Buongiorno! Oggi vi parlo di Alfredo, di Valentina D'Urbano, il romanzo che racconta la storia de Il rumore dei tuoi passi dal punto di vista del protagonista maschile. Ho atteso un po' per leggerlo perchè sapevo tutto quello che mi avrebbe provocato.
di Valentina d'Urbano Editore: Longanesi Pagine: 161 GENERE: Romanzo Prezzo: 5,99€ - 10,00€ Formato: eBook - Cartaceo Data d'uscita: 2015 LINK D'ACQUISTO: ❤︎ VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟
Trama:
Alla Fortezza – il quartiere senza identità, con l’asfalto riarso dal sole e spaccato dal gelo, e di palazzi dall’intonaco ruvido e sbrecciato – tutti li chiamano «i gemelli». Perché da sempre Beatrice e Alfredo sono inseparabili, come fratelli appunto. O forse qualcosa di più? La loro storia, struggente e tragica, diventerà quasi una leggenda nel quartiere. Ma a narrarla finora è stata soltanto Bea, la metà più forte dei «gemelli», la ragazza cui bastava sentire l’odore di Alfredo sulla maglietta verde che lei stessa gli aveva regalato per sapere che lui ci sarebbe sempre stato. La giovane donna che ha lottato fino alla fine per sentire il rumore, inconfondibile, dei suoi passi. Questa invece è la storia della metà più debole dei «gemelli» e a raccontare l’arrivo alla Fortezza è Alfredo, in prima persona, con la sua voce, le sue fragilità, i suoi piccoli e grandi sogni così difficili da realizzare e così facili da infrangere. Fino all’incontro che gli cambierà la vita: quello con Beatrice.
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RECENSIONE
Alfredo era una lettura doverosa, ma non per chissà quale motivo, semplicemente per me stessa. Ho atteso un po’ prima di iniziarlo. Avrei voluto farlo subito dopo aver concluso Il rumore dei tuoi passi, ma ero troppo scossa per iniziare una lettura che sapevo mi avrebbe ridotto a brandelli il cuore.
La storia di Bea e Alfredo, così come la conosciamo in Il rumore dei tuoi passi, non è una storia facile, ameno per quanto mi riguarda. Mi ha fatto tanta rabbia, mi ha commosso, mi ha emozionato, in un modo del tutto particolare, un modo che non si scorda.
Beh, adesso che ho letto Alfredo, ossia la stessa vicenda del romanzo precedente, ma raccontata dal punto di vista di lui, e quindi anche molto più breve, è stato come ricevere il colpo di grazia, quello che temevo di affrontare e che ho fatto un po’ di fatica a digerire.
Che io ci sia riuscita o meno, poco importa, perchè quando un romanzo è bello, beh, vale la pena averlo letto, qualsiasi cosa ti abbia lasciato dentro.
A differenza del precedente, in cui il punto di vista di Bea raccontava la vicenda in modo molto più crudo, brutale, spesso anche violento, insomma, istintivo, poco romantico e persino cattivo, tanto che sono stata costretta a odiare sia lei che Alfredo, ritenendoli assolutamente colpevoli del loro destino e di quell’amore così maltrattato a causa di entrambi che non sono riusciti a curare nel modo giusto, questo romanzo, parla con la voce di un ragazzo, a suo tempo bambino, che ha vissuto terribili tragedie e che addolcisce con il suo tono più fragile e accomodante una storia che proprio per questo arriva direttamente al cuore ed emoziona non più per la sua crudezza, ma per la sua misera umanità.
Ma io lo so, lo sento. Prima o poi
io e te ci facciamo a pezzi.
Alfredo perde la madre quando è ancora un bambino, vive in un campo con suo padre e i suoi due fratelli. Da un giorno all’altro l’uomo decide di trasferirsi alla Fortezza e di occupare una casa. Lì, i tre fratelli continueranno la loro vita di reietti e di esclusi a causa di un uomo che beve dalla mattina alla sera e che usa violenza psicologica e fisica su di loro. Al più piccolo, Andrea, vengono risparmiate le botte, e di conseguenza il padre scarica la sua invereconda rabbia su Massimiliano, il più grande, e proprio su Alfredo.
Egli, già da piccolo, dimostra un carattere mite, poco irruento, più docile e più predisposto ad accettare la prepotenza, la violenza e l’arroganza di chi lo circonda.
