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giovedì 21 dicembre 2023

Recensione: LA PASTICCIERA DI MEZZANOTTE di Desy Icardi

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Fazi, oggi vi parlo di La pasticciera di mezzanotte di Dasy Icardi.

la pasticciera di mezzanotte

di Desy Icardi
Editore: Fazi 
Pagine: 336
GENERE: Romanzo storico
Prezzo: 7,99€ - 17,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2023
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Dopo una vita passata a leggere libri altrui, il centenario avvocato Ferro decide di scriverne uno tutto suo per fare ordine nel proprio passato e raccontare una storia mai rivelata prima. Nel 1917, durante la Grande guerra, Torino è scossa dai tumulti della cosiddetta rivolta del pane: a ogni angolo di strada vengono innalzate barricate e l’esercito fatica a contenere la furia della folla, stremata dalla fame e dal senso di ingiustizia. È in queste giornate difficili che l’avvocato, scampato alla leva per via del suo gracile fisico, ritrova Jolanda, una donna già conosciuta anni prima, che sua madre avrebbe addirittura voluto fargli sposare. Jolanda è un’aristocratica di bell’aspetto, cresciuta in una famiglia che ha sempre glorificato i privilegi delle classi più agiate; ma adesso le cose sono cambiate, e anche lei vive una situazione di profondo sconforto. Quello che non è cambiato, però, è il grande talento di Jolanda in cucina, un talento che la donna ha sempre tentato di celare ma che ora avrà modo di esibire, scoprendo una parte segreta di sé che la cambierà per sempre. Il sapore del cibo, infatti, si trasformerà pian piano in ricordo, nostalgia di anni lontani, fino a diventare sinonimo di pace e normalità. Proprio grazie al cibo, la donna sarà capace di riconciliarsi con il proprio passato e i fantasmi della sua famiglia che spesso tornavano a tormentarla. In un’Italia ridotta quasi alla fame, in un periodo di crisi e razionamento, il senso del gusto diventa la chiave per la sopravvivenza, elemento nostalgico in grado di tenere vivi i ricordi e la sensazione di benessere legata al passato. Dopo L’annusatrice di libri, La ragazza con la macchina da scrivere, La biblioteca dei sussurri e La fotografa degli spiriti, Desy Icardi ci regala ancora una volta personaggi indimenticabili, tratteggiando con maestria una Torino agitata dai moti popolari. La serie di romanzi legata ai cinque sensi e al piacere della lettura trova qui il suo straordinario finale con un racconto vivace e movimentato ispirato direttamente al senso del gusto e a un episodio ormai dimenticato della nostra storia.

RECENSIONE

La pasticciera di mezzanotte di Desy Icardi è uno di quei libri che non solo leggi, ma senti. Ne senti proprio l’odore e il sapore, perchè parla di gusto, uno dei più forti sensi che possediamo, quello che ci fa riconciliare con il mondo, quello che ci rende davvero felici. 

E cosa c’è di più buono del sapore e del profumo del pane? Io adoro il pane e i dolci, tutto ciò che viene preparato in un panificio e resterei ore a crogiolarmi nei ricordi e in quel dolce e amaro senso di nostalgia che inevitabilmente mi riporta al passato. Colpita subito da questa meravigliosa copertina vintage, ho letto questo libro lasciandomi trasportare dai sensi, ho messo la razionalità da parte e la mia mente si è lasciata riempire di emozioni e di sensazioni che mi hanno travolto. 

1917, Torino, anni della guerra. Rivolta del pane. La gente ha fame, mancano i beni primari, come manca il caffè nella cucina di Edmondo Ferro, il vecchio avvocato che ha passato una vita a leggere i libri degli altri, e adesso vuole scriverne uno di suo pugno e vuole raccontare la storia di Yolanda, una donna che incontra un giorno per strada e che conosce da anni. Addirittura i suoi genitori volevano fargliela sposare. 

Yolanda adesso ha un marito, ed è espressione di quella classe benestante che deve fare i conti con i propri sogni spezzati. Era molto brava in cucina ma ha sempre cercato di nascondere questa passione perchè la famiglia voleva farla essere ciò che non era. Un bambina triste, che non veniva capita, vissuta in mezzo a una caterva di adulti che pensavano solo a loro stessi e a come dilapidare il patrimonio di famiglia. Yolanda odiava il cibo. Aveva riversato tutte le sue angosce creandosi un amico visibile che incontrava ogni volta che si sedeva a tavola. Era angosciata, non si sentiva amata e non potendo esternare il suo stato di disagio, aveva deciso di lasciarsi morire di fame. Nessuno se ne accorgeva, tutti erano troppo presi da altre stupidaggini e lei stava per scomparire. 

Ah, meno male che c’era il fantasma della pasticciera. E così ogni notte, questo fantasma che aveva l’aspetto di una vecchietta, gli lasciava accanto alla porta un dolce, finché una notte, la piccola Yolanda decise di affrontare il fantasma che la condusse nella cucina e le insegnò, senza parole, a cucinare. 

Quando ho letto questa storia, mi sono venuti i brividi. È di una crudeltà e dolcezza disarmanti. Non c’è nulla di più intenso e più forte degli opposti che vengono uniti insieme dalla bravura di chi scrive. E in questo caso l’autrice è stata fenomenale nel creare una storia reale, ambientata in un momento storico terribile, dove la fame diventa l’urlo a squarciagola di un intero popolo, una fame atavica che sembra non saziarsi mai, che però viene addolcita dai fantasmi dell’infanzia e da quelle mancanze che riescono a diventare resilienza se continuiamo a credere in noi stessi, o semplicemente, impariamo a farlo. 

Yolanda, da adulta, si avvicinerà al mondo dei sapori, del gusto e della pasticceria e sarà proprio attraverso di essi che riuscirà a scovare la parte più autentica di se stessa, quella parte che in molti hanno cercato di cancellare e che lei stessa ha sotterrato perché non essendo amata, era convinta di meritare una punizione e se l’era inflitta da sola. 

Questo romanzo è delicato e commovente. Ti sfiora la pelle come una dolce carezza che sa di zucchero e ti culla in mezzo a odori che ricordano la tua infanzia. Sensazioni che, anche se lo neghiamo, continuiamo a portarci dentro e che, quando non lo siamo, ci riconciliano con il mondo perchè rappresentano la parte più vera e meno manipolata di noi stessi. 
La crescita è manipolazione. Quando cresciamo ci sporchiamo e intanto cambiamo, dimentichiamo, rinneghiamo. 
L’esperienza ci manipola, il mondo ci manipola, ci fa diventare, spesso, ciò che non siamo. 
Ritornare ai profumi e ai sapori del passato, a volte, può salvarci. 
A volte.

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