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venerdì 27 giugno 2025

Recensione: 1991. LA PRIMA INDAGINE DI FRANCK SHARKO di Franck Thilliez

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Fazi, oggi vi parlo di 1991. La prima indagine di Franck Sharko di Frank Thilliez.

1991. La prima indagine di franck sharko

di Franck Thilliez
Editore: Fazi
Pagine: 468
GENERE: Thriller psicologico
Prezzo: 10,99€ - 19,50
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2025
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Conclusa la scuola ispettori, Franck Sharko a trent’anni approda a Quai des Orfèvres, prestigiosa sede dell’anticrimine di Parigi. È l’ultimo arrivato: gli assegnano i compiti più noiosi e trascorre il suo tempo negli archivi passando al setaccio centinaia di informazioni alla ricerca di un indizio utile per risolvere un vecchio caso. Tra il 1986 e il 1989 tre donne sulla trentina sono state rapite, brutalmente uccise e abbandonate in campi di periferia. Nonostante centinaia di deposizioni, notti insonni e denunce, il predatore è ancora in libertà. Siamo all’inizio degli anni Novanta, le indagini procedono ancora alla vecchia maniera: computer, cellulari, internet sono novità di cui si comincia solo vagamente a sentir parlare, come di un sogno futuristico. Ma Sharko scalpita, vuole dimostrare di meritare il suo posto nella squadra. Una notte di dicembre, uscendo dagli archivi ormai deserti per tornare a casa, intercetta un uomo in preda al panico. Ha in mano una foto – ritrae una donna legata, il volto coperto da un sacchetto di carta con sopra disegnati occhi e bocca – e gli racconta una storia confusa riguardo a una lettera con un enigma da risolvere e una poesia di Baudelaire. Sharko non ci pensa due volte: decide di aggirare le procedure e occuparsene di persona. Ha finalmente l’occasione di uscire dai box e iniziare la sua corsa. Con questo volume Fazi Editore inaugura la pubblicazione della serie con il detective Franck Sharko come protagonista. Ambientato in un mondo pretecnologico dove il tempo scorre in modo molto diverso da oggi, 1991 racconta la primissima indagine dell’ispettore Sharko, il suo battesimo del fuoco. Un’avventura inedita nei bassifondi parigini con la quale il maestro Franck Thilliez tocca uno dei suoi picchi più alti.

RECENSIONE

1991. La prima indagine di Franck Sharko di Frank Thilliez è un thriller avvincente e febbrile, ma anche una discesa allucinata negli abissi della psiche, della giustizia e della memoria. È un romanzo che non si limita a raccontare un delitto: lo fa sentire, odorare, sussurrare tra le ossa. 

Ci troviamo nella Parigi pre-digitale, in un tempo che sembra lontanissimo eppure così vicino, dove le indagini si facevano tra montagne di cartelle, cassette registrate, e macchine da scrivere. In questo paesaggio analogico e corrotto, Franck Sharko è poco più che una recluta: idealista, sensibile, affamato di giustizia e verità. 
Ma questa è la sua prima indagine. 
E come ogni prima volta che si rispetti, lo segnerà per sempre. 

Il romanzo è un romanzo d’origine, e non solo per il personaggio: è la nascita del trauma, la fessura che si apre nell’anima e non si richiuderà più. L'autore non costruisce semplicemente un poliziotto, ma decostruisce un uomo, pezzo dopo pezzo, attraverso un’indagine dove nulla è semplice, nulla è luminoso, e ogni indizio è una scheggia che si conficca nella carne. 

La trama ruota attorno a un omicidio brutale – una donna legata a un letto, con il viso coperto da un sacchetto su cui sono disegnati occhi e bocca – e a un passato che non vuole morire. Ma a interessare davvero Thilliez non è tanto il “chi” ha ucciso, quanto il “perché”, e soprattutto cosa comporta, a livello psichico ed esistenziale, affrontare la violenza, archiviarla, sopravvivervi. I temi che emergono sono molteplici e l'autore li affronta con una scrittura chirurgica e insieme viscerale. 

C’è il male, quello razionale, lucido, scientifico, privo di urla ma carico di intenzione – che si insinua come un gas velenoso nella normalità. 
C’è la solitudine del poliziotto, la sua alienazione da un mondo che si macchia, e che lui deve vedere e raccontare quando tutti gli altri distolgono lo sguardo. 
C’è la critica alla giustizia, che si presenta come un sistema compromesso, affamato di risultati più che di verità.

E poi ci sono i corpi – i corpi femminili feriti, oggettificati, violati – che diventano linguaggio, traccia, ossessione. 
Ogni scena del crimine è un palcoscenico, ogni dettaglio è un simbolo. Nulla è gratuito, tutto ha un peso. 

Il romanzo è popolato da personaggi intensi e sfaccettati: Serge Amandier, il veterano disilluso e bruciato dalla propria ossessione; Florence Ferriaux, unica donna della squadra, armatura di sarcasmo e intelligenza in un mondo maschile e violento; e infine l’assassino, mai davvero al centro ma onnipresente, come un’ombra che si muove silenziosa tra le righe e i pensieri. 

L'autore compie un’operazione ambiziosa: scrive un noir che è anche una riflessione filosofica sul potere della conoscenza, sul peso del passato e sul confine sottile tra giustizia e vendetta. Lo fa con rigore, ma anche con passione. La sua prosa, resa con cura dalla traduzione di Daniela De Lorenzo, è densa, precisa, a tratti quasi “scientifica” nel dettaglio, ma capace di aprirsi a squarci di lirismo e dolore autentico. Non mancano i limiti: il ritmo narrativo a volte rallenta, appesantito da descrizioni minuziose e dialoghi procedurali. Alcuni passaggi sembrano più al servizio della tensione che della plausibilità narrativa. Ma si tratta di imperfezioni funzionali: 1991 non cerca l’equilibrio, cerca l’urto, l’attrito. 

È un libro che si legge per sentire cosa accade a chi guarda il male troppo da vicino. 
Un romanzo sulla perdita dell’innocenza, ma anche sulla resistenza del pensiero. Sulla fatica di continuare a vedere e scegliere da che parte stare. 
Franck Sharko inizia qui il suo lungo viaggio. 
E il lettore, se sceglie di seguirlo, dovrà accettare il prezzo: guardare, senza filtri, dentro il buio dell’animo umano. 

Una lettura per stomaci forti e menti inquiete. Ma anche per chi crede che, nella letteratura di genere, si possano trovare le domande più scomode e le verità più urgenti.

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