Ben presto i fratelli fanno la conoscenza di Elena, la donna, madre di famiglia, che abita accanto a loro. È lei che si occupa di dargli da mangiare e si interessa se stanno bene, nonostante il padre non voglia che i figli abbiano alcun tipo di rapporto con gli estranei, e infatti li chiude in casa dalla mattina alla sera.
Ma per fortuna, Elena riesce a conquistare la sua fiducia e tra i fratelli, è proprio Alfredo a legarsi di più a lei, a tal punto da frequentare spesso la sua casa, suo marito e i suoi due figli, Bea e Francesco.
L’amicizia tra Alfredo e Bea, che già conosciamo, ci viene raccontata in modo più dolce, con un tono più amichevole, meno aggressivo e questo riflette il carattere meno autoritario di Alfredo che lentamente, crescendo, si rende conto della forza di Bea, del suo essere indistruttibile, della sua voglia di comandare e del suo nascondere perennemente le emozioni.
Non capiva un cazzo.
Erano anni che non capiva un cazzo.
Nonostante ciò, nonostante la loro abissale differenza caratteriale, i due si legano in un modo indissolubile e sarà proprio lei a chiedergli un patto sancito col sangue che decreterà l’eternità della loro amicizia. – La forza di staccarci e vivere qualcosa di diverso, di separato, non l’abbiamo mai avuta.
I due crescono, le esperienze si avvicinano, e mentre Alfredo tenta di accontentarla in tutti i modi, Beatrice sembra sempre cercare qualcos’altro, ha come una mancanza che la rende continuamente insoddisfatta, sempre sul piede di guerra, pronta a prendersela con chiunque.
Il padre di Alfredo è un’ombra che non vuole abbandonare la sua famiglia e Bea lo sa. Addirittura un giorno gli propone di ucciderlo. Eh, sì, perchè lei sarebbe capace anche di questo, pur di difendere il suo amico.
Il loro legame è talmente forte che li chiamano i gemelli perchè stanno sempre insieme. Ma quando iniziano a crescere, quel soprannome comincia ad andare stretto ad entrambi.
Bea si accorge che il suo corpo sta cambiando, e non si rende conto che anche per Alfredo è la stessa cosa, eppure sembra soffrire soltanto lei, o almeno è quello che crede. Le cose cominciano a mettersi male quando la ragazza si rende conto che non vede più Alfredo come un fratello, un gemello, o un amico, lo vede come un ragazzo e pertanto desidera cose diverse da lui.
Bea si accorge che il suo corpo sta cambiando, e non si rende conto che anche per Alfredo è la stessa cosa, eppure sembra soffrire soltanto lei, o almeno è quello che crede. Le cose cominciano a mettersi male quando la ragazza si rende conto che non vede più Alfredo come un fratello, un gemello, o un amico, lo vede come un ragazzo e pertanto desidera cose diverse da lui.
Dormono insieme, si abbracciano, e quando i loro corpi cominciano a cambiare, anche le sensazioni sono diverse, le esigenze e i bisogni si tramutano in desideri così grandi da diventare ingestibili.
Desideri che fanno paura.
Desideri che fanno paura.
Odio quando cerchi di farti del male da sola,
mi fai male pure a me.
Quando Bea decide di partire per le vacanze e lasciare Alfredo da solo, qualcosa si rompe. Lui crede che lei lo abbia abbandonato, che non ci tiene a lui e inizia una relazione con una ragazza di nome Paola.
Comincia a provare un tipo di affetto diverso da quello che prova per Bea, qualcosa di semplice, naturale, meno distorto e contorto, meno cattivo del legame distruttivo che ha con la sua gemella.
Quando Bea torna però, succede qualcosa che li riavvicina inesorabilmente, questa volta per sempre. – Io con lei c'entravo sempre, c'entravo in qualunque modo.
Alfredo è un personaggio che avevo amato e odiato in Il rumore dei tuoi passi e che adesso riesco a capire molto di più. Leggere tutto dal suo punto di vista mi serviva per avere un quadro completo della sua personalità, delle sue emozioni, del suo cuore.
Egli è un debole, in qualche modo, o almeno rispetto a Bea, forse per il dolore che ha provato in più di una occasione, non riesce a reagire come dovrebbe, nonostante, per sua stessa ammissione, lui non abbia fatto altro che amarla dal primo momento in cui l’ha vista.
Ecco, leggere dei suoi sentimenti, è stato inaspettato ma anche piacevole e necessario.
C’è una differenza fondamentale tra lui e Bea. Lei sembra una macchina, persino quando parla di sentimenti. Lo so, ha fatto di tutto per lui, tutto quello che nessuno probabilmente farebbe, ed è per questo che è un personaggio da lodare, uno che comunque ti prende e ti conquista, ma di certo non lo fa per la sua dolcezza, per la sua delicatezza o per quell’amore puro e incontrastato che professa.
Bea ama Alfredo fin nelle viscere e lo ama con tutta la cattiveria di cui è capace. Con tutto l’odio, l’istinto, la crudeltà di una vita che l’ha resa una roccia incapace di ammorbidirsi, né di attutire il colpo quando ci sarebbe stato bisogno.
C’è una differenza fondamentale tra lui e Bea. Lei sembra una macchina, persino quando parla di sentimenti. Lo so, ha fatto di tutto per lui, tutto quello che nessuno probabilmente farebbe, ed è per questo che è un personaggio da lodare, uno che comunque ti prende e ti conquista, ma di certo non lo fa per la sua dolcezza, per la sua delicatezza o per quell’amore puro e incontrastato che professa.
Bea ama Alfredo fin nelle viscere e lo ama con tutta la cattiveria di cui è capace. Con tutto l’odio, l’istinto, la crudeltà di una vita che l’ha resa una roccia incapace di ammorbidirsi, né di attutire il colpo quando ci sarebbe stato bisogno.
Noi sapevamo farci male nella testa, scavarci buchi in posti irraggiungibili.
Questo la rende come un ago che buca un palloncino. Lei disfa tutto quello che costruisce e lo fa senza rendersene conto perchè il suo amore è un amore totalizzante, pieno di furia e di dolore. Un amore che non ammette alcun tipo di cedimento.
Il problema è che a volte qualche cedimento è necessario.
Alfredo la ama, la ama nella sua fragilità e nel suo essere un calpestato dalla vita, un emarginato, uno che nonostante abbia trovato, qualcuno che lo amasse, ha scelto egoisticamente di pensare a se stesso senza però mai trovare una via d’uscita.
Entrambi si amano ma lo fanno nel modo sbagliato, un modo che distrugge e non costruisce.
Invece di innalzarlo, loro sotterrano quel sentimento, rendendolo un cadavere prima ancora di metterlo al mondo, di sfamarlo e di viverlo.
Sono due personaggi complessi che fanno tanta rabbia, ma anche tanto amore.
Tornando ad Alfredo, quelle poche pagine ti stendono.
Non importa che tu la storia già la conosci.
Non ti serve a niente.
Leggere dalle sue parole quello che è costretto a subire, la vergogna, il dolore, la morte a cui va incontro, è qualcosa di indescrivibile. Qualcosa che ti lascia il segno ogni volta.
È così straziante leggere di come lui si sia abbandonato al suo destino e lei, alla fine, dopo averci provato tante e tante volte, a salvarlo, si abbandona pure lei.
Perchè è stanca, perchè è vuota, perchè un tempo Alfredo le diceva che era lui a doverla proteggere perchè lei aveva la strana tendenza a farsi del male, eppure… guardate com’è andata a finire.
Mi attraversa la testa il suo sorriso,
l’idea di quello che avremmo potuto essere
e non siamo mai stati.
Lui è così dolce a volte, una dolcezza che in Bea si riconosce solo raramente. Lei è così una furia in confronto al caos calmo che è Alfredo.
Lui che sembra così forte a volte, così irruento, caotico, ingestibile. Lui che è rotto dentro, spaccato, sgretolato. E quei pezzi in cui è ridotta la sua anima, lentamente si disperdono, giorno dopo giorno, dolore, dopo dolore, sangue dopo sangue.
Lui è lì, è ancora lì, ma lentamente sta svanendo come la nebbia.
Eppure lo stile dell’autrice è sempre lo stesso ed è quella stessa lama che continua a scagliarsi contro di te.
Io non ci ho nemmeno provato a parare i colpi.
In fondo non volevo.
Volevo soffrire. Volevo sentire. Volevo provare.
Sono andata incontro alle mie lacrime.
Ed è una cosa veramente rara.
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