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mercoledì 8 maggio 2024

Recensione: SALUTERÒ DI NUOVO IL SOLE di Khashayar J. Khabushani

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice NNEditore, oggi vi parlo di Saluterò di nuovo il sole di Khashayar J. Khabushani, una storia breve ma molto intensa.

saluterÒ di nuovo il sole

di Khashayar J. Khabushani
Editore: NNeditore
Pagine: 224
GENERE: Romanzo di formazione/Coming of age
Prezzo: 8,99€ - 18,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
K ha nove anni e vive a Los Angeles con i genitori iraniani e i due fratelli maggiori, Shawn e Justin. Desidera solo diventare un vero american boy, con un nome facile da pronunciare e i vestiti giusti, mentre suo padre, Baba, non ha un lavoro, sperpera il denaro che la moglie porta a casa e accusa i figli di rinnegare il paese d'origine – un paese che loro non conoscono. Nonostante i limiti imposti da Baba, K è un figlio obbediente, eppure si sente sbagliato: vorrebbe essere forte e sicuro come Shawn e Justin, ma quando scopre di provare dei sentimenti per il suo amico Johnny non riesce a confidarsi nemmeno con loro. Finché un giorno tutto precipita: Baba rapisce i figli e li porta in Iran, e il viaggio è un'esperienza sconvolgente di cui K subisce le drammatiche conseguenze. Tornati a casa, K e i suoi fratelli crescono lontano dal padre in un'America che dopo l'11 settembre è sempre meno accogliente, e imparano cosa significa diventare uomini seguendo le proprie aspirazioni.

RECENSIONE

Saluterò di nuovo il sole di Khashayar J. Khabushani, è un romanzo che mi ha lasciato sensazioni contrastanti. Sono stata subito catturata dallo stile, così semplice, naturale, spontaneo, e dall’uso del tempo presente che parla attraverso la voce di un bambino, K, di cui non sappiamo il nome per intero perchè lui non vuole. Dice che si chiama come un re, ma quale re? Non ci è dato sapere, sappiamo solo che quando il padre lo chiama, quel nome è talmente potente da riempire la bocca, la mente e tutto lo spazio circostante. – “Odio che il mio nome suoni così straniero e antico.” 

K è iraniano e vive in America, a Los Angeles insieme ai suoi genitori e ai suoi due fratelli più grandi. Sono tutti dei ragazzini che si divertono nei cortili a giocare con i coetanei americani; che vanno a scuola perfettamente integrati in quella società così diversa da quella di origine, ma che importa. Nessuno dei tre fratelli vuole tornare nel proprio paese, stanno bene dove vivono, è quella la loro “casa.” 

K è un ragazzino dolcissimo, credetemi, trasmette purezza e affetto ed è così facile avere voglia di stringerlo tra le braccia e di rassicurarlo. Adora sua madre che fa l’infermiera e guarda con preoccupazione Baba, suo papà che era un ingegnere di successo e adesso è senza lavoro, beve e sperpera i pochi soldi nel gioco d’azzardo. Ma che importa? Di nuovo, non importa niente perchè il padre li fa giocare, ma allo stesso tempo è anche puntiglioso, esigente, sopratutto quando si tratta di scuola. E un bel giorno decide che lui e i suoi figli faranno un viaggio. 

Quel viaggio, inaspettato, li porterà in Iran. 
La madre non andrà e sarà come una fuga dove Baba dimostrerà di aver trascinato i suoi piccoli fuori dalla loro amata America per condurli in una terra fatta di guerra e di miseria, dove però c’è il nonno ad attenderli. Con gli occhi di K vediamo quello che vede lui. L’affetto del nonno – "Un nipote è più caro di un figlio." La bellezza seppur distante e polverosa dell’Iran, un paese che perde inesorabilmente in confronto alla zia America. – “L’aria densa e polverosa mi riempie la bocca con un sapore di immondizia bruciata e benzina, mi si attacca alle gengiva e ai denti, mi riempie le narici.” 

