Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Mondadori, oggi vi parlo di Baracca e burattini di Dario Buzzolan.
baracca e burattini di Dario Buzzolan Editore: Mondadori Pagine: 391 GENERE: Narrativa contemporanea Prezzo: 10,99€ - 21,00€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2025 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟
Trama:
Elle fa l'attrice con convinzione e con altrettanta convinzione dipende da sostanze psicotrope. Alle sue spalle c'è la storia di una famiglia che si allunga dal Secondo conflitto mondiale sino al nostro presente. Dal nonno Ermes in avanti, un solo destino: quello che spezza, che consuma, che frantuma. Nessuno sa veramente restare (metaforicamente e non) dov'è, e in effetti ricorre di generazione in generazione l'espressione "fare baracca e burattini". Nessuno sa tenere le persone che ha amato o quello che ha costruito. Tanto più il padre di Elle, Ranieri, che crede, da medico, di poter sollevare dal dolore e dalla vita i malati terminali e si trova al centro di una campagna mediatica che, nel corso del tempo, lo svilisce ("il medico che voleva giocare a fare Dio") e lo espone a relazioni pericolose. L'unico luogo che calamita episodicamente le tre generazioni è la Casa Blu, una capanna vicino al mare che, con il tempo, è diventata un rifugio, uno studio, una residenza. Intorno alla Casa Blu ruotano i non detti e il buio della famiglia, ed è lì che con fatica ma anche con determinazione si riesce a illuminare lo strascico di violenza, di abbandoni e rinascite che Elle sta ancora scontando sulla sua pelle.
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RECENSIONE
Baracca e burattini di Dario Buzzolan è un libro che non concede vie di fuga, che costringe a guardare negli occhi il peso dell’eredità familiare e la difficoltà di spezzare il ciclo della fuga e dell’abbandono.
L’autore costruisce una storia familiare intensa e complicata, in cui il passato divora il presente e i personaggi sembrano incatenati a una maledizione invisibile, quella di non saper restare, di non saper amare, di non riuscire a vivere davvero.
La protagonista, Elle, è il nodo in cui si intrecciano le scelte e gli errori delle generazioni precedenti: una donna che cerca disperatamente di trovare un’identità, tra il bisogno di essere amata e la paura di esserlo davvero.
Ma questo è molto più di un semplice dramma familiare.
Baracca e burattini è una riflessione sul destino e sul libero arbitrio, sulla possibilità di scegliere chi vogliamo essere, nonostante il sangue che ci scorre nelle vene.
Sin dalle prime pagine, Dario Buzzolan ci trascina in un’atmosfera densa, quasi claustrofobica. Ogni personaggio sembra intrappolato in una spirale da cui è impossibile uscire.
Il primo a soffrirne è Ermes, il nonno di Elle, un uomo tormentato dai fantasmi della sua infanzia e dal dolore della perdita. “Dal dolore non si scappa”, diceva suo padre, ed Ermes ci prova con ogni mezzo, ma ogni passo che compie lo riporta al punto di partenza. Il suo amore per Emma, forse l’unico vero legame della sua vita, si spezza tragicamente, lasciandolo a metà, incompleto, condannato a trascinare il proprio vuoto da una parte all’altra della sua esistenza.
Ermes è un uomo che non sa restare, e questa sua incapacità si trasmette al figlio Ranieri, il medico che ha fatto della scienza il proprio rifugio, il proprio scudo. Se il padre fuggiva fisicamente, lui lo fa attraverso il razionalismo assoluto, l’illusione di poter controllare la vita e la morte attraverso la medicina. Quando viene accusato di praticare l’eutanasia sui suoi pazienti, il mondo si divide: è un eroe o un mostro? Ma il vero dramma di Ranieri non è la medicina, è la sua incapacità di amare, il suo bisogno di distanziarsi da tutto ciò che è imperfetto, vulnerabile, fragile.
E poi c’è Elle, l’ultima della linea, quella che eredita tutti i fallimenti e i non detti, ma che, forse, ha ancora una possibilità. “Non voglio essere come loro. Non voglio scomparire”, pensa, ma ogni sua azione la riporta lì, nell’occhio del ciclone, a ripetere gli stessi errori. Fugge dal padre, fugge dagli uomini, fugge da se stessa. Ogni volta che potrebbe costruire qualcosa, la paura di fallire la spinge a distruggere prima ancora che le venga tolto tutto.
La domanda che aleggia su ogni pagina del romanzo è sempre la stessa: si può spezzare il destino scritto dal sangue? Si può essere diversi da chi ci ha cresciuto?
Lo stile dell'autore è preciso, chirurgico, ma allo stesso tempo viscerale. Non c’è nulla di gratuito nella sua scrittura: ogni parola è affilata come un coltello, ogni frase pesa sulle spalle del lettore come il macigno di un’eredità impossibile da ignorare.
Le sue descrizioni non sono mai solo visive, ma sensoriali, tattili, capaci di far sentire il peso dell’aria nei polmoni dei personaggi, il gelo nelle loro ossa.
Per esempio, una delle scene chiave, il ritorno di Elle alla Casa Blu, il luogo in cui tutto ha avuto inizio:
“Il vento sa di ferro, di cose che non sono mai state dette. Le finestre sbattono, il legno scricchiola. Qui, più che altrove, il passato non si limita a restare: qui il passato aspetta.”
Qui non c’è solo una descrizione: c’è una condanna, un senso di inevitabilità, l’idea che ogni passo che Elle compie la riporti a quello stesso punto. Dario Buzzolan, pur nella sua spietatezza, non giudica mai i suoi personaggi. Li mette a nudo, ci costringe a vederli in tutta la loro debolezza e disperazione, ma non li condanna. Sono loro stessi i loro peggiori carnefici, ed è questo che rende tutto ancora più straziante.
In un’epoca in cui si parla sempre più di traumi intergenerazionali, Baracca e burattini è un’opera da leggere. Viviamo in un mondo in cui molti si ritrovano intrappolati nelle aspettative delle generazioni precedenti, in cui il concetto di famiglia è spesso una gabbia invisibile, una trama di non detti e pesi irrisolti.
Elle è una donna contemporanea, una di quelle che cercano di costruire la propria identità in un mondo che offre infinite possibilità, ma nessuna certezza. La sua storia è quella di chi è cresciuto sentendosi mai abbastanza, di chi ha imparato a proteggersi smettendo di sentire.
Ecco perché questo romanzo è così importante. Perché ci costringe a chiederci chi siamo, da dove veniamo e se siamo davvero padroni del nostro destino.
Non è un libro facile, Baracca e burattini.
Non è una lettura da affrontare a cuor leggero. Ma è un libro che resta, che continua a vivere nella mente del lettore anche dopo l’ultima pagina.
Perché alla fine, la vera domanda che ci lascia è questa: siamo davvero diversi da chi ci ha cresciuti?
O siamo solo il riflesso sbiadito di un destino già scritto?
La risposta è nelle mani di Elle.
E per ogni vita che ci resta, anche nelle nostre, di mani.
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