Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice La nave di Teseo, oggi finalmente posso parlarvi di Sorella, mio unico amore, di Joyce Carol Oates, una delle mia autrici preferite.
di Joyce Carol Oates Editore: La nave di Teseo Pagine: 672 GENERE: Romanzo Prezzo: 22,00€ Formato: Cartaceo Data d'uscita: 2022 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟
Trama:
Il 29 gennaio 1997 a Fair Hills, piccola e tranquilla cittadina del New Jersey, viene uccisa in casa Edna Louise, detta Bliss, Rampike di sei anni, giovanissima promessa del pattinaggio sul ghiaccio ed eroina locale. I sospetti si concentrano subito sulle persone più vicine alla bambina, compresi i suoi genitori, Bix e Betsey, e sul fratello Skyler. Ed è proprio Skyler a raccontare, nove anni dopo la tragedia, la sua versione dei fatti, i suoi sensi di colpa, le accuse ai genitori, da sempre schiavi del loro conformismo e della loro ambizione di emanciparsi dalla quotidianità della cittadina di provincia per ottenere gloria e riscatto grazie al talento di Edna Louise, ma anche dalla sua tragica fine. E se il caso giudiziario si risolve in maniera inaspettata, il dramma di Skyler e della famiglia Rampike va ben oltre la terribile perdita di Bliss. Ispirata da un fatto di cronaca che sconvolse gli Stati Uniti negli anni novanta, Joyce Carol Oates presta la sua inconfondibile voce a una delle vittime di quella tragedia e ci conduce in un viaggio doloroso all’interno dell’ossessione per la fama e l’affermazione sociale che rende capaci di sacrificare i propri figli.
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RECENSIONE
Ci sono autori che leggeresti a occhi chiusi.
Joyce Carol Oates è quell’autore per me.
Il protagonista di Sorella, mio unico amore, Skyler, è il fratello di Bliss, ragazzina star del pattinaggio che viene trovata uccisa nella zona caldaia della sua casa, con polsi legati, in una posa fin troppo sensuale per essere un omicidio casuale.
Bliss aveva sei anni. Era famosa in tutto il mondo e aveva due genitori che nessuno avrebbe voluto avere.
L’autrice fa parlare Skyler, quando ormai è maggiorenne, zoppo, calvo e con la faccia piena di croste, perchè dopo la morte di sua sorella, ha passato l’inferno.
Lo stile della Oates non te lo scordi, nemmeno se provi a strappartelo dalla testa.
Ha un modo di scrivere unico, riconoscibile, freddo e tagliente allo stesso tempo, capace di raccontare il fatto come se fosse una cronaca, ma di infarcirlo di emozioni che sono come tagli affilati, precisi, che ti incidono, senza sangue, perchè subito si tramutano in cicatrici.
Non c’è un suo libro che io non abbia amato.
Skyler, prima della nascita di Bliss, era l’unico amore di sua madre, Bix, una donna egocentrica, fissata con il pattinaggio, che sogna soltanto il successo, e non essendoci riuscita, scarica tutti i suoi sogni spezzati sul figlio. Vuole a tutti i costi che il piccolo diventi un pattinatore.
E Skyler ci prova, fino a quando però non fallisce.
Bix lo convince che non ha smesso di volergli bene, ma intanto si concentra sulla piccola Bliss che nonostante la sua giovane età, chiede di poter pattinare.
Entrambi i figli farebbero di tutto per l’amore della loro madre.
Così, mentre Skyler viene messo da parte, Bliss prende il sopravvento diventando l’eroina della famiglia. Per la madre, la figlia è un investimento.
Il suo percorso è fatto di alti e bassi, di successi e paranoie e soprattutto di farmaci che entrambi i fratelli prendono.
Il padre tradisce la madre, va via di casa, e sembra una figura inconsistente, quasi di contorno.
In realtà è la madre a essere ossessionata dal successo e usa i propri figli per raggiungerlo, quando però Bliss comincia a fallire, qualcosa si spezza nell’equilibrio precario e illusorio della famiglia.
La piccola viene trovata morta e il primo a cui tutti pensano è proprio Skyler. I polsi di Bliss sono legati con una sciarpa rosa che conserva tracce di DNA del fratello.
Eh.
Assurdo, vero?
Come potrebbe, un bambino di nove anni, uccidere la propria sorella?