Nonostante ciò, c’è sempre qualcosa da salvare e combattendo ogni giorno con i ricordi e il pianto, grazie anche alla compagnia e all’affetto dei due fratelli, K riuscirà a sopravvivere a quella nuova vita. 
Anche se. 
Anche SE. 
Accade qualcosa una notte. 
Qualcosa di terribile che lo segnerà per sempre. K subirà un abuso da un membro della famiglia, da chi dovrebbe preservare il suo benessere, da chi dovrebbe tenerlo lontano dal male. 

Quando finalmente tornerà in America, crescerà e scoprirà qualcosa di sé che non conosceva. Si avvicinerà al suo migliore amico, Johnny, e capirà di provare un affetto diverso nei suoi confronti. Un affetto che in un primo momento verrà rifiutato, ma poi accolto. K è un ragazzino che cresce rendendo questo romanzo un coming of age, o romanzo di formazione scritto al presente da un bambino che quando diventa grande smettiamo di ascoltare. Sì, perchè il romanzo finisce, e vi giuro che mi è rimasta la sensazione di volerne sapere ancora. 

Il libro è breve ma l’autore è magistrale nello scrivere tutto con una naturalezza, che in alcuni momenti, ti spezza il cuore. Proprio in QUEL momento, (avete capito quale), ho sentito il petto spaccarsi in due, perchè K ti entra troppo dentro, e lo senti troppo accanto a te. La storia attraversa una vicenda personale che non si ferma solo a quello. K è musulmano, queer, figlio di immigrati che cresce in un mondo dove l’uomo ha perso la sua identità. Non solo l’uomo con quelle origini, ma l’uomo universale. La sua è una lotta per crescere, per preservare la sua natura, per affermare quello che è e che vuole, per combattere contro l’odio, per conquistare la sua indipendenza e per capire cosa vuole fare per davvero

La madre è perfetta, forse. Il padre è un uomo insensibile, che usa i figli perché è un fallito, egoista, narcisista senza alcuna possibilità di redenzione. Senza rispetto, senza affetto, emotivamente arido, legalmente colpevole di aver macchiato l’infanzia di suo figlio. Per fortuna, K capisce che deve andare via. Non sa cosa vuole diventare, ma in qualche modo farà. 
Saluterò di nuovo il sole, citazione di un verso della poetessa femminista iraniana, Forough Farrokhzad, è l’emblema della sua ri-nascita; la consapevolezza di essere potente e di poter costruire il proprio destino nonostante quello che ha vissuto. 

Amo questa CE perchè propone sempre storie che ti toccano e ti lasciano qualcosa dentro. Così vale la pena spendere due parole per questo progetto editoriale che Eugenia Diubini ha iniziato con questo romanzo, definendolo “In questo libro c’è un uomo nudo.” È una sorta di avvertimento per intendere che in questa storia e in altre che verranno in futuro, quando troveremo questa dicitura, sapremo che il racconto riguarderà un uomo, l’uomo moderno, estraniato, sradicato, nudo nella sua essenza perchè ha perso maschere e percorso di vita, non sa cosa essere e dove andare, a causa anche dei cambiamenti sociali, politici ed esistenziali. Un uomo nudo come un re nudo che tenta di distaccarsi dal retaggio culturale, dalla storia dei suoi padri, dagli obblighi e dai ruoli imposti, dalle dottrine indottrinate che lo vogliono uguale ai suoi predecessori, per trovare la sua strada, quella vera. 

Proprio come ha fatto K, che davanti alle parole dell’amico Johnny: “Se te ne vai, lo devi fare perchè lo desideri, non perchè stai scappando. Se inizi a scappare ora, te lo garantisco, scapperai per il resto della tua vita”, risponde con i fatti e non con le parole. 
Risponde prendendo un aereo. 
Risponde citando le parole della poetessa iraniana, “Saluterò di nuovo il sole, e il torrente che mi scorreva nel petto, arrivo, arrivo arrivo…” per dare voce alla fame che sente dentro, una fame che lo porta ad avvicinarsi a quel sole perchè gli faccia luce, gli dia nuova linfa, e gli regali un futuro. 
Forza K. 
Forza tutti i K del mondo.

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