Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Mondadori, oggi vi parlo di una lettura breve che mi ha incuriosito subito: La stagione più crudele di Chiara Deiana. Un romanzo dalle tinte inquietanti che non mi ha coinvolto fino alla fine.
di Chiara Deiana Editore: Mondadori Pagine: 219 GENERE: Romanzo Prezzo: 2,99€ - 18,00€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2021 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟
Trama:
Asia è in campagna, nel posto dove torna ogni anno e dove per tutto l'anno desidera tornare, e aspetta l'arrivo di Matilde, la sua migliore amica, con cui condivide la libertà che a dodici anni si inizia ad assaggiare nei mesi estivi.
Si prepara perciò a sfrecciare insieme a lei in bicicletta per le vie del paese, a sfuggire gli sguardi inquisitori delle vecchie eternamente schierate sulle panchine, capaci di trasformare le giovani ragazze come loro - Asia e Matilde ne sono certe - in mummie incartapecorite. A mettere da parte le monetine per i videogiochi nel circolo in cui si ritrovano tutti, a lanciare la bici a tutta velocità per esplorare zone del bosco in cui non sono mai state. Un campo di girasoli è la superficie della Luna, ai vecchi lavatoi si nasconde una congrega di vampiri, l'agriturismo abbandonato è infestato di spettri e nasconde il più feroce dei cani assassini. È la magia dei luoghi in cui abbiamo trascorso l'infanzia, e gli scenari della nostra immaginazione si sovrappongono a quelli reali, dando loro una vita che non si estinguerà mai.
Un giorno però succede qualcosa, qualcosa che Asia non confida a nessuno, e che ingigantisce dentro di lei fino a sembrarle inconfessabile. E questo primo segreto se ne tira dietro altri, fino a creare una frattura profonda tra lei e chi le sta intorno.
L'infanzia le si sgretola tra le mani prima che lei abbia la minima idea di cosa mai potrà prenderne il posto e si apre una stagione fatta di inizi: se fino a quel momento le sue paure erano quelle infantili, Asia si troverà ora ad affrontare le prime prove della vita.
Il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, le prime incrinature nella pienezza dell'esistere, l'incontro con il dolore e con la morte: temi cruciali su cui Chiara Deiana getta uno sguardo al tempo stesso consapevole e fresco.
Un romanzo d'esordio entusiasmante, che rende onore ai mostri sacri - Stephen King, in primis - con una scrittura duttile e consistente come la cera, piena di carattere, che dà forma a un mondo a colori vividissimi.
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RECENSIONE
La stagione più crudele è l’opera d’esordio di Chiara Deiana. Non me ne vogliate, ma quando nella trama ho letto che questa ragazzina, in vacanza in un paesino sperduto, nel luogo dove va fin da bambina, insieme alla nonna e al padre, scopre, per puro caso, un cadavere e decide di accudirlo come fosse un suo vecchio compagno di giochi, la mia attenzione è salita alle stelle.
Sì, a volte sono anche macabra. Touchè.
Intanto, mi sembra evidente sottolineare che è una storia alquanto particolare e sorprendete quantomeno per le premesse iniziali.
Asia è una bambina molto legata al padre che vive la separazione dei propri genitori in modo apparentemente tranquillo, in realtà ha interiorizzato i suoi sentimenti, provando a nascondere le proprie emozioni senza intaccare il rapporto affettivo che intrattiene con entrambi.
La vacanza è la solita, quella di ogni anno.
La nonna che le prepara da mangiare e la coccola come se fosse ancora in fasce. Il padre che è preso dalle sue faccende giù in paese e poi c’è Matilde, la sua migliore amica, che quest’anno tarda ad arrivare.
Asia non sa cosa fare senza di lei.
L’estate è lunga, in paese non ci sono attrazioni con cui passare il tempo. Quando, con la sua bicicletta, gira per la cittadina, gli occhi dei più vecchi sono puntati su di lei.
Si respira l’aria dei vecchi borghi che si affacciano sul mare, dove le donne più anziane si intrattengono a chiacchierare fuori dalle loro case, commentando chiunque passi.
E Asia non le sopporta. Non sopporta quelle donne che, ogni volta, sembrano farle la radiografia, quasi come se sapessero i suoi segreti.
In realtà Asia non ha nessun segreto.
Più che altro condivide con Matilde tutto ciò che riguarda la sua infanzia e l’inizio della sua adolescenza fino a quando, durante una passeggiata nel bosco, scopre un cadavere.
Un uomo morto davanti al quale Asia, inizialmente, non sa come comportarsi.
Era stata prima inseguita da Asso e poi aveva trovato un corpo nel bosco. Nessuno le avrebbe creduto.
