consuetudini tipiche della sua classe e sogna in grande. Mimo e Viola non si sarebbero mai dovuti incontrare, ma il destino è inintelligibile, e così, a tredici anni, si trovano, si sfiorano, si riconoscono e giurano solennemente di non lasciarsi mai. Su di loro, però, incombono le differenze di ceto, che sembrano precludergli ogni possibilità di stare insieme. Sullo sfondo, gli anni convulsi e turbolenti del primo conflitto mondiale, del dopoguerra, del fascismo e della liberazione, attraverso i quali Mimo e Viola saranno costretti a camminare, cercando di tenersi stretti l’uno all’altra, uniti da un legame incrollabile. Romanzo vincitore del premio Goncourt 2023, "Vegliare su di lei" è un travolgente affresco in cui si mescolano storia e passione, un racconto avvincente che con grazia e bellezza sa parlare ai nostri cuori unendo l’amore per l’arte, a quello, eterno, tra un uomo e una donna capaci di sopportare qualunque cosa pur di inseguire i propri sogni.

RECENSIONE

Vegliare su di lei  di Jean Baptiste Andrea, è il romanzo vincitore del premio Goncourt 2023, ambientato in Italia, nonostante l’autore sia francese, in un’epoca compresa tra le due guerre, in cui assistiamo alla nascita di un’amicizia e poi di un amore tra due personaggi in contrasto tra loro: Mimo, uno scultore, e Viola, una ragazza ricca. 

Il romanzo inizia con il racconto di un uomo, ormai vecchio, sul letto di morte. Ci parla dell’abbazia in cui vive, della vita dei preti, di ciò che dicono e fanno e ci lascia intendere che c’è ancora tanto da scoprire… Ci basta girare qualche pagina e facciamo un salto nel passato, e scopriamo che quell’uomo ormai anziano è un giovane di origini francesi che ha vissuto con il nome di Michelangelo. Ha perso il padre durante la Prima Guerra Mondiale ed è affetto da nanismo. La madre decide di mandarlo da uno zio, a Pietra d’Alba, perché anche lui è un artista. 

Mimo ha già dimostrato di avere molto più talento del padre nella scultura e la vita con lo zio dovrebbe, sulla carta, aiutarlo a migliorare, peccato che l’uomo sia più dedito all’alcol e alle botte che all’arte e tra i due, spesso e volentieri, va a finire molto male. Mimo è un personaggio tenero, tranquillo, introverso, così diverso da Viola. Una ragazza che a lui pare bellissima e che conosce quando lo zio lo manda dalla famiglia Orsini, nobili con tanti soldi che hanno la puzza sotto al naso. Ma Viola? Questa ragazza così diversa da tutte le altre, lo sorprende e lo spaventa; s’incontrano di notte, nel cimitero, perché Viola parla ai morti e addomestica gli orsi. 

L’atmosfera di queste pagine si tinge di gotico e di inquietudine. Mentre leggevo sono stata talmente risucchiata dalla scrittura semplice ma intensa dello scrittore, che ogni scena tra Mimo e Viola la immaginano avvolta da una coltre di fumo denso e violaceo che li rendeva rinchiusi in una bolla in cui potevano respirare solo loro. Uno spazio angusto e privato, grazie al quale la loro intima conoscenza cresce; un connubio di anime che si riconoscono e che cominciano a sfiorarsi senza mai dichiararlo apertamente. 

La loro è un’amicizia che li unisce anche se sembrano appartenere a due mondi completamente diversi. Mimo deve combattere contro i pregiudizi sul suo aspetto e soprattutto sulla sua arte, che gli conferisce successo ma allo stesso tempo lo ingloba in questioni politiche e sociali che riguardano il nascente fascismo e la guerra stessa. 

Viola, che sembrerebbe essere una privilegiata, è dotata di uno spirito combattivo e ribelle senza eguali e la sua stessa essenza le intima di guerreggiare contro l’atteggiamento patriarcale che contraddistingue la sua famiglia e la società in cui vive, spingendola a lottare per la propria libertà di donna. Mimo combatte per il suo essere artista mentre lei per la sua personale visione di vita, di femmina, di essere umano che non può essere calpestato da atteggiamenti qualunquisti e retrogradi. 

Sono due personaggi ricchi di parole da esprimere, di sguardi e di storie da raccontare. Lui è un ragazzo maltrattato, povero, che viene da un mondo che gli ha insegnato prima il dolore e mai la felicità; lei, nonostante i suoi privilegi apparenti, è più forte e più matura di lui e in qualche modo la sua presenza rassicurante anche se sfuggente, lo incanta, conquistandolo proprio per quell’aura di femminile completezza che a lui pare irraggiungibile. Mimo dirà di non essere completo, vivo, dirà di non poter esistere senza Viola, e questa è una frase rappresentativa di quel genere di rapporto che porta due persone a completarsi e a sentirsi intere solo se stanno insieme. 

Un rapporto che supera i dissidi interiori, le guerre esteriori, le paure e i dubbi, e continua a lungo nel tempo, mentre loro due crescono e il mondo cambia. 
Purtroppo cambiano anche loro. 
All’inizio li conosciamo come due che sembrano voler seguire i propri ideali, ma il romanzo si conclude con una parabola discendente che calma entrambi gli animi, soprattutto quello di Viola, che pur rimanendo un personaggio originale e al di sopra degli schemi comuni, si piega alle volontà sociali e familiari senza disdegnare l’ordinario. Lo stesso fa Mimo, seppur la sua figura rivesta, per motivi diversi, un fascino selvatico, spoglio da qualsiasi forma di accomodamento, perché in lui si nasconde quell’intento pronunciato nel titolo di “vegliare su di lei.” 
Mimo diventa il più grande scultore al mondo dopo Michelangelo, e non può essere sottovalutato questo aspetto della storia che fornisce una prospettiva diversa sia per la sua evoluzione che per quella di Viola. 

Lo stile è semplice, classico, alcune frasi potrebbero diventare delle citazioni d’effetto, mentre altre trasmettono quella sensazione tanto familiare di banalissimo quotidiano e cliché. Ma dopotutto, l’opera di Jean Baptiste Andrea è un romanzo di crescita e di maturazione intellettuale e artistica, intima e personale di due personaggi in cui ci si può rispecchiare, se non altro per alcune caratteristiche più di altre. E anche se mi sarei aspettata più spazio al racconto storico e alla scultura, leggerlo è stato come assistere a un lungo film pieno di emozioni, capace di lasciare sensazioni pregnanti e autentiche riflessioni.

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