Buon venerdì! La recensione di oggi riguarda La pietà dell’acqua, il secondo
romanzo di Antonio Fusco che ha come
protagonista il Commissario Casabona. Un romanzo Noir particolare, in cui si
mescolano le caratteristiche tipiche del giallo ma anche uno stile di scrittura
molto affascinante ed intenso.
Titolo: La
pietà dell'acqua
Autore: Antonio
Fusco
Editore: Giunti
Pagine: 224
Genere: Noir
Prezzo: € 12,90
Uscita: 3
Giugno 2015
TRAMA
È un ferragosto rovente e sulle colline toscane ai confini di
Valdenza viene trovato il corpo di un uomo, ucciso con una revolverata alla
nuca, sotto quello che in paese tutti chiamano “il castagno dell’impiccato”.
Non un omicidio qualunque, ma una vera e propria esecuzione, come risulta
subito evidente all’occhio esperto del commissario Casabona, costretto a
rientrare in tutta fretta dalle ferie, dopo un’accesa discussione con la
moglie. Casabona non fa in tempo a dare inizio alle indagini, però, che il caso
gli viene sottratto dalla direzione antimafia. Strano, molto strano. Come
l’atmosfera di quei luoghi: dopo lo svuotamento della diga costruita nel
dopoguerra, dalle acque del lago è riemerso il vecchio borgo fantasma di Torre
Ghibellina, con le sue casupole di pietra, l’antico campanile e il piccolo
cimitero. E fra le centinaia di turisti accorsi per l’evento, Casabona si
imbatte in Monique, un’affascinante e indomita giornalista francese. O almeno,
questo è ciò che dice di essere. Perché in realtà la donna sta indagando su un
misterioso dossier che denuncia una strage nazista avvenuta proprio nel paesino
sommerso.
Un dossier scottante, passato di mano in mano come una sentenza di
morte, portandosi dietro un’inspiegabile catena di omicidi. E tra una fuga a
Parigi e un precipitoso rientro sui colli, Casabona sarà chiamato a scoprire
che cosa nascondono da decenni le acque torbide del lago di Bali. Qual è il
prezzo della verità? E può la giustizia aiutare a dimenticare?
Antonio Fusco è nato nel 1964 a Napoli.
Laureato in Giurisprudenza e Scienze delle Pubbliche amministrazioni, è
Funzionario nella Polizia di Stato e Criminologo forense. Ha lavorato a Roma e
a Napoli. Dal 2000 vive e lavora in Toscana.
“Passano i secoli, ma a
fare la storia sono sempre uomini che ammazzano altri uomini.”
La pietà dell’acqua di Antonio Fusco racconta della seconda
indagine del Commissario Casabona,
personaggio molto interessante e sicuramente ben riuscito, già protagonista del
primo romanzo dell’autore, intitolato Ogni giorno ha il suo male.
Non ho letto la prima
prova letteraria di Fusco ma di una cosa sono certa: i titoli dei suoi libri
sono sempre estremamente evocativi e suggeriscono fin dall’inizio quel tono
particolare e speciale che il suo stile di scrittura è capace di infondere alle
pagine e alla storia che si accinge a raccontare.
La pietà dell’acqua è un
titolo che ha la stessa forza di un verso poetico, di una frase capace di
stuzzicare l’immaginazione e di infondere quel senso di "altro" necessario per
apprendere nella maniera più naturale e spontanea possibile, il senso
diversificato della storia. In altre parole quello che leggiamo non è un
semplice noir, ma è molto altro, incastrato alla perfezione tra la bravura
tecnica e formale dell’autore e la sua visione poetizzata dei fatti.
Il Commissario Casabona
viene chiamato ad indagare riguardo un omicidio avvenuto in Valdenza, durante
un’estate torrida e malignamente calda, la cui atmosfera è ampiamente narrata
da un linguaggio capace di rubare alle parole il loro valore più intrinseco e
renderlo al lettore su un piatto d’argento, senza alcuno sforzo o apprensione.
E’ così che con
naturalezza e una sorta di scioglievolezza liquida e filiforme il paesaggio
nudo e caldo s’impone nella sua storia e soprattutto nei suoi echi di violenza
distorta ed ottenebrata.
Un uomo viene trovato
ucciso sotto quello che viene chiamato Il castagno dell’impiccato. Il suo non
può essere un suicidio perché il corpo e il modo in cui è stato ucciso
fanno pensare immediatamente ad un’esecuzione. Il commissario con i suoi fedeli
colleghi inizia a porre domande, a scavare segreti, accompagnato da un clima
molto strano ed inquietante.
Nella stessa zona che è
stata appena macchiata dal sangue e dalla morte, attraverso dei lavori di
manutenzione atti a svuotare la diga, emerge il borgo di Torre Ghibellina, un
luogo molto particolare che viene sommerso dalle acque e che riemerge soltanto
in determinate occasioni.
Cosa può mai esserci di
più misterioso di un luogo fantasma che appare e scompare come se volesse
eternamente nascondere qualcosa?
E non a caso proprio di
questo si tratta perché l’omicidio non è l’unico fatto inspiegabile che è avvenuto
in quel posto. Ad esso sono collegate altre uccisioni e soprattutto altre
storie che riportano la narrazione indietro nel tempo, a molti anni prima, a
diretto contatto con le truppe fasciste e con il dolore e la morte con cui, durante
il periodo della guerra, sono stati soffocati quei luoghi di pace.
Un soffocamento che ha
visto marcire sotto le acque dell’abbandono e della noncuranza prima fra tutte
proprio la verità, quella con la lettera maiuscola, quella che Casabona cerca ostinatamente
e alla quale non vuole rinunciare per nessuna cosa al mondo. Il suo personaggio
è davvero ben riuscito. Un uomo colto nelle sue debolezze e nelle sue
fragilità, che scopriamo anche dal punto di vista familiare, alle prese con i
problemi personali con la moglie e che conosciamo come una persona estremamente
umana, onesta, ligia al proprio dovere. Insomma l’autore non ci regala un commissario
con le solite caratteristiche che già conosciamo, con una vita turbolenta, pieno
di cinismo e autoironia, il suo è un uomo che ha dei valori molto forti, capace
di lasciarsi condizionare dagli eventi ma non per questo disposto a farsi
corrompere. Il suo unico obiettivo è il rispetto della giustizia, a qualunque
costo.
Ma in un posto come il
borgo di Torre Ghibellina, la giustizia è morta ammazzata molti anni prima. Il silenzio,
l’odio, la vergogna sono diventati i nuovi padroni di un popolo che ha nascosto
la testa sotto la sabbia e che si è lasciato insudiciare da chi comandava, dai
politici e dai sotterfugi creati ad arte per nascondere l’innominabile.
Una vera e propria
strage si nasconde tra le pieghe dei muri divenuti sordi di quel luogo che
sembra aver sfidato persino il tempo. L’acqua lo nasconde e lo rivela a suo
piacimento, e così nell’apparente eternità di quella voce sorda e priva di
sgomento, si racchiude tutto il senso di una storia, quella che Antonio Fusco
vuole raccontarci, promettendoci giustizia e verità.
La narrazione scorre in
modo naturale, il linguaggio non è per niente difficile, si viene con
disinvoltura accompagnati fin dove la nostra curiosità e il nostro coraggio
sono pronti ad arrivare, perché in fondo la vicenda raccontata affonda le
proprie radici in un passato che molti hanno voluto dimenticare, che sono stati
costretti a mettere da parte in virtù di un silenzio millantatore. Fusco riesce
ad unire le atmosfere tipiche dei gialli, usando serietà, preparazione,
consapevolezza, senza neanche la più piccola incrinatura o passo falso, ad una
visione poetica ed incalzante che valica i confini stessi del romanzo di genere
per sussurrare al lettore molto più di quanto viene chiaramente detto.
Il male è il tema
principale, voltato e rivoltato in tutte le sue terribili sfaccettature.
Il male e la memoria. Il romanzo si sarebbe
potuto chiamare anche la memoria dell’acqua, perché le acque non solo nascondono
il borgo macchiato di sangue ma lo conservano anche intatto nella sua
maledizione di luogo perverso e vittima di un dolore e di un affronto ancora più temibile perché di
matrice umana. Figlio di una strage che ha corrotto una guerra, che ha
insudiciato una speranza e che ha indotto a decapitare la verità in nome di
menzogna che si salva solo perché è rassicurante.
“La menzogna è rassicurante
e con il tempo si fa dimenticare. La verità, invece, è rivoluzionaria. Se ci si
abitua non basta mai. La cerchi dappertutto, senza chiederti quanto forte sarà
la collera di chi l’ha nascosta dove tu l’hai scovata.”
Il connubio verità e
memoria, giustizia e speranza, pietà e vergogna, violenza e morte. La pietà
dell’acqua è un romanzo intenso, fruibile in tutta la sua passionalità di
storia raccontata con giudizio e con attenzione.
“La memoria è
pericolosa, se poi non abbiamo la capacità di dimenticare. Ma come si fa a
dimenticare il male assoluto?”
Ripercorre vicende che
hanno segnato il dolore e la vita di tutti, e lo fa con rispetto e con la
dovuta delicatezza. Un senso di giustizia piegato ed oltraggiato che sopravvive
ancora oggi mentre se ne sta cadendo a pezzi. Ma Fusco ci ha donato una visione
diversa, una storia in cui prima di tutto si esalta la lotta, la ricerca e la
costante consapevolezza di non fermarsi davanti a nulla. Una denuncia chiara ma
soffusa, che non ha la voce dell’accusa o della recriminazione ma è una
dichiarazione calma e pacata, paziente e sensata, esattamente come quella
pronunciata da una persona onesta e vera. La stessa consapevolezza e sicurezza
senza bisogno di urla o di esaltazione di chi è cosciente della propria verità.
Perché la verità non ha bisogno di spettacolo, né di presentazioni. La verità
come dice Fusco, è rivoluzionaria, non si dimentica. E noi non dimentichiamo.
Fusco scrive meravigliosamente e questo libro è bellissimo, appena finito sono corsa ad ordinare il primo :-)
RispondiEliminaAnche io sono curiosa di leggere il primo! <3
Eliminanon ho mai letto libri di Fusco, ad essere sincera;la trama però sembra molto interessante! Mi hai incuriosita!
RispondiEliminaE' una buona occasione per leggerlo! ^^
Eliminanon conosco l'autore ma leggo volentieri questo genere di libri, la trama mi ha già appassionato!
RispondiEliminaMe felice!!! *___*
Eliminaciao davvero impressive il tuo post!
RispondiEliminaMa grazie! ^__^
EliminaNon è il mio genere, preferisco i fantasy.
RispondiEliminaNo problem! ;-)
EliminaHo letto entrambi i romanzi, fantastici!
RispondiEliminaEh! Spero di poter leggere anche io il primo *-*
Eliminai gialli a me piacciono tantissimo, come quelli rosa, questo mi ha colpito tanto!
RispondiEliminaMi farai sapere allora se lo leggi! ^_^
Eliminaio adoro i gialli e i noir, questo mi ha colpito, da leggere
RispondiEliminaE' molto interessante e particolare :-)
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