Addirittura per un po’ di tempo penserà che non è morto e aspetterà che si riprenda. È un uomo giovane, che fa scattare in lei una strana reazione che mi ha stupito.
Asia non ha paura di un morto, al contrario di una qualsiasi ragazzina della sua età e non si preoccupa nemmeno di capire che cosa gli sia successo e se c’è pericolo per lei che lo ha trovato.
Un po’ di inesperienza, di ingenuità, ma anche una fervida curiosità e una stramba immaginazione che la portano a prendersi cura di quel corpo, promettendogli che lo avrebbe tenuto con sè.
I momenti dedicati alla vicinanza di entrambi sono alquanto grotteschi e comici, seppure nel fondo, ci sia un tratto malinconico che risveglia nel lettore una sorta di empatia nei confronti di questa ragazzina che è sola.
Anche se sembra diversamente perché ha una nonna che la ama, un padre che le vuole bene, ma non l’ascolta mai perché ha sempre altro da fare, e una madre lontana con cui parla solo al telefono, Asia è sola, non ha nessuno.
Matilde, la sua migliore amica, che rappresenta tutto per lei, non c’è e sembra non arrivare mai.
Cosa le resta allora? Quel cadavere è il suo unico amico. È un punto di riferimento, un appuntamento quotidiano che le permette di sentirsi utile.
Scusami, vorrei tanto sapere cosa fare per proteggerti.
Il rapporto con il padre è centrale per comprendere la psicologia sottile della protagonista. L’uomo, ancora bello e affascinante, appare sotto una luce diversa, nel momento in cui Asia scopre la foto di una ragazza bellissima in un cassetto della camera da letto del padre. Una foto custodita gelosamente e che fa aprire gli occhi alla bambina su chi sia realmente suo padre.
Quell’uomo a volte scostante, quasi sempre con la testa da un’altra pare, ha una relazione con una ragazza molto più giovane di lui?
Per Asia è un colpo pesante da digerire. Qualcosa che non si aspetta soprattutto in un momento della sua crescita così delicato come quello del passaggio verso l’adolescenza.
La figura del padre verrà rivalutata, ahimè, in chiave negativa, così come quella della sua amichetta Matilde, che finalmente arriva in paese, ma quando scoprirà il segreto di Asia, farà una scelta che distruggerà la loro amicizia.
La stagione più crudele è un romanzo breve che si legge in poco tempo. Ha un ritmo serrato, un linguaggio semplice e scorrevole. Risulta vincente il mescolare l’ambiente familiare con i suoi segreti e la scoperta di una nuova parte di sé da parte della protagonista che sa di essere sola e tarda a condividerlo con qualcuno.
L’unica persona con cui lo farà è Matilde e proprio lei la tradirà.
Il tradimento segna il risveglio dall’infanzia e l’incedere improvviso nell’adolescenza.
Per Asia, quel cadavere, il rapporto con la morte, il confronto con la realtà del padre e della sua amica, così diverse da come se l’era immaginate, segnano la sua maturazione forzata e il passaggio definitivo da bambina a donna.
La morte non è altro che un cambiamento di stato.
È un romanzo un po’ crudele, come dice lo stesso titolo, perché racconta ciò che spesso accade ad alcuni di noi quando sono bambini, ancora legati alle proprie fantasie e convinti che tutti ci vogliano bene e non ci tradiranno mai.
Beh, non è così. Prima o poi lo abbiamo capito tutti, a nostre spese, naturalmente, e lo ha capito anche Asia quando si è trovata a dover crescere per forza davanti alle proprie responsabilità. È cresciuta nel momento in cui ha scoperto che gli adulti mentono e non sono quello che noi pensiamo; anche i nostri genitori ci nascondono segreti che potrebbero farci male.
Lo stesso equivale per Matilde.
Quante volte ci siamo sentiti traditi proprio da chi pensavamo non lo avrebbe mai fatto?
Questi accadimenti sono tristi e dolorosi, ma sono utili a formare il nostro carattere e a farci diventare grandi.
Il ritrovamento del cadavere e il modo commovente con cui Asia si affeziona a lui, come se fosse il suo unico vero amico, che col suo silenzio, la rispetta, è solo un pretesto per dare avvio a quel meccanismo di controversa maturazione che abbiamo affrontato tutti, per fortuna non in questo modo.
La stagione più crudele è un esordio incalzante e sorprendente all’inizio, ma che durante la lettura perde molto del suo fascino iniziale. L’idea di base mi è piaciuta molto, ma non mi ha coinvolto fino alla fine lasciandomi un po’ ai confini della storia. Avrei preferito qualche colpo di scena in più, soprattutto a proposito del padre, e più introspezione psicologica, e invece il finale scivola via in modo troppo pacato e intuibile.
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