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martedì 25 maggio 2021

Recensione: SENZA CERNIERA di Erica Jong

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la Casa Editrice Bompiani, oggi vi parlo per la prima volta di un libro di Erica Jong, scrittrice controversa ma molto amata, che con la sua ultima pubblicazione intitolata Senza cerniera, ci porta nella sua vita, raccontandoci la sua storia, i suoi pensieri e le sue battaglie a favore del rispetto del desiderio femminile, della sessualità della donna e di tanto altro ancora. Ho deciso di recuperare gli altri suoi libri perchè sono molto curiosa!

senza cerniera

di Erica Jong
Editore: Bompiani 
Pagine: 320
GENERE: Autobiografia
Prezzo: 11,99€ - 18,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2021
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟

Trama:
L'infanzia in una famiglia colta e stravagante, fra libri, arte e case di bambole, con madre e padre innamorati per tutta la vita; i tre anni in Germania al seguito del primo marito, medico in servizio in una base americana; taccuini fitti di poesie e pensieri sull'essere donna, e in sottofondo i Beatles; l'istinto materno e l'amore per i cani; le altre passioni e gli altri matrimoni (sono quattro in tutto); la società americana, com'è cambiata e dove sta andando; e naturalmente la scrittura, fonte di indipendenza e successo, e le letture importanti, gli incontri indimenticabili, il valore dello storytelling. Un libro onesto e avvincente come chi l'ha scritto, un bel posto dove incontrare di nuovo una delle personalità più interessanti del nostro tempo.

RECENSIONE

Senza cerniera è il primo libro che leggo di Erica Jong, un’autrice dallo stile fluido e schietto, diventata famosa, per sua stessa ammissione, per aver scritto libri riguardanti il sesso. 
Una donna, ormai oltre i settanta, che celebra la sua vita all’interno di queste pagine, che idealmente dovrebbero essere lette dopo la sua morte, e invece, ha deciso di pubblicarle adesso, quando va ancora tutto a gonfie vele. 
Perchè? Per una miriade di motivi. 

Ogni pagina di questo testo va sottolineata. Io l’ho fatto, pur non amando rovinare le pagine di un libro cartaceo, in questo senso, preferisco di gran lunga gli ebook, con il sistema delle evidenziazioni. 
In ogni caso, ci sono alcune letture, come questa, dove sottolineare diventa un dovere, quasi. Un motto, una sorta di forma di giustizia, un grido per dire che non solo si è d’accordo con tutto o quasi, di ciò che viene detto, ma è anche un modo per imprimerselo in testa e fare un po’ come dice la stessa autrice che scrive questo testo per infondere coraggio alle donne. Ma non solo a esse. 
Lo scopo principale è quello di spingere i lettori a riconoscersi, ad accettarsi e a superare gli ostacoli, primo fra tutti la mancanza di fiducia in noi stessi, che arrivano principalmente dalla nostra interiorità. 

Erica Jong è una donna incredibile. Nata in una famiglia di pittori, ha sempre usato la scrittura per rappresentare se stessa. È divertente leggere gli aneddoti che riguardano la sua famiglia di ebrei a New York, ricchi e con la puzza sotto il naso, come li definisce lei stessa. 
Una madre a volte ubriaca, altre un po’ folle, e un padre a cui lei è molto legata. Molte volte ripete che per lei è stata una fortuna aver avuto un padre e un nonno che l’adoravano e che non le hanno mai fatto del male, né abusato, né oltraggiato, come purtroppo a volte accade, proprio nelle famiglie dove  crediamo di essere più al sicuro. 

Cresciuta nell’arte, si è poi sposata ben quattro volte, e oggi è una mamma e una nonna che vive una vita tranquilla e appagata. I suoi racconti sono esilaranti, ma spingono sempre alla riflessione, perché ogni evento della sua vita è collegato alle diverse situazioni del suo paese, della società e del mondo intero. Si parla un po’ di tutto, senza inibizioni, né rinunce. Di politica, di economia, di religione, di arte e soprattutto di censura, di sessualità e di donne. 

 
Niente fa più paura ai critici di una donna che vende tantissimo.

La sessualità femminile è un argomento spinoso, a cui l’autrice dedica intere pagine del suo libro. Essa è stata sempre repressa dal mondo patriarcale, e lo è ancora oggi, nonostante tutte le lotte femministe. Ma perché? 
Forse perché la sessualità femminile è straripante e inesauribile e allora gli uomini tentano di arginarla con la repressione, l’oppressione e dandogli delle regole, che fortunatamente si capovolgono a favore delle donne e della creatività in generale, quando la sessualità si sfoga nell’arte diventando espressione di una genialità interiore ed esteriore. 