Skyler, che cosa hai fatto a Bliss?
Dove hai portato la tua sorellina?
Molti si pongono questa domanda, ed è proprio Bix che,cattraverso alcune frasi e comportamenti, insinua il dubbio che sia stato proprio il figlio maggiore a compiere il delitto.
Poco tempo dopo, qualcuno, si dichiarerà colpevole. Un uomo, un fan della piccola Bliss, già accusato di violenza sessuale su minori in passato, che ha fatto diversi regali alla piccola, ma che non è stato mai allontanato.
Sarà veramente lui?
Nonostante la storia sia vera, e sia anche tragica, non è pesante perchè la Oates riesce a renderla ironica e drammatica nello stesso tempo.
Lei riesce a creare sempre personaggi che non risultano noiosi nonostante il loro fardello emozionale, sono sempre dipinti come se fossero a un passo dalla follia, un salto dal baratro.
Sembrano così pazzi da risultare simpatici.
So che vi state chiedendo chi è il colpevole.
Dovrete arrivare alla fine per scoprirlo.
Intanto il povero Skyler, imbottito di farmaci e tranquillanti, vive una vita al limite del paradosso. È lui la vittima sacrificale di una psicosi familiare che aveva eretto a star indiscussa una bambina di soli sei anni.
Bliss veniva trattata come se fosse un’adulta, c’era chiaramente qualcosa in lei che non andava, troppo competitiva, troppo ansiosa, troppo nervosa, sembrava vivere esclusivamente per vincere e per non deludere gli altri.
Si chiedeva continuamente se la famiglia avrebbe continuato ad amarla nonostante i suoi fallimenti.
Questa è una domanda che nessuna bambina dovrebbe porsi, e sopratutto non dovrebbe diventare un’ossessione.
Non sono abbastanza forte per la felicità.
La disperazione è la mia unica forza.
Bliss e Skyler sono due vittime di due genitori anaffettivi e disturbati.
Il padre vive lontano dai suoi figli e si preoccupa delle questioni più pratiche e superficiali, facendo soltanto delle comparse.
La madre, il vero punto focale dell’intera storia, è concentrata solo su stessa e non prova alcun tipo di empatia nei confronti delle condizioni disperate dei suoi figli.
Non si accorge che Skyler sta crescendo impaurito, debole, incapace di fronteggiare la vita.
Mentre Bliss… non ha nemmeno il tempo di crescere.
Insomma, questa è la storia di come una madre possa distruggere i propri figli.
Distruggere per davvero.
Questo libro è crudo come tutti quelli della Oates, non sto qui a raccontarvi frottole.
È un’autrice che si ama o si odia, come tutti quegli autori che hanno uno stile proprio, che non seguono mai le mode, e che rischiano di essere diversi da qualunque cosa voi abbiate letto prima.
Se leggerete questa storia, soffrirete, perchè i suoi libri fanno soffrire, ma sono anche acuti, mai banali, estremamente intelligenti, capaci di scavare tra le dinamiche familiari più oscure e sporche. Tra i desideri infranti e quelli mai consumati, dove l’affetto, il più delle volte, è solo una maschera che serve a nascondere che sotto, in realtà, non c’è assolutamente nulla.
Ecco, la Oates è così brava a scarnificare le bugie e a denudare i “mostri” ma purtroppo non può salvare le vittime.
E in questa storia ce ne sono due.
Un po’ troppo forse per il cuore di un lettore che cerca in tutti i modi di salvare qualcosa, ma quando una mamma sacrifica i propri figli, credetemi, l’unica cosa che riuscirete a pensare è che al posto loro avreste preferito non venire al mondo.
Questo libro devo leggerlo assolutamente, sia per la storia in sé che per l'autrice, che mi son ripromessa di approfondire.
RispondiEliminaIl fatto di cronaca cui si ispira (l omicidio della piccola Jon Benet) è uno di quei cold case terribili e misteriosi, che purtroppo non hanno ancora un colpevole 😕
Bella recensione ;-)
Ciao :))
Angela
Sì, è vero, ho letto anche io che è ancora un caso irrisolto. Se leggerai il libro, sono certa che proverai i brividi per alcune scene e per come la Oates descrive la madre. :-(
EliminaGrazie mille, se ne vorrai parlare, mi trovi qui!