Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Alterego, oggi vi parlo di Le città di carta di Dominique Fortier.
Le cittÀ di carta di Dominique Fortier Editore: Alterego Pagine: 192 GENERE: Narrativa Prezzo: 9,99€ - 16,00€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2020 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
Chi era Emily Dickinson? Più di un secolo dopo la sua morte, di lei non sappiamo quasi nulla. Nacque nel 1830 in Massachusetts, morì nel 1886 nella stessa casa. Non si sposò e non ebbe figli, gli ultimi anni li trascorse in clausura nella sua stanza. Tra quelle mura ha scritto centinaia di poesie, che ha sempre rifiutato di pubblicare. Oggi viene considerata una delle figure più importanti della letteratura mondiale. Partendo dai luoghi in cui la poetessa ha vissuto – Amherst, Boston, il seminario femminile di Mount Holyoke, Homestead –, Dominique Fortier tratteggia la sua vita: un'esistenza essenzialmente interiore, vissuta tra giardini, fantasmi familiari e viaggi attraverso le pagine dei libri. "Le città di carta" ci restituisce un delicato riflesso della Dickinson e ci fa riflettere sulla libertà, sul potere della creazione, sui luoghi in cui abitiamo e che a loro volta ci abitano. Un cammino incantato di grazia e bellezza.
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RECENSIONE
Le città di carta di Dominique Fortier è un’opera dedicata alla poetessa americana Emily Dickinson. Una donna straordinaria, dotata di una sensibilità fuori dal comune, che ha vissuto una vita in solitaria, senza amici, e stretta soltanto ai parenti, ai suoi fratelli e alla cugina Sophie.
I luoghi reali in cui Emily ha passato la sua esistenza diventano luoghi di carta perché prendono forma attraverso la scrittura della poetessa e diventano espressione della sua arte, del suo genio, di quella emotività che l’ha resa padrona della parola scritta e di quella poesia che è insieme delicata e struggente, capace di scavalcare i confini del reale e di fare a pezzi il cuore di chi legge e di chi sa sentire tutto ciò che può essere solo percepito con l’anima.
Emily nasce nel 1830 ad Amherst, la sua infanzia e adolescenza sono caratterizzate da una personalità silenziosa, dedita ai libri e alle piante che diventano una sua grande passione, a tal punto da prendersene cura per tutta la vita. Il forte legame con la cugina rende le sue esperienze affettive piuttosto limitate, ma la chiusura di Emily verso l’esterno non dipende dall’alterigia, ma bensì da una volontà intrinseca di abbracciare se stessa per non lasciarsi più.
I luoghi diventano uguali alle pagine che si riempiono delle sue parole e che cantano i suoi versi. Leggendo queste pagine è facile immaginare il suo viso smunto, gli abiti sempre scuri, le poche parole che pronunciava, la rigida educazione ricevuta che la rende fredda apparentemente nei confronti del mondo, ma viva nell’anima a tal punto da saper rappresentare al meglio i sentimenti umani.
La scrittura dell’autrice è molto raffinata, lineare, dolce e sempre rispettosa, come se ci conducesse all’interno di una serie di stanze, e in ognuna di esse ci rivelasse qualcosa in più di Emily. Dal modo in cui viene raccontata la sua vita, è chiaro che l’autrice gode di una grande stima e ha cercato nel modo migliore possibile di mostrarci una versione forse più delicata e più privata della poetessa che è sempre stata così schiva nei confronti del mondo.
Le sue scelte di vita sono opinabili, soprattutto se le consideriamo alla luce dell’oggi, ma se pensiamo all’epoca, forse possiamo farci un’idea più chiara delle motivazioni inserendole in quel contesto culturale.
In ogni caso, tra le pagine si respira l’aria di quei tempi, sembra quasi di vedere Emily guardare fuori dalla finestra e aspettare l’inaspettato.
Ciò che ho percepito durante tutta la lettura è stato un senso di sospensione, come se assistessi a una rappresentazione quasi cinematografica di una piccola figura vestita di scuro che mi passava davanti lanciandomi ogni tanto un’occhiata. E quello sguardo era carico di presenze e di promesse perché Emily non si dimentica facilmente.
Adesso, dopo aver letto questo libro, sarà ancora più impossibile dimenticare una donna che nella sua vita ha scelto la solitudine ma che che ha capito più di molti altri che cosa significa vivere, soffrire e amare.
Con un cuore carico di emozioni che la maggior parte di noi non sa districare, ma a cui lei ha dato voce.
Una voce delicata e sinuosa e che è arrivata fino a noi come un tuono.
“Un giorno mi perdonerò.
Del male che mi sono fatta.
Del male che mi sono fatta fare.
E mi stringerò così forte, da non lasciarmi più.”
Questa è Emily Dickinson.
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