Un po’ di amarezza quando la Jong riconosce il modo in cui i critici e il mondo della letteratura l’hanno etichettata: una sorta di ninfomane pronta sempre a parlare di sesso. Lei è orgogliosa dei propri lavori, soprattutto della sua opera prima, Paura di volare, ma si rende anche conto di come sia stata in qualche modo bistrattata proprio per la scelta delle sue argomentazioni. Infatti a scuola, alla figlia Molly dicevano che la madre scriveva libri sporchi. 

Ma la Erica Jong di oggi forse non ci pensa nemmeno più. Magari non ci ha pensato nemmeno all’ora, quando Mario Puzo, andò da lei, dopo il successo ottenuto dal suo primo romanzo e le propose di scrivere sceneggiatura, e le intimò di non continuare a scrivere romanzi perché la critica l’avrebbe distrutta. 
Beh, che dire? Erica non accetta di sottostare alla critica o alle minacce e così decide comunque di continuare per la sua strada. E non a caso, verrà veramente demolita dalla critica. Ammette di non aver mai indossato una maschera, ma guarda caso, i critici, pur di annientarla, gliene affibbiarono una: quella della donna sempre eccitata che non può fare a meno di scrivere di sesso.

 
La scopata senza cerniera era la mia idea di una fantasia. 

Rifiutare o accettare? È stata la domanda portante della sua intera esistenza e quando le venne offerta una fortuna per scrivere La gioia del sesso per le donne, Erica rifiutò perché non voleva diventare prevedibile. 
Ho adorato la sua schiettezza, la sua forza, il suo immenso coraggio e la sua lucida consapevolezza. Lei è quello che è, e credetemi, non lo ha mai nascosto. Per lei la vita è stare appesi a una stella cadente e con una irreprensibile logica afferma che bisogna cambiare il modo di vedere le donne riguardo al concetto di piacere. 

Non è detto che se a una donna piace il piacere o abbia dei desideri sessuali, allora debba acconsentire sempre e comunque. Dire di sì. Questo non può e non deve giustificare uno stupro o la credenza che se a una donna piace piacere, allora è pronta a fare qualunque cosa sessualmente. 
L’autrice desidera che ogni donna ami il proprio corpo e la propria sessualità nonostante la nostra società tenti ancora di metterlo alla gogna entro determinati contesti. È confusionario essere donne oggi, perché ci sono ancora dei limiti invalicabili. 
Le ragazze sono sessualizzate nel vestire, ma il loro desiderio non viene ancora capito e soprattutto rispettato. È una tristezza per le donne e una sconfitta per ogni genere umano. 

 
Il consenso dovrebbe essere il nostro ideale.

Erica ci va giù pesante, sostenendo che le donne come gli uomini sono creature di carne, non statue di marmo. E allora – Dobbiamo poter mostrare desiderio senza essere stuprate. 
Poichè in certe situazioni mi sono ritrovata anche io, io questa frase la metterei come slogan incollata alla fronte e poi ci andrei in giro.
Il suo è stato un rapporto contraddittorio sia con gli uomini che con la psichiatria, del resto ha sposato uno psichiatra e ancora oggi, ammette di essere in terapia da diversi anni. Ma proprio tanti. 

Erica Jong è una donna e come tale crede fermamente nella complicità femminile. 
A me sembra una grande utopia la sua, considerando che nella mia vita ho trovato solo donne pronte a mettermi i bastoni tra le ruote, ma suvvia, finché c’è vita, c’è speranza. 
Lei sostiene che dobbiamo resistere, che le donne hanno bisogno le une delle altre, che incoraggiarci a vicenda è la vera bellezza. La gelosia è uno strazio. Il futuro è la solidarietà tutta al femminile. 

Concludo questa recensione ribadendo il concetto della femminilità e del desiderio perché l’autrice è stata accusata per tutta la sua carriera di essere dalla parte del desiderio fin troppo. Lei afferma di aver cercato nei suoi libri di scrivere di donne e del loro desiderio, nonostante questo l’abbia portata a inimicarsi tutta la critica. 

Intanto c’è da porsi una domanda: perché il desiderio fa così paura? Perché è accompagnato sempre da un profondo senso di colpa? Una delle tante domande che Erica si pone e che restano senza risposta. Forse perché è potente, così potente da essere temuto, e soltanto quando impareremo a comprenderlo invece di temerlo, potremo capire l’essenza della nostra storia. 
Superare le barbarie in cui gran parte del mondo è ancora immerso, ed evolverci come esseri culturali, esseri sociali e soprattutto, fatemelo dire, esseri UMANI. 
Nessuno è infallibile, mettetevelo in testa.
Nessuno è superiore, ficcatevelo, beh... avete capito dove.

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