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venerdì 19 luglio 2024

Recensione: THE DEVIL'S SONS di Chloè Wallerand

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice HarperCollins, oggi vi parlo di un Dark Romance molto bello, The Devil's sons di Chloè Wallerand.

the devil's sons

di Chloè Wallerand
Editore: HaperCollins
Pagine: 480
GENERE: Dark Romance
Prezzo: 7,99€ - 17,90
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Unirsi a una gang. Avalone non l’avrebbe mai immaginato. E trovare una famiglia in mezzo a tutta quella violenza. Ancora meno. Eppure. Avalone Lopez aveva intenzione di trascorrere il primo anno di università nel modo più ordinario possibile, concentrandosi sugli studi, in compagnia di pochi amici selezionati. Mai si sarebbe aspettata che il fratello di Lola, la sua coinquilina, appartenesse a una famigerata gang della zona nota come “­e Devil’s Sons”, e men che meno avrebbe immaginato di poter diventare amica di gente a dir poco discutibile come quei bikers. E di certo non prevedeva di innamorarsi di Clarke Taylor, il più fuori controllo e pericoloso di loro. Eppure, senza quasi sapere come, Avalone si ritrova coinvolta nelle scorribande della gang. E una volta in trappola capisce di avere solo una possibilità: aiutarli. Contro la sua volontà.

RECENSIONE

The Devil's sons di Chloè Wallerand è un Dark Romance che ha come protagonisti una banda di motociclisti che vivono ad Ann Arbour

Avalone è una ragazza che inizia il suo primo anno al college, è sola, vive lontana dalla madre, che ha avuto problemi di droga, e non ha mai conosciuto suo padre. Inoltre, soffre di una grave malattia cardiaca. La sua convinzione è che ha vita breve, quindi cerca di vivere al meglio tutte le possibilità che gli offre l'esistenza. Pensa di passare le sue giornate a studiare senza inutili distrazioni, ma l’incontro con Lola, una ragazza della sua età, stravolge ogni suo piano. 

Il fratello di Lola, Set, fa parte della banda dei Devil’s sons. Sono in tanti, tutti tatuati, con fisici statuari, motociclette e sorrisi che provocano facilmente uno svenimento. Difficile scegliere chi sia il più pericoloso, perché hanno un atteggiamento intimidatorio e sono conosciuti da tutti i ragazzi del college. Si occupano di affari illeciti e hanno un capo, Carter, che sembra un uomo distinto e gentile, in realtà è pieno di segreti e nasconde più di un mistero. 

Avalone si scontra subito con Clarke, il vice di Carter, il ragazzo più oscuro e all’apparenza cattivo che lei abbia mai conosciuto. Un vero e tosto morally gray. Ha un passato a dir poco terribile, avendo perso i genitori in un modo tragico ed è una persona violenta, incapace di gestire la propria rabbia. Infatti si ritrova sempre a fare a botte. I loro primi battibecchi sono al vetriolo, lui la minaccia, lei lo odia, ma strane e inspiegabili circostanze la portano nientemeno che a entrare nella banda. 

Eh, sì, proprio lei, una ragazza qualunque, tra l’altro con una vita difficile, e con una malattia molto grave da sopportare, diventa il primo elemento femminile di questo gruppo di ragazzi che lentamente si mostrano sempre più gentili con lei, generosi, insomma, la fanno entrare in quella che loro stessi definiscono una “famiglia.” Il problema però, è che Avalone, pur essendo restia all’inizio, finisce per fidarsi di Carter che sembra volerla assolutamente nella banda e di tutti loro, ma più di una volta scoprirà che le hanno mentito, e le hanno tenuta segreta una verità alquanto allucinante che spiega, finalmente, il motivo per cui, l’hanno voluta così tanto nel gruppo. 

Il rapporto con Clarke mi ha fatto davvero innervosire. Un tipo poco raccomandabile, sempre sul punto di aggredire, che però con Avalone si è sempre mostrato cauto e molto lento nell’avvicinarsi a lei, come se volesse proteggerla da se stesso e dalla sua rabbia. Clarke è un personaggio descritto bene, ma molto estremizzato. In realtà, la storia è un po’ tutta esagerata, e secondo me, certe cose potevano essere evitate o magari descritte meglio per apparire meno assurde. 

Ciò che non mi è piaciuto è il modo in cui Avalone si rivolgeva a Clarke quando parlava di lui. Poche volte lo chiama per nome; lo definisce il “bad boy” o il “devil’s son”, ecco mi è sembrato di stare a scuola e il suo modo di parlare è stato più un tentativo di definizione che un coinvolgimento emotivo. Mi ha dato l'idea che stesse parlando di qualcuno di cui non le importava nulla, un modo asettico e distaccato che spesso ha interrotto quella bella tensione che aleggiava tra di loro. C’è una sovrabbondanza della parola “panico” anche quando si potrebbero usare tantissimi sinonimi, magari più adatti alla situazione. Anche perché per una semplice agitazione, si usa il termine panico che è risultato fuori luogo, secondo me, il più delle volte. Inciampi nella traduzione, forse.

La loro storia d’amore è uno slow burn con i fiocchi, di quelli proprio sudati e centellinati. Per arrivare a un bacio bisogna veramente sudare le pene dell’inferno, ma questo non mi è dispiaciuto. Lo stile è scorrevole, ci sono tanti personaggi che mescolano le loro storie e il linguaggio è comunque brutale e spinto. Insomma non è una favoletta, ma una storia dove le menzogne diventano le vere protagoniste e portano Avalone a fidarsi di persone che effettivamente non meritano la sua fiducia. 
Con Clarke è diverso. 

Il ragazzo ha dei problemi evidenti e verso la fine del libro riesce pure e raccontare qualcosa di sé ad Avalone, ma l’ultimo colpo di scena, per me inaspettato, getta tutto nella discarica e non c’è più nulla che la banda possa fare per salvare il salvabile. Avalone affronterà esperienze davvero difficili e memorabili. Il mondo delle bande è feroce, primitivo, istintivo, pieno di pistole, di sangue, di colpi bassi, eppure lei, alla fine si convince di aver trovato una famiglia. 
Ma è davvero così? 

Le scene d’amore si contano sulle dita di una mano mentre sono frequenti quelle relative alla banda. Il ritmo è incalzante, le pagine scorrono velocemente e purtroppo il cliffhanger finale non lascia molta possibilità di immaginare che cosa accadrà. Tutto viene lasciato sospeso, con una marea di se e di ma che non so quando e come verranno svelati. Ovviamente abbiamo una scia di trigger warnings perchè si tratta di toxic love e i trope gang, bikers, e bad boys la fanno da padrona.

L’autrice è stata brava a creare una trama che si basa molto sulla suspense. È un genere narrativo dove non c’è posto per il romanticismo; questi ragazzi vivono in un mondo duro e fanno i duri. Nonostante ciò, sanno anche essere gentili e molto protettivi. Il problema però è che per raggiungere i loro scopi sono disposti a tutto e Avalone, alla fine, si renderà conto che deve svegliarsi anche lei se non vuole passare sempre per quella stupida, che si fida ciecamente

Clarke la considera troppo innocente per sporcarla. Sa benissimo che tra di loro non potrà mai esserci nulla perché sono troppo diversi. Clarke viene da un mondo rabbioso e implacabile, quello che ha da offrire è solo rabbia e tormento. Avalone è una ragazza che ha bisogno di vivere e dovrebbe farlo in modo più pacato, godendosi davvero le cose belle della vita. Pare però che la nostra eroina si senta viva solo quando si trova con l’adrenalina che le scorre forte nel sangue. In fondo, il mondo della banda, le piace ed è per questo che riesce a plasmare se stessa per diventare qualcun altro. Ma non basta. È la sua mentalità che ancora deve maturare.

Mi aspetto un’evoluzione dei personaggi, voglio vedere più psicologia messa in campo e spero che l’autrice ci faccia entrare davvero nelle loro menti per scoprire come e in cosa sono cambiati. 
Altrimenti rimarrò davvero delusa! 
Attendo il secondo capitolo con una curiosità pazzesca